Legge ungulati, vari punti da chiarire: ‘Nelle Zrc si rischia il penale’

27 luglio 2016 | 11:41
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Legge ungulati, vari punti da chiarire: ‘Nelle Zrc si rischia il penale’

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il presidente e il segretario della Zona di ripopolamento e cattura di Collebrunacchi, Claudio Rosi e Piero Taddeini, hanno recapitato questa mattina, 27 luglio, alla Provincia di Pisa, al comune di San Miniato, alle associazioni agricole e a quelle di volontariato. Lettera nella quale si esprimono numerosi dubbi  sulla nuova legge per il contenimento degli ungulati, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle carni. Questi aperte sulle quali Rosi e Taddeini chiedono chiarimenti in merito. 

Ungulati e la loro gestione, è il “leitmotive” degli ultimi anni e mesi in tutta Italia ed in particolare in Toscana. Molte risorse, umane ed economiche, sono state investite per cercare di normare un aspetto delicato quale il contenimento degli ungulati. Molteplici interessi si sono scontrati ed incrociati per varare una legge, frutto di mediazioni, che accontentasse i principali “stake holders” come le associazioni ambientaliste, naturaliste e animaliste, le associazioni venatorie, quelle agricole, tecnici ed Usl oltre ad un esercito di politici. Ognuno con i propri principi, le proprie competenze i propri interessi, ha cercato di contribuire alla stesura di una legge che potesse gestire e tamponare l’inesorabile avanzare dell’esercito degli ungulati. Fiumi di inchiostro, molta carta, numerose assemblee ed incontri pubblici per regimare, rendere operativa e far capire una legge che permettesse di regolamentare in maniera univoca gli interventi di contenimento di una specie selvatica quasi estinta ed ora, invece, ancor più numerosa e presente su ogni tipo di territorio, anche urbano.
Ma ci duole constatare che i veri attori protagonisti, il cacciatore e le squadre dei cinghialai, sono stati consultati solo in parte. Non è stata consultata la loro esperienza, la loro praticità il loro “operare in trincea” ed il malumore assieme a sacche di ribellione stanno emergendo assieme alle tante lacune, che indubbiamente, questa legge ha generato. Si è notato molto distacco tra mente e braccia, tipico aspetto di un’Italia che ultimamente produce solo leggi di difficile applicazione.
Attualizzando il ruolo del cacciatore nelle problematiche locali ed in particolare quelle relative alla gestione e contenimento degli ungulati in particolare nelle zone di ripopolamento e cattura, questo Comitato di gestione della Zrc “Collebrunacchi” di San Miniato, analizzando la normativa ed interpellando i cosiddetti “addetti ai lavori” , ha riscontrato alcune incongruenze che, alla luce dei dati, metterebbero in seria difficoltà – rischiando anche il penale – l’operato del presidente della Zrc e dei membri del comitato, oltre che delle guardie venatorie .
Ci limitiamo a porre l’attenzione sugli interventi di contenimento all’interno di queste strutture pubbliche, quali le Zrc: aree appartenenti agli Atc, gestite in “volontariato” da associazioni venatorie ed associazioni agricole. Le nostre perplessità furono già espresse pubblicamente nel novembre 2015, ma non trovarono risposte. Forse erano domande scomode o siamo stati troppo “veggenti”. Fatto sta che quelle perplessità oggi, a maggior ragione e soprattutto in base alla delibera della Regione toscana n.310 sono ancora più che mai fondate.
Ciò premesso, alla luce della delibera n.310 della Regione Toscana: “Procedura per il controllo della fauna selvatica in Toscana ai sensi dell’articolo 37 della legge regionale 3/1994”, chiediamo urgenti chiarimenti sulle modalità operative relative alla gestione delle carni derivanti dagli interventi di contenimento all’interno della Zrc Collebrunacchi di San Miniato: destinazione delle carni (a chi vanno cedute), modalità cessione carni (termini sanitari), modalità sanitarie (dove essere emesso un certificato sanitario?), modalità economiche (costo del certificato a carico di?), modalità di lavorazione (chi e dove lavorare le carni ed i costi chi li sostiene), modalità di trasporto, modalità di conservazione, necessità di individuare luoghi per installare celle frigo di sosta.
Nel contempo al fine di facilitare l’operato dell’ente (Atc Pisa), le associazioni venatorie di San Miniato, in applicazione a quanto disposto dalla normativa vigente in materia riferita alla realizzazione di “Centri di sosta” per le carni da selvaggina selvatica, si rendono disponibili a mettere a disposizione specifica attrezzatura per la conservazione delle carni, confidando nella collaborazione del comune di San Miniato per individuare idonea ubicazione per l’installazione della cella frigo, utile per la fruizione anche nel periodo in cui il Centro lavorazioni carni è chiuso (periodo feriale e orario notturno). Un aspetto tecnico-strumentale già contemplato dalla normativa e per il quale sono già stanziati fondi necessari alla realizzazione.
In considerazione del fatto che le associazioni venatorie di San Miniato hanno la disponibilità dell’attrezzatura e la volontà di metterla a disposizione in accordo con l’Atc di Pisa, rende San Miniato ed il suo territorio all’avanguardia, con l’unica incombenza di individuare idonea ubicazione, per la quale troveremo, ne siamo certi, accordo con il Comune, visto l’interesse pubblico che riveste questo tipo di intervento.
Per concludere, chiediamo ad ogni destinatario della presente, di dare cortese risposta a questo Comitato di Gestione. Confermiamo l’impegno per una gestione virtuosa della Zrc, nell’interesse collettivo ed il venir meno dei chiarimenti richiesti, ci costringe alla sospensione di tutti gli interventi, già programmati per le motivazioni su esposte.