Scuole a Fontevivo, Ferraro: “Pensiamo prima ai progetti irrealizzati”

17 gennaio 2017 | 16:23
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Scuole a Fontevivo, Ferraro: “Pensiamo prima ai progetti irrealizzati”

“Prima di avviare un altro mega progetto, sarebbe bene pensare ai tanti rimasti incompiuti”. E’ il commento di Roberto Ferraro, referente locale del movimento Idea, rispetto all’ipotesi di un polo scolastico al Fontevivo. Ipotesi prevista dal regolamento urbanistico e di cui ha parlato pochi giorni fa anche il sindaco Vittorio Gabbanini, in merito all’annunciata vendita del palazzatto dello sport e del terreno adiacente da parte della Cassa di Rismparmio di San Miniato (leggi qui Carismi vende il Fontevivo: lo acquisterà il Comune). “Il tutto – dice Ferraro – con l’obiettivo di far sorgere un non meglio precisato polo scolastico, di cui restano al momento sconosciute le scuole che dovrebbero trovarvi collocazione”.

“L’operazione di acquisto del terreno e dell’immobile – prosegue Ferraro – sembra costerà alle casse comunali circa 600mila euro. Poi verranno i costi per l’edificazione delle strutture, e quindi milioni e milioni di euro a carico delle casse pubbliche. Il mega progetto se realizzato (il dubbio in questo caso e in questo Comune è più che legittimo) comporterà una radicale trasformazione dell’edilizia scolastica e non, oltreché ingenti oneri a carico della collettività.
Le esperienze pregresse non ci lasciano sereni. San Miniato in passato e a più riprese ha visto la nascita di importanti progetti. Pochi di essi però sono giunti a conclusione. Prima di aprire un altro costoso capitolo di opere pubbliche da costruire il Comune dovrebbe chiudere quei progetti che da anni sono rimasti irrealizzati, vagando nel limbo della dimenticanza e dell’incuria”.
Da qui l’invito: “Prima di avviare un altro megaprogetto sarebbe opportuno conoscere a che punto è la controversia in atto con il Consorzio Etruria a seguito del famigerato contratto di project financing che ha pesantemente minato le risorse e la credibilità del Comune. Magari non guasterebbe neppure conoscere a che punto è l’indagine giudiziaria avviata su tale argomento ben due anni fa e di cui sembra essersi persa ogni traccia. Altra pratica sospesa è quella della costruzione della farmacia comunale, complessa operazione per la quale il Comune ha pagato oltre un milione di euro al Consorzio Etruria senza ricevere niente in cambio. Dopo cinque anni la farmacia non c’è e il Comune è invischiato in una controversia giudiziaria con il costruttore e con Unipol che non vuole pagare la fidejussione di oltre un milione di euro che garantiva l’operazione. Il Comune prima di varare un altro grande progetto faccia il punto sulle opere incompiute, anche perché non sarà indifferente per le casse comunali conoscere se dalla controversie in atto con il Consorzio Etruria e Unipol sarà possibile ottenere risarcimenti in favore del Comune”.