Ferraro: “Niente dimissioni per il liceo Marconi”

12 novembre 2016 | 17:39
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Ferraro: “Niente dimissioni per il liceo Marconi”

“Nonostante l’episodio del liceo Marconi sia immensamente più grave di un utilizzo improprio di una macchina aziendale, per il liceo di San Miniato – situazione tra l’altro recidiva – non un accenno né una richiesta di dimissioni di qualsivoglia soggetto pubblico coinvolto nella vicenda né un doveroso atto di autosospensione da incarichi connessi all’acquisto e alla verifica dell’immobile in questione. Niente di niente. Nessuna assunzione di responsabilità di fronte a una colossale debacle degli organi pubblici, debacle che è solo l’ultima di altre altrettanto gravi verificatesi in passato a San Miniato”. E’ Roberto Ferraro, responsabile del comprensorio del Cuoio di Idea, a commentare la vicenda delle dimissioni di Marconcini (qui Geofor, Pinori e Galli chiedono le dimissioni di Marconcini) e a paragonarla a quella del liceo Marconi.

“Le dimissioni in questione – dice Ferraro – sono state sicuramente un atto opportuno, anche se al momento l’autorità giudiziaria sta ancora approfondendo la vicenda. Un atto opportuno perché la Geofor non è una società qualunque, è una società pubblica che in passato, anche se con altri amministratori, era già assurta alle cronache per non edificanti vicende. E’ anche una società che in questi ultimi anni si è distinta per le alte e crescenti tariffe praticate in nome dell’efficienza e della sana amministrazione. In un contesto simile era chiaro che anche solo il dubbio di “regali” impropri goduti dal vertice aziendale non poteva che creare sconcerto. E’ ancor più sconcertante il raffronto fra la vicenda Geofor e quella che nelle ultime settimane ha visto protagonista il Liceo Marconi di San Miniato. Una struttura nuova pagata dalla Provincia di Pisa oltre sette milioni di euro la quale per ragioni di sicurezza è stata improvvisamente dichiarata inagibile. Ebbene su tale argomento l’interesse quotidiano è esclusivamente concentrato sul dove far continuare l’anno scolastico ai seicento alunni e sul dove poter ricostruire il Liceo. Non una parola né una vera polemica sul come tale disastro sia stato possibile e sul perché una struttura nuova di zecca possa aver dato problemi strutturali tali da dover essere abbandonata”.