Referendum trivelle, cosa fanno domenica i sindaci

14 aprile 2016 | 07:54
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Referendum trivelle, cosa fanno domenica i sindaci

Scaldano i motori i vari comitati referendari in vista del voto di domenica, con iniziative sparse un po’ per tutti i comuni del Comprensorio. Il referendum sulle trivellazioni petrolifere è alle porte e lo si potrà votare il 17 aprile alle urne dalle 7 alle 23. Promosso da nove regioni, chiede agli italiani se vogliono abrogare la norma che consente il rinnovo automatico delle autorizzazioni ad estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine e chiama tutti al voto. E come sta avvennedo un po’ in giro per tutta la regione, anche fra gli amministratori e i sindaci, non tutti sottostanno alla “chiamata” all’astenzione proveniente dal premier Matteo Renzi e dai vertici del partito alla guida del Paese, oltre che di quasi tutti i comuni del Cuoio. Il Partito Democratico, anche sulle trivelle, mostra varie anime.

Scopriamo così che alla domanda secca: “Cosa farà domenica?” la maggior parte dei sindaci, per la precisione 5 su 6, quanto meno andrà a votare.

L’unico ad astenersi, con una lunga e articolata motivazione, sarà il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, convinto che anche disertare le urne sia una legittima espressione della propria volontà di cittadini. “La democrazia non è questa, questo è un modo per attaccare il governo – dice il primo cittadino fucecchiese –. Uno strumento inadatto, in questo caso, per affrontare tematiche estremamente tecniche e complesse. La politica energetica andrebbe costruita con uno sguardo strategico, di lungo periodo e ci ritroviamo invece ogni tot anni i soliti comitati che intervengono su questi temi a gamba tesa (pochi anni fa contro il nucleare). Qualcuno dice “la partecipazione è sempre bella”. Io non credo. C’è partecipazione e partecipazione, così come ci sono modi diversi di essere felici, liberi, intelligenti, innamorati. Vedo nella partecipazione ‘stagionale’, che spesso mette insieme tutte le forze politiche che in un dato momento si uniscono contro l’uno o l’altro governo. Un po’ di immaturità. La mia democrazia è fatta di partecipazione costante nel tempo, nelle file della politica organizzata, nella cultura, per combattere un’ignoranza perniciosa e l’incapacità di ragionare in maniera argomentata. Per salvaguardare tutto questo l’astensione, in questo caso, è secondo me la cosa migliore”.

Per un deciso e secco “no” espresso dentro la cabina elettorale, si sono invece dichiarati in questi giorni i due sindaci di Castelfranco e Montopoli Gabriele Toti e Giovanni Capecchi. Se per Toti “andare a votare è legittimo” anche se siamo di fronte ad una scelta “già superata dai dispositivi di legge”, di qui il voto contrario, per il primo cittadino montopolese i motivi del “no” sono da trovarsi anche nel merito del tema referendario, in quanto “il futuro energetico dell’Italia dipende anche dalle estrazioni di gas e petrolio”. In queste stesse ore, a Montopoli, si è espresso in un invito al voto “facendo leva sulla responsabilità, coscienza e corretta informazione di ognuno” anche il Partito Democratico, che ha diffuso un volantino con alcune informazioni basilari sul quesito corredato da alcune motivazioni tanto per il “si” che per il “no”.

“A 70 anni dal voto alle donne credo sia doveroso esercitare questo diritto fondamentale, quindi andrò” dice invece Giulia Deidda, sindaca di Santa Croce sull’Arno che si riserba di dichiarare il voto; una posizione analoga a quella dell’ex sindaco santacrocese Osvaldo Ciaponi. Segue a ruota il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, che pur non dichiarando la sua scelta ritiene “diritto di ogni cittadino andare a votare”. Sulla stessa linea d’onda Ilaria Parrella, prima cittadina di Santa Maria a Monte, per la quale “è più che giusto andare alle urne”.

E se fra i sindaci Pd in carica le ragioni del “si” non attecchiscono, nella vecchia guardia c’è invece chi in queste ore ha preso dichiaratamente parte per tale fronte. “Voterò e voterò si” dice Graziano Turini, già sindaco di Castelfranco “e credo che andare almeno a votare sia un dovere di tutti, tanto più quando si ricopre un ruolo fondamentale a rappresentanza delle istituzioni”. (ndm)