Defibrillatori, è botta e risposta tra sindaco e M5s

18 giugno 2016 | 18:07
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Defibrillatori, è botta e risposta tra sindaco e M5s

E’ botta e risposta sulla polemica per i defibrillatori che gli esponenti del Movimento 5 Stelle che siedono nel consiglio regionale toscano avrebbero voluto donare ad alcune scuole del territorio restituendo così alla collettività parte dei soldi del proprio emolumento. Orami dopo quasi 24 ora è storia nota come è andata a finire.

Molte scuole in provincia di Pisa hanno rifiutato il defibrillatore tra cui quella di Castelfranco soprattutto perché ufficialmente il defibrillatore era accompagnato da un cartello piuttosto vistoso con il logo del Movimento 5 stelle.
Su questo si è innescata una polemica non priva di colpi bassi e considerazioni taglienti in particolare tra il sindaco di Castelfranco di Sotto, Gabriele Toti. Da un lato il primo cittadino che si leva qualche sassolino dalle scarpe dopo mesi di attacchi a cui non aveva mai risposta dicendo: “Almeno ora è chiaro a tutti. L’iniziativa portata avanti in questi mesi dal Movimento Cinque Stelle sui defibrillatori era strumentale e c’è stata la riprova. Donare un defibrillatore poteva apparire una azione politica, discutibile -proprio perché si tratta di un partito- ma che si può comprendere e rispettare. Farlo con il goffo tentativo di mettere il proprio simbolo, quello di un partito politico, soprattutto se in un cartello 70×100, all’interno della scuola, dimostra una meschinità giocata sui più piccoli.
Da sempre i simboli di partito devono stare fuori dalla istituzione scolastica. Poteva essere tolto il simbolo del partito ma così non è avvenuto. Forse qualcuno si sente depositario di una verità assoluta. In realtà la volontà di strumentalizzare il M5S lo ha espresso ad ogni occasione possibile. Stavolta è stato superato ogni limite, con il tentativo di coinvolgere le paure dei più piccoli”.
Una posizione critica e provocatoria per certi versi a cui il Movimento 5 stelle non ha tardato replicare dicendo : “Ecco scoperto il perfido piano: il Movimento 5 stelle voleva dimostrare che era possibile fare politica impegnandosi per il territorio, investendo su salute e scuola, restituendo parte dei loro stipendi istituzionali. Complimenti a chi lo ha sistematicamente osteggiato e a chi adesso gongola per aver bloccato tutto, in nome di una politica che parla di strumentalizzazioni, di questioni morali e di libertà dimostrando solo che non esistono nelle scuole e nelle istituzioni. Si è liberi quando vi è permesso di pluralità non quando vi è un’unica voce ammessa.
Perché – continuano dall’M5s – chi con la politica ha costruito la propria vita e la propria carriera non la può concepire in modo diverso e parole come restituzione e dono di un defibrillatore sono un’offesa. Il problema è che la buona politica entri nelle scuole? Secondo noi belle iniziative come queste dovrebbero essere portate ad esempio, per far avvicinare il più possibile le persone alla cosa pubblica. Non è più possibile pensare che la politica sia una cosa da non fare o di cui non parlare: questa è la tragica conseguenza di una brutta politica, che fa comodo a chi sa farla solo così”.
“Politici che si tagliano lo stipendio comprando 100 defibrillatori per scuole, palestre e associazioni sportive – dicono ancora dal movimento – con soldi presi dai loro conti correnti, perché pensano che il loro stipendio sia troppo alto e vogliono restituire concretamente questi soldi ai cittadini, viene definito “strumentalizzazione” del gesto. In tutti questi anni a nessuno era mai venuto in mente di fare una cosa simile per il bene dei cittadini: forse di strumentalizzazioni del genere ce ne è bisogno. Perché non iniziano anche loro a restituire oppure accolgono finalmente le proposte di legge per la riduzione del loro stipendio tabellari?
Siamo più chiari: ben vengano iniziative simili da tutti, nessuno vieta loro di restituire parte dello stipendio. Forse tutto questo poteva essere fatto anche senza simbolo, noi chiediamo: perché? Qualcuno ci ha detto e scritto “se lo volevate fare per i bambini lo facevate senza simbolo. Giusta osservazione ma chiediamo allora “chi lo ha rifiutato ha pensato al bene dei bambini o al proprio tornaconto?”
“Il cartello accessorio – spiegano gli M5s – con il simbolo è stato portato al momento della consegna, nessun impegno era stato chiesto per l’istallazione e l’uso del cartello: Era stata lasciata la massima libertà di decidere modalità e luogo di collocazione del cartello. Il defibrillatore e la teca non hanno simboli politici se non quello del produttore. Di tutto questo la dirigente scolastica era stata informata e un’iniziale accordo era stato fatto: l’appuntamento era fissato da tempo e le accezioni sembravano superate. Poi la preside, reggente alle scuole di Castelfranco, ha cambiamento posizione e ha ritenuto di non voler più la consegna. Noi ci chiediamo perché ha cambiato idea? Vogliamo sperare che non siano intervenuti poteri politici a pesare su la sua decisione, e che essa sia basata sul bene della scuola e dei bambini piuttosto che interessi di carriera. Anche se guardando il risultato oggettivo tutto il resto è accessorio: la scuola è stata privata di un defibrillatore e in questo non vediamo gli interessi dei bambini, né della comunità. Venerdì mattina erano presenti a Castelfranco 4 consiglieri regionali, perché il sindaco del Comune, così sempre premuroso ed attento al rispetto dei regolamenti e delle istituzioni non si è presentato ad dare loro il benvenuto? Perché ha preferito scrivere il suo pensiero da dietro ad una tastiera sul profilo facebook, invece di parlarne direttamente con loro? Aveva ricevuto un invito formale e sapeva della loro presenza: perché non ha avuto il coraggio di affermare le sue posizioni in un dialogo con loro? Lo abbiamo visto più di una volta presentarsi e fotografarsi con consiglieri e assessori del Partito Democratico, pensa forse che siano i soli del consiglio Regionale degni di essere accolti e i soli depositari di verità?”