Caso Guazzini, San Miniato aspetta l’assemblea

18 aprile 2016 | 17:35
Share0
Caso Guazzini, San Miniato aspetta l’assemblea

Il riverbero dell’affaire Guazzini, se mai potrà essere calmato prima delle prossime elezioni, certo verrà smorzato non appena le deleghe ai lavori pubblici, all’ambiente, al lavoro ed alle pari opportunità saranno assegnate ad un nuovo titolare. Dopo la pacata ma non risolutiva segreteria di alcuni giorni fa (leggi: Gabbanini alla segreteria: ‘Con Guazzini tensione in giunta’) il Partito Democratico proverà a sciogliere qualche altro nodo questa sera all’assemblea degli iscritti.

La temuta spaccatura del partito non c’è stata e Francesco Lupi, il segretario del partito che fin dall’inizio della vicenda si era caratterizzato per una critica alle modalità con le quali il sindaco aveva liquidato l’assessora, ha mantenuto ferma la propria posizione ma senza arrivare ad una spaccatura. Una linea corredata, sempre in sede di segreteria, da una serie di ammissioni da parte della stessa Guazzini circa una difficoltà di rapporti all’interno della giunta che, a detta di Gabbanini, sarebbe stato il vero motivo scatenante di tutta la vicenda. Ed è su questo punto che le opinioni differiscono: tra chi ritiene (in primis gli altri assessori) che la tensione in giunta sia stato un motivo sufficente per liquidare Guazzini e chi, al contrario, ha sostenuto e sostiene che si dovesse comunque soprassedere e cercare din ricomporre, alla luce soprattutto dell’ottimo lavoro che un po’ tutti riconoscono all’assessore.
Dunque, avevamo a che fare con un assessore che faceva troppa ombra al sindaco, o quanto meno lavorava in solitaria verso un obiettivo più alto e neanche troppo celato? Forse. Ma di un sindaco che è al suo secondo mandato potremmo legittimamente pensare, come peraltro ha detto a quella stessa segreteria, che di chi lo succederà fra tre anni non gli interessa.
Dall’altra parte, in un contesto in cui alcuni, come Massimo Baldacci, predecessore di Lupi, paventano via Facebook l’inizio di una frattura che potrebbe ripercuotersi sulle primare prossime venture (per niente scontate e comunque troppo lontane per chiunque senza correre il rischio di farsi dimenticare), delle ripercussioni potrebbero esserci e  magari anche nell’immediato.
L’assessore s’ha da fare, in un modo o nell’altro, e di peso. I lavori pubblici, delega importante, reclamano un titolare e in questi giorni alcuni nomi sono stati fatti, in primis quello della consigliera Marzia Fattori, al quale si è aggiunto negli ultimi giorni anche quello di Ilaria Nieri. Due nomi, tuttavia, sui quali una fetta del partito avrebbe espresso perplessità,  soprattutto sulla “rappresentatività” territoriale della giunta,  in un comune composito come quello di San Miniato. Gli “ambienti”, gli elettori e le “basi” del partito, infatti, sono forse coinvolte più dei vertici, in questa storia, tutte le volte che si riflette su come strutturare il nuovo assetto. Guazzini è sempre stata vista come una rappresentante della Valdegola, in particolare di Ponte a Egola e de La Serra e il suo essere “riferimento per i cittadini”, per le modalità di approccio all’elettorato, è cosa che gli è stata riconosciuta da tutti, in varie occasioni ivi compresa la fatidica segreteria. In un partito radicato come non ve ne sono più, con tutti i circoli che ancora “tengono botta” nelle varie frazioni, tutto questo forse gioca un ruolo più importante di quanto non facciano, almeno in questa fase, le solite diatribe fra correnti locali e non. Fare questo ragionamento, forse, renderebbe comprensibile la voce, non confermata, che ad una sostituzione tout court dell’assessora con qualcun’altro, in seno al Pd sanminiatese si stia insinuando l’ipotesi di fare un rimpasto di giunta. Cosa, questa, che paradossalmente rischierebbe di peggiorare la situazione del governo, che si troverebbe a dissodare equilibri già stabili, ma che risponderebbe appunto alla necessità di rivedere tutto in modo da rispondere alla necessità di rappresentanza di tutte le forze territoriali in campo.
La soluzione di una criticità nata sotto l’insegna di un problema fra figure di spicco, l’una troppo esuberante, l’altra intemperante, sarebbe quindi, adesso, risolvibile solo rivedendo il rapporto fra tutto il vertice e tutta la base. Dubbi che solo il tastare gli umori del consesso allargato dell’assemblea degli iscritti potranno fugare. (ndm)