Territorio in comune: “Sul rispetto dell’ambiente solo parole”

30 settembre 2016 | 06:10
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Territorio in comune: “Sul rispetto dell’ambiente solo parole”

“Rispetto per la natura, sviluppo sostenibile, cibi a chilometri zero, energia pulita, raccolta differenziata, sono concetti e parole affascinanti divenuti di gran moda negli ultimi decenni. Se i principi sono ottimi, la realtà però è un po’ diversa e alcuni concetti ammantati di luccicante umanesimo mondiale risultano sovente solo degli slogan vuoti e a buon mercato, in molti casi utili solo a fare accendere i riflettori della popolarità sulla carriera mediatica di qualche filosofo o di qualche politico in cerca di consensi e non solo”. A dirlo, in una riflessione che tocca i molti argomenti a tema ambientale che ultimamente hanno scosso Valdera e Zona Cuoio, è l’associazione sanminiatese Territorio in Comune.

“Nella splendida terra di Toscana al confine (speriamo solo al confine) del comprensorio del cuoio, a seguito di indagini della autorità giudiziaria i cittadini sono venuti a conoscenza che è alquanto diffusa la pratica di utilizzare fanghi civili e industriali di depurazione per la concimazione dei terreni agricoli” scrivono. “E’ stato detto che tale pratica è consentita nel rispetto della specifica normativa in proposito. Non ci interessa sapere se ci sono stati abusi o meno nell’utilizzo di tali fanghi, a nostro parere anche se tale pratica fosse stata messa in atto nel pieno rispetto delle normative, essa appare inopportuna e certamente in contrasto con tutti i principi del buon vivere e del buon cibo di cui in tanti si riempiono quotidianamente la bocca. Dicono che l’utilizzo in agricoltura di tale “robaccia” è pratica legale. C’è da chiedersi però quanti cittadini sarebbero disposti ad acquistare derrate alimentari sapendole provenienti da una agricoltura che utilizza come concime i fanghi della depurazione. Altro illuminante esempio di come in tema di tutela del territorio sovente prevalgano gli slogan e non i fatti sono le mastodontiche quattro pale eoliche che svettano tanto ardite quanto inutili nella piana di Pontedera , ad un tiro di schioppo da territori noti per le caratteristiche paesaggistiche tipiche della Toscana. Apprendiamo dalla stampa che ha pubblicato numeri e dati in proposito che il danno ambientale causato dai quattro mostruosi pali non è stato compensato da significativi benefici per la popolazione, né in termini di risparmio energetico, né in termini di ritorni economici per i territori e le comunità “ospitanti”. Un fallimento totale in spregio al tanto decantato principio di preservazione dei territori nel rispetto di chi verrà dopo di noi. Altro esempio di come ai buoni principi non seguano i fatti è dato dalla inciviltà dei molti cittadini che in maniera imperturbabile disseminano i propri rifiuti sul territorio senza utilizzare i normali canali di smaltimento. Inciviltà che non trova adeguate contromisure da parte delle autorità o società competenti a gestire l’igiene pubblica, come dimostrano i recenti episodi di ritrovamento da parte di cittadini volenterosi di montagne di spazzatura lungo l’argine e la golena dell’Arno. Segno di inciviltà di alcuni ma anche di assenza di adeguati controlli da parte di altri”.