Capecchi: “Sulla casa del boss competenza dello Stato”

“Non c’è niente di nascosto. Semplicemente perché l’iter è ancora di competenza statale e lo Stato non ha ancora assunto alcuna decisione in merito”. A parlare è il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi, che risponde così alla critiche di Progetto Insieme sul caso della casa di Capanne confiscata al boss siciliano Vincenzo Aiello. Critiche e domande contenute in un’interpellanza urgenza nella quale si denuncia una mancanza di chiarezza da parte dell’amministrazione e il mancato coinvolgimento di popolazione e forze dell’ordine.
“I toni contenuti nell’interpellanza – risponde Capecchi – sono frutto di un equivoco e di una scarsa conoscenza dei procedimenti che regolano la materia. Ricordo, per chi non lo sapesse, che il procedimento di destinazione dei beni immobili oggetto di confisca è regolato dalle disposizioni del cosiddetto “codice antimafia” ed in particolare dall’articolo 47 del decreto legislativo 159 del 2011 e che lo stesso viene assunto con delibera del Consiglio direttivo dell’agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati (Anbsc). In poche parole, non vi è alcuna “partecipazione” o coinvolgimento del comune fino a quando non sia ultimato l’iter di competenza dell’agenzia stessa. La materia in questione, infatti, ricade in un ambito riservato alla potestà legislativa ed amministrativa esclusiva statale, senza che lo Stato stesso abbia l’obbligo di istituire meccanismi concertativi con il comune (o con la regione)”.
Inoltre, fa capire Capecchi, c’è da aspettarsi che la conclusione dell’iter da parte dello Stato possa avere tempi decisamente lunghi: “Perché la normativa citata – spiega – prevede anche la sospensione del procedimento di destinazione del bene fino all’ultimazione del riparto delle somme spettanti agli eventuali creditori di buona fede. Come si comprende, il rischio di tempi lunghi (ed anzi indefiniti) è molto alto. Ed ecco perché, in mancanza di notizie certe al riguardo dello stato di avanzamento dell’iter, ogni iniziativa formale, istituzionale o compagna di comunicazione sarebbe risultata inopportuna ed inappropriata”. Da qui, però, l’affondo ai consiglieri di Progetto Insieme: “Giova anche ricordare – aggiunge Capecchi – per chi non avesse ancora capito il funzionamento, che gli atti formali assunti dalla pubblica amministrazione, in questo caso dal comune di Montopoli, sono tutti resi pubblici e consultabili, ma bisogna saperli consultare!”. Ad oggi però non è stato nascosto nulla perchè non è stata assunta alcuna decisione da parte dell’amministrazione statale, né è previsto dalla legge che la Giunta e lo Stato possano assumere insieme decisioni”.
“Il sindaco e la giunta, quindi – conslude Capecchi – non hanno deciso la destinazione del bene confiscato perché avrebbero compiuto atti illegittimi, dovendo attendere gli esiti del procedimento dello Stato. Il sindaco e la giunta, insieme agli organismi a ciò preposti si preoccupano giornalmente di tutelare i cittadini dalla criminalità e svolgono azione di sensibilizzazione rispetto ai temi della malavita organizzata, senza con questo fare inutili allarmismi o peggio ancora insinuare accostamenti con altre situazioni che nulla hanno a che vedere con il caso in questione.
Ribadisco pertanto che ancora una volta l’opposizione dimostra di non essere in grado di orientarsi rispetto a situazioni e percorsi dettati dalla legge: vagheggiano immaginando sotterfugi inesistenti. Ma questa non è opposizione”.