I senegalesi alla Lega: ‘La rotatoria sarà simbolo dell’accoglienza’

21 giugno 2016 | 17:04
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I senegalesi alla Lega: ‘La rotatoria sarà simbolo dell’accoglienza’

“Una polemica inutile e una controversia di bassissimo livello”. L’associazione Cos.s.San di Santa Croce definisce così la presa di posizione della Lega Nord, dopo la notizia dell’adozione della rotatoria di viale Di Vittorio da parte della comunità senegalese (leggi qui).

“L’Associazione Co.s.San (Comunità dei senegalesi di Santa Croce sull’Arno) ha notato con amarezza le numerose reazioni generate dalla nostra decisione di adottare la rotatoria denominata la “Giratonda dei bambini” – scrivo dall’associazione -. Non è tuttavia sorprendente che questo falso dibattito sia sollevato e animato da persone riconosciute specialisti della strumentalizzazione, delle polemiche inutili e delle controversie di bassissimo livello. L’Associazione Co.s.San ha sempre dimostrato la sua disponibilità, la sua buona volontà ed il suo impegno a partecipare alla costruzione di un modello di integrazione che non abbia il sapore dell’assimilazione ma dell’interazione , del “dare e ricevere” per riprendere l’espressione di Leopold Sedar Senghor”.
Un modello, sottolineano i membri della comunità senegalese, ben diverso da quello della Lega: “Per noi – proseguono – sentirsi santacrocesi significa partecipare alla vita della città, rispettare le regole e le leggi a garanzia di una convivenza pacifica, essendo protagonisti del suo sviluppo economico e socioculturale. Questo è l’unico senso da dare alla nostra richiesta d’adozione di questa rotatoria. Tutto il resto sono solo chiacchere”.
“La rotatoria di viale di Vittorio adottata dalla comunità senegalese – concludono – sarà simbolo non di una Santa Croce della staticità, dell’uniformismo e della monotonia, ma di una Santa Croce che vuole sentire altre melodie, vedere altri colori, scoprire altre realtà: una Santa Croce profondamente radicata nei suoi valori di tolleranza, di accoglienza, di dialogo, di umiltà, di rispetto e di apertura, una Santa Croce che considera la diversità non come una minaccia ma come un arricchimento, come un barometro che gli permette di valutare e di consolidare la propria identità”.