No tax area per i poli tecnologici, l’iter continua. La Toscana che sarà nel Prs

7 ottobre 2016 | 08:47
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No tax area per i poli tecnologici, l’iter continua. La Toscana che sarà nel Prs
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No tax area per i poli tecnologici, l’iter continua. La Toscana che sarà nel Prs
No tax area per i poli tecnologici, l’iter continua. La Toscana che sarà nel Prs

Una no tax area per le zone di eccellenza, attraverso un unico polo tecnologico nel quale far convogliare investimenti in una sorta di Silicon Valley sulle sponde dell’Arno. La proposta del consigliere regionale Pd Antonio Mazzeo lanciata in campagna elettorale prende forma. “Il 10 mattina – ha detto Mazzeo – i Comuni dove poli tecnologici hanno sede, come Pontedera, Navacchio e anche Lucca, firmeranno un accordo di programma per la gestione integrata”, ha detto questa mattina (7 ottobre) durante un incontro a Pisa su La Toscana che sarà, giornata di confronto con i sindaci e le associazioni economiche sul nuovo Piano regionale di sviluppo.

“La città di Pisa e la sua provincia svolgono un ruolo nevralgico per lo sviluppo della costa toscana e dell’intera regione – ha spiegato Mazzeo – ma la sfida del futuro è andare oltre i confini geografici e ragionare di uno sviluppo in termini di area metropolitana che guardi in maniera naturale anche a Livorno e Lucca. Per questo abbiamo chiesto impegni precisi sulla velocizzazione dei collegamenti ferroviari tra Firenze e Pisa e abbiamo ottenuto lo stanziamento delle risorse per la progettazione definitiva della Tangenziale a Nord Est, opera che questo territorio attende da anni”. 
Programma regionale di sviluppo
É una “Toscana che viaggia tutta insieme”, infatti, quella presentata da Mazzeo dai colleghi Andrea Pieroni e Alessandra Nardini “per poter competere con le grandi regioni europee”. A fornire l’occasione di una Toscana nuova e più dinamica sarà il nuovo Programma regionale di sviluppo, “Non un libro dei sogni – secondo Pieroni -, ma un libro mastro, uno strumento di lavoro efficace e misurabile attraverso parametri verificabili”. Un coordinamento strategico e non di funzioni quello proposto, con dei “punti Regione” sul territorio, per superare le province ormai in dismissione e creare 26 progetti (e 6,4 miliardi di euro) per la Toscana di domani. 
“Il programma regionale di sviluppo – hanno spiegato – è una bussola, che detta le linee guida delle politiche e degli interventi fino al 2020 attraverso 26 specifici progetti settoriali utili a definire le priorità sulle quali veicolare le risorse”.
“Prima di procedere all’approvazione del Piano – hanno detto – abbiamo voluto discutere e confrontarci con i soggetti che quotidianamente operano nella vita economica e sociale delle nostre comunità con l’obiettivo di raccogliere spunti e proposte. Iniziative e necessità su cui ci impegneremo a trovare risposte attraverso le politiche che la Regione metterà in campo”.

“Partiamo – ha spiegato Mazzeo – da una situazione economica particolare, con un Pil che diminuisce e che fa calare gli investimenti sul territorio facendo aumentare la disoccupazione. Non in tutta la Toscana in maniera omogenea: il Valdarno e il Cuoio per esempio, hanno avuto la capacità di puntare meglio di altri sull’export e, quindi, di mantenere più stabili questi valori”, più legati all’economia nazionale.

L’obiettivo del Prs è il cambio di passo, quello di “provare noi come Regione a definire la domanda, investendo per dare quelle risposte che siano strutturali e definitive”. Con la messa in sicurezza del territorio tra le priorità. “Basta con l’emergenza – ha detto Pieroni -. Destiniamo troppo all’emergenza: dobbiamo invece destinare quelle risorse alla prevenzione e alla programmazione, perché la Toscana è bella anche per il suo territorio, che va tutelato e valorizzato. La Regione Toscana stanzia 40milioni all’anno su questi capitoli. Il nostro territorio pesantemente colpito e danneggiato sia dall’avversità dei fenomeni atmosferici e da crisi aziendali, per risollevarsi ha bisogno di interventi di messa in sicurezza e di sostegno alle attività produttive, a partire dalla Pmi che sono l’asse portante dalle nostra economia. La Regione Toscana ha avviato investimenti importanti sullo Scolmatore d’Arno (per un totale di oltre 50 milioni) sulle casse di esondazione di Arno, Era ed Egola e per rafforzare gli argini del fiume Serchio. Anche i litorali devono essere tutelati per contrastare il fenomeno dell’erosione costiera e per salvaguardare l’ambiente e per stimolare l’economia del turismo e balneare. Curare il territorio significa anche far si che le aree rurali e quelle più periferiche, che sono la gran parte, siano presidiate e vissute. Gli investimenti a sostegno dell’imprenditoria giovanile in agricoltura vanno in questa direzione, ma hanno bisogno di essere integrati con infrastrutture e servizi. Questi aspetti del Prs sono dirimenti per il nostro territorio e devono andare di pari passo con l’attuazione del piano anticrisi e sviluppo per la Val di Cecina. Ma non solo, l’esigenza di rilanciare l’industria necessita di un territorio competitivo sotto il profilo delle infrastrutture materiali e immateriali, tra cui rientrano l’impegno per lo sviluppo della banda ultra larga, la semplificazione amministrativa. Se sapremo coniugare questi aspetti – salvaguardia del territorio, semplificazione, investimenti e innovazione – allora il nostro territorio potrà continuare ad essere protagonista dello sviluppo della Toscana”.

In base al nuovo programma di sviluppo la Toscana sarà composta da una ventina di distretti: “Per il numero esatto aspettiamo che l’Irpet ce li definisca – ha detto Mazzeo -. Agire per politiche strategiche comuni è la sfida vera”. “Io credo – ha aggiunto Mazzeo – che occorra costruire una città metropolitana che vada da Livorno alla Valdera, capace di essere traino per tutto il resto, cercando una forma adeguata per discuterne, che potrebbe essere un tavolo dei sindaci per esempio”.

“Il territorio pisano si contraddistingue per capacità di innovare e trasmettere conoscenze tecnologiche dall’ambito della formazione alla produttività – ha dichiarato Nardini -. Un processo virtuoso in cui Pisa, con l’Università, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale svolge un ruolo chiave. Nel Prs i nostri centri di formazione possono trovare una collocazione primaria nella realizzazione di progetti di ricerca volti a stimolare il sistema sociale ed economico della Toscana. Sul versante dell’occupazione sappiamo bene come la Val di Cecina sia un territorio con molte criticità ma anche con molte potenzialità ed il piano anticrisi della Regione Toscana destinato a quest’area è un intervento su cui da tempo lavoravamo. Sia questo territorio, che la Valdera e la zona pisana sono teatro di significative vertenze: penso ad esempio all’importante realtà della Piaggio in Valdera e anche a tante altre aziende. Dall’altro lato, il il distretto del Cuoio rappresenta una realtà economica significativa, trainante per la nostra provincia e per l’intera Toscana, che abbiamo però il dovere di non lasciar da sola, anche in virtù dell’importante impegno sul tema del rispetto ambientale. Dobbiamo investire su innovazione incrementando il buon modello formazione-lavoro messo in piedi in quel territorio, un modello virtuoso da esportare. Il Prs ha tra gli obiettivi quello di ridurre le disparità territoriali e contrastare la povertà e l’esclusione sociale creando percorsi di reintegro per i disoccupati e rafforzando la rete di protezione sociale. Una rete che per le nuove generazioni con il progetto GiovaniSì può e deve rafforzarsi: in Consiglio regionale ho presentato una mozione proprio per chiedere di consolidare ed incrementare i fondi destinati al sostegno dell’occupazione giovanile e dell’autonomia dei giovani, superando le criticità emerse dopo alcuni anni dalla nascita del progetto. Anche il settore del turismo può guardare ad un futuro sempre più ambizioso: dobbiamo promuovere i nostri borghi, a partire dai più piccoli come quelli in Alta Valdera. Per creare davvero un’offerta turistica diffusa credo si debba pensare a progetti che mettano in rete i territori creando sinergie e valorizzando non solo le grandi città d’arte ma anche le aree interne o limitrofe”.

La discussione
Ad aprire la discussione è stata Giulia Deidda. “Credo che il nostro compito sia di approfondire il Distretto come modello – ha dichiarato il sindaco di Santa Croce – con il quale stringere anche accordi istituzionali con la Regione, per lanciare nuove sfide con questi modelli. Il lavoro ambizioso, pur se nato in maniera spontanea, è quello di creare una governance basata su un modello dove non comanda nessuno perché comanda tutto il territorio. Credo che la Regione debba investire sulle aree di crisi, ma mettendo risorse anche nelle aree che non sono di crisi ma di opportunità. Con il progetto ‘Tubone’ ci avviamo a depurare le acque e i reflui di mezza Toscana: siamo un territorio che si presta a essere riferimento per un’area molto più ampia”.

“Smettiamo di fare delle piccole e medie imprese delle ‘Cenerentol’e che vanno a traino delle grandi innovatrici – ha aggiunto Graziano Turini della Cna -. Il presupposto è sbagliato: la Regione dovrebbe intervenire nelle situazioni di crisi delle multinazionali, ma investire di più nelle aziende fatte di gente che vive, lavora, consuma nel territorio dove produce. Scrivete nel piano che le nostre aziende sono la spina dorsale della regione perché meritano rispetto. Poi, se arrivano anche i soldi è meglio”. 

Elisa Venturi