


I certificati parlavano di un certo tipo di solai, adeguati ad ospitare il carico quotidiano di centinaia di studenti. Sotto i rivestimenti, invece, sono stati stati scoperti solai ben diversi da quanto ci si sarebbe aspettati (leggi qui Solai diversi da quanto scritto nei documenti. Gli ingegneri: ‘Ci siamo accorti per caso’). È una polemica destinata a tenere banco a lungo quella relativa all’improvviso trasferimento del liceo Marconi.
Una notizia che ha spiazzato e sorpreso tutti, accendendo immediatamente la polemica sulla scelta condotta nell’estate 2008 di portare la scuola all’interporto, seguita dalla decisione della provincia di acquistare l’immobile per circa 7 milioni e mezzo di euro.
“Da una struttura pericolante all’altra”
A parlare di un “gioco dell’assurdo” è il movimento Cinque Stelle di San Miniato. “Il 29 settembre – raccontano dal movimento – avevamo richiesto l’accesso agli atti per il collaudo e la verifica sismica di varie scuole del Comune. Dopo pochi giorni ci comunicano che per il Marconi i tempi sarebbero stati più lunghi perché i documenti devono arrivare dalla Provincia. Successivamente apprendiamo dai giornali che il liceo Marconi è stato chiuso e fino al 2 novembre le lezioni non riprenderanno. Ieri, poi, in sala consiliare, è stato dichiarato che ‘la relazione dei tecnici della Provincia mette in evidenza l’esistenza di discrepanze tra la documentazione relativa all’edificio e la situazione effettivamente rilevata, che ha portato il presidente Filippeschi a inoltrare un esposto alla procura della Repubblica di Pisa, dando inoltre mandato all’avvocatura provinciale, d’intesa con il settore edilizia e programmazione scolastica, di avviare le procedure per la contestazione, al soggetto dal quale la Provincia acquisì l’immobile, della presenza di vizi occulti'”. “Noi ci chiediamo – dicono i Cinque Stelle – come sia possibile che per 8 anni non siano stati fatti controlli e che nessuno si sia preoccupato di controllare i collaudi per la sicurezza pubblica. Sembra il gioco dell’assurdo: nel 2008 gli studenti furono trasferiti perché la struttura di via Catena era pericolante in un’altra struttura anch’essa pericolante. E tutto al modico prezzo di 7 milioni e mezzo di euro”.
“Per ora nessuna assunzione di responsabilità”
Per Roberto Ferraro, ex consigliere comunale ed esponente comprensoriale del movimento Idea, siamo di fronte ad “un nuovo episodio di mala gestione. L’ennesimo di una lunga serie che è sempre più difficile associale alla fatalità”. “La notizia imprevista e improvvisa della chiusura temporanea del liceo Marconi a San Donato per accertamenti tecnici ha lasciato di stucco tutti – dice Ferraro -. E non poteva essere diversamente considerato il modo in cui la comunicazione è avvenuta (anzi più propriamente che non è avvenuta) e la storia dell’immobile che da otto anni ospita il liceo. Sembra che già da alcuni mesi, infatti, vi fossero dubbi sull’adeguatezza della struttura. All’improvviso, come accadde otto anni orsono per il vecchio liceo a San Miniato, è arrivato l’ordine di sgombero immediato, con poche spiegazioni e per ora nessuna assunzione di responsabilità”.
“La grossa struttura, originariamente a destinazione artigianale – ricorda l’ex consigliere di opposizione – costò quasi otto milioni di euro ed è di recente costruzione. La provincia di Pisa l’acquistò a tempo di record per far fronte alla emergenza conseguente all’accertamento, allora come adesso, di una grave inidoneità dell’edifico sede del liceo ubicato a San Miniato. Considerato che la costruzione che ospita il liceo a San Donato è di recente costruzione, sorge immediatamente la domanda se e come a suo tempo furono fatti i necessari collaudi, e se e come gli organi tecnici della provincia acquirente o del comune utente, abbiano fatto i necessari sopralluoghi e verifiche prima di acquistare e utilizzare un immobile di così elevato valore economico e per di più da destinare a scuola. Se gli accertamenti in corso dovessero confermare le inadeguatezze costruttive sospettate, dovranno essere accertate le responsabilità, considerando che oltre al danno economico l’eventuale instabilità dell’edificio avrebbe messo a repentaglio per otto anni l’incolumità di centinaia di alunni e dei loro insegnanti”.
“Qualora dovessero essere confermati i sospetti di inagibilità della scuola – aggiunge Ferraro – i cittadini di San Miniato dovranno fare un’attenta riflessione, poiché vorrà dire che il nuovo deprecabile episodio di mala gestione si aggiungerà ad altri analoghi: al vecchio liceo pericolante del capoluogo, alla palazzina di Roffia destinata agli sport d’acqua e mai utilizzata, allo scheletro di cemento armato che svetta a San Miniato Basso nei pressi della Casa Culturale che doveva ospitare la farmacia comunale, alla pista di atletica di San Miniato Basso inutilizzata e inutilizzabile, al famigerato project financing e al mancato raddoppio del parcheggio del Cencione. Un po’ troppo per una piccola città e anche un po’ troppo per dare la colpa alla fatalità. Infine, non si può non constatare che se la ristrutturazione dei locali del vecchio liceo a San Miniato, di cui tanto e inutilmente si è parlato e progettato per anni, fosse stata realizzata, oggi non ci troveremmo nella condizione attuale, con un pugno di mosche in mano, ma avremmo già potuto disporre di un rinnovato liceo a San Miniato che, comunque la si pensi, è e rimane la sede ideale per sviluppare insediamenti di natura culturale”.