
Da presidente del consiglio a segretario del Partito Democratico. Questo il percorso che sembra profilarsi per Simone Giglioli, di fatto già in pectore dopo la risolutiva riunione di ieri sera, 29 luglio, del “parlamentino” della segreteria che lo ha nominato all’unamimità come il soggetto che dovrà traghettare l’organizzazione fino alla fine della legislatura. L’incarico vero e proprio dovrebbe arrivare dopo un periodo di alcuni giorni che Giglioli avrebbe chiesto al partito per prendere la decisione ed organizzarsi, anche in virtù del fatto che la decisione comporterebbe la sua rinuncia alla carica di presidente del consiglio, ma anche la rinomina di tutta la segreteria.
“Ho bisogno di tempo” è il suo primo commento raggiunto al telefono “ho accettato la candidatura quando ho visto che si stava profilando l unanimità. Ho chiaro che dovranno seguire poi tutti i passaggi formali e quindi si rendevano necessari alcuni giorni di riflessione. Va da sé che il primo impegno importante che si mi si para davanti, dopo la costituzione della nuova segreteria, è il referendum sulla riforma costituzionale”. Il nome di Giglioli va comunque a chiudere un lungo periodo di riassestamento nell’organizzazione iniziato con la cacciata dell’assessore al lavori pubblici e ambiente Manola Guazzini da parte del sindaco Gabbanini. Una decisione duramente contestata dall’allora segretario Francesco Lupi che presentò le sue dimissioni, aprendo la discussione interna guidata dal livello provinciale del partito e dal segretario dell’area pisana Alessio Lari. Proprio dalle prime consultazioni portate avanti dal dirigente provinciale del partito in questi mesi sarebbe saltato subito fuori il nome di Giglioli, che fra i democratici sanminiatesi è stato protagonista di un testa a testa durato praticamente sino a ieri sera con quello dell’attuale assessore al sociale Davide Spalletti. Secondo indiscrezioni interne questi due nomi avrebbero spaccato la platea delle preferenze quasi perfettamente a metà, con 20 favorevoli a Giglioli e 19 per Spalletti. La presa d’atto della situazione aveva portato negli ultimi giorni entrambi i soggetti a fare un passo indietro, fino alla riunione di venerdì, dove l’intera assemblea alla fine ha proteso per il presidente del consiglio, pare anche grazie alla spinta dell’ala cattolica del partito e del capogruppo Spadoni.
Giglioli segretario dell’Unione Comunale degli oltre 12 circoli sanminiatesi quindi, ma anche, di nuovo, consigliere comunale votante: al posto suo in qualità di presidente del consiglio favorito l’attuale capogruppo Alessio Spadoni. Un quadro completamente nuovo che, di fatto, potrebbe rappresentare il primo indirizzo verso quello che sarà il governo del comune nella prossima legislatura. La direzione della segreteria per Giglioli è quasi sicuramente un preludio ad un ingresso nella futura giunta, ma rappresenta anche una variabile di sicura complicazione dell’assetto di potere in vista della corsa alla poltrona di sindaco. Se primarie saranno, come in molti sperano nell’ala sinistra del partito e come adesso diventa più probabile, sarà difficile non immaginare la presenza dell’ormai segretario nel ventaglio dei candidati. Cosa, questa, che l’ala moderata e renziana dovrà valutare onde evitare spacchettamenti. Chiacchiere da bar, certo, ma nemmeno troppo lontane dalla rinomata riottosità interna del fronte democratico a San Miniato.
Nilo Di Modica