Castelfranco, Aurora Rossi: “Lo Stato non discrimina i gay”

8 febbraio 2016 | 08:22
Share0
Castelfranco, Aurora Rossi: “Lo Stato non discrimina i gay”

Continuano le polemiche intorno alla cosiddetta ‘teoria gender’ protagonista dell’ormai noto incontro al teatro di Castelfranco. Questa volta è il gruppo “Castelfranco sopra a tutto” a replicare al Partito Democratico sull’argomento. Motivo del dibattere gli strascichi dell’ultima discussione in consiglio comunale.
“In un comunicato pubblicato nei giorni scorsi, il gruppo consiliare del Pd mi accusa di aver usato in consiglio comunale ‘argomentazioni intollerabili e indegne di qualsiasi consesso … contro gli omosessuali e contro l’associazione Frida che sarebbe da sempre a fianco delle donne vittime di violenza.’ La pesantezza dell’accusa impone una replica per amore di verità nei confronti di tutti coloro che non erano presenti alla seduta consiliare” scrive la consigliera Aurora Rossi. “Vero è infatti che, a proposito degli omosessuali, ho detto (e lo confermo) che non costituisce affatto discriminazione, come invece tutta la sinistra strilla ogni giorno, affermare che il matrimonio tra un uomo ed una donna non è assolutamente la stessa cosa dell’unione tra due persone dello stesso sesso. Pur essendo libera ogni persona di organizzare come vuole la propria vita non si può però pretendere che lo Stato consideri e tuteli allo stesso modo la ‘famiglia naturale fondata sul matrimonio’ (e sono parole non mie ma dell’articolo 29 della Costituzione) ed altre forme di unione dalle quali non possono nascere figli se non in forme artificiali”. 
“Quanto all’associazione Frida – continua Rossi – ribadisco che, se davvero essa tutela i diritti delle donne, non v’è forse lesione maggiore della personalità femminile che quella di comprare l’ovulo, impiantarlo in una poveretta del terzo mondo, compensata con non più di 500 o 1000 euro, per poi strapparle immediatamente il bambino che non conoscerà mai né chi ha dato l’ovulo ne chi l’ha tenuto nel grembo per nove mesi e tutto questo per soddisfare i capricci di qualche ricco omosessuale dei paesi che si considerano (ma non lo sono affatto) i più evoluti. Una pratica questa che si commenta da sé anche perché i suoi sostenitori, vale a dire tutte le sinistre, strillano ogni giorno per cuccioli di cane e gattini che vengono strappati alla mamma appena nati. Stupisce dunque, ma solo fino a un certo punto, il silenzio del mondo femminista su questa abominevole pratica che l’articolo 5 del disegno di legge Cirinnà, così tanto voluto da Pd ha il pudore di non nominare ma verrebbe matematicamente ad autorizzare. Si pensi quel che si vuole ma è così con buona pace del femminismo di Frida, del Pd di Castelfranco e di chiunque altro. Questo è quanto ho detto in consiglio”.