Azienda Farmacie, Ferraro: “Comune San Miniato chiarisca su fideiussione”

“Sarebbe opportuno che il Comune di San Miniato facesse chiarezza sul contenuto e sulla efficacia del contratto di fideiussione a suo tempo stipulato, confermando l’assoluta bontà e validità del contratto fideiussorio, ribadendo che il mancato rimborso della somma garantita da fideiussione non dipende da responsabilità ascrivibili alla parte pubblica beneficiaria”. Lo chiede Roberto Ferraro, responsabile comprensoriale del movimento Idea (Identità e Azione) costituito dal senatore Gaetano Quagliariello che ha come finalità quella di far collaborare in un unico progetto politico i movimenti civici e le forze politiche di centrodestra. Il tema è quello della nuova sede della farmacia comunale che avrebbe dovuto sorgere a San Miniato Basso in seguito al contratto di costruzione stipulato nell’aprile 2010 tra l’Azienda Farmacie del comune di San Miniato e la cooperativa Consorzio Etruria.
“Ribadiamo – aggiunge Ferraro – come già detto in passato, che l’amministrazione comunale in occasione dei rinnovi dei contratti assicurativi non potrà non tenere conto di una fideiussione di 1.086.000 euro stipulata con Unipol ma dopo cinque anni non ancora pagata. Anche su questo argomento una dichiarazione in proposito da parte del Comune sarebbe certamente gradita ai cittadini contribuenti”. Per chiarire la propria posizione, Ferraro parte dall’inizio e ricostruisce la vicenda. “A seguito di tale accordo – spiega – l’Azienda Farmacie del comune di San Miniato anticipò alla cooperativa Consorzio Etruria la somma di 1.086.000 euro. La consegna dell’immobile sarebbe dovuta avvenire entro il 30 giugno 2011. A garanzia della restituzione della somma corrisposta a titolo di anticipo venne rilasciata da una compagnia di assicurazione – oggi Unipol – una fideiussione in favore della Farmacia di importo pari all’anticipo di euro 1.086.000. Alla data del 30 giugno 2011 l’edificio non venne terminato né lo è tuttora, a distanza di cinque anni.
L’Azienda Farmacie del Comune di San Miniato chiese nel 2011 alla compagnia di assicurazione il rimborso della somma corrispondente alla fideiussione, ottenendo però un rifiuto. Il Tribunale di Pisa, al quale la farmacia comunale si è appellata per ottenere dalla assicurazione debitrice la somma di 1.086,000 euro, ha rinviato la definizione della vertenza per ben 6 volte. Una prima volta al novembre 2012, poi al giugno 2013, poi ancora a gennaio 2014, poi ancora al novembre 2015 e quindi ad aprile 2016. Nell’udienza tenutasi nell’aprile scorso ancora una volta niente è stato deciso se non un ulteriore rinvio di sei mesi. Se ne parlerà quindi a novembre 2016. La filiera manageriale operativa Casa culturale – Comune di San Miniato – Consorzio Etruria – Unipol, che doveva produrre effetti positivi alla comunità si è trasformata in un incredibile problema e in un rilevante danno per le casse comunali. Oltre all’anticipo di 1.089.000 euro, le casse comunali stanno perdendo 65mila euro ogni anno per far fronte alle spese conseguenti alla mancata realizzazione dell’immobile da destinarsi a farmacia. Il recente sesto rinvio del Tribunale non può che destare perplessità. A questo punto è lecito domandarsi per quale motivo un contratto apparentemente semplice quale quello fideiussorio non riesce a produrre gli effetti che dovrebbe. La cooperativa Consorzio Etruria – come hanno annunciato i suoi legali e come si apprende dalla stampa – non terminerà i lavori come era previsto nel piano di concordato. Si sarebbero quindi verificate le condizioni necessarie per il pagamento della fideiussione da parte dell’assicurazione garante. Nonostante l’apparente linearità della questione il Tribunale ha deciso un ulteriore rinvio, in attesa di un accordo tra le parti. Poiché non è cosa usuale supporre un accordo transattivo che riduca un impegno assunto da un primario soggetto finanziario mediante fideiussione è comprensibile che nei cittadini sorgano dubbi sul contenuto e sulla efficacia del contratto di fideiussione a suo tempo stipulato. Sarebbe pertanto opportuno che il Comune facesse pubblicamente chiarezza su questo punto”.