Piazza della Vittoria, i repubblicani: “Si rispetti il monumento”




Ruspe e transenne hanno già preso, da quasi una settimana, possesso della storica piazza santamariammontese, alla fine di un percorso che da decenni divide il paese sulla sua riqualificazione, sotterranea o in superficie che sia. Adesso a far discutere però, mentre si gettano le basi per una ristrutturazione completa della piazza che vedrà il verde prevalere sull’antico pietrisco, è il simbolo di quella “Vittoria” che dà il nome alla piazza: il monumento commemorativo alle gesta dei soldati italiani nel primo conflitto mondiale, che secondo il progetto dovrà essere spostato. Di traverso, intanto, si mettono i repubblicani Alberto Fausto Vanni ed Enzo Caroti, che hanno scritto alla Soprintendenza di Pisa e Livorno.
“Vogliamo subito mettere in chiaro una cosa: a noi il fatto che la piazza venga riqualificata fa solo piacere, anche se avremmo preferito che venisse rispettata l’autorità di Italo Rota, autore del progetto originario e di una bellissima lezione di architettura al teatro comunale tempo fa – dicono Vanni e Caroti. – Giunti ad oggi, avendo visionato il progetto curato dall’architetto Baldassarri, abbiamo numerose perplessità. Il progetto, infatti, prevede lo spostamento del monumento ai caduti e l’esclusione del riquadro circostante, una vera mutilazione. Inoltre anche l’abbattimento delle palme secolari, ospitate nelle aiuole, a noi sembra un vero scempio. Come suggerì Italo Rota, il restyling della piazza non dovrebbe essere “rivoluzionario”, ma doveva approntare una riqualificazione senza stravolgimenti”.
Il nostro paese pagò il suo tributo di sangue alle guerre con ben 116 morti, e la centralità di quel munumento, dello scultore Frattini è fondamentale – dice Ceroti. – Esso sta al centro in quanto la piazza è dedicata a quella vittoria, metterlo da una parte, in una posizione marginale e per di più togliendone via
un pezzo, il quadrato intorno in ferro e marmo, significa snaturare una piazza che è rimasta intatta attraverso i decenni fino ad ora, senza subire stravolgimenti. Le leggi vigenti, decreto del 4 ottobre 2002 sulla “Tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale” suggeriscono i criteri da seguire”.
Nilo Di Modica