Sette comuni in uno, il direttore Irpet difende la fusione

21 novembre 2015 | 11:19
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Sette comuni in uno, il direttore Irpet difende la fusione
Sette comuni in uno, il direttore Irpet difende la fusione
Sette comuni in uno, il direttore Irpet difende la fusione

“Spesso abbiamo sentito la politica rivolgersi alle imprese criticandole perché troppo piccole e incapaci di innovare. È giunta l’ora, forse, che la politica rivolga questa critica anche a sé stessa”. A dirlo è Stefano Casini Benvenuti, direttore generale dell’Irpet (l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana), arrivato questa mattina a Fucecchio per illustrate la proposta di accorpamento dei comuni toscani in 49 macro aree. Progetto che nel Valdarno Inferiore suggerisce la creazione di un unico grande comune comprendente i territori di Santa Croce, Fucecchio, Castelfranco, Cerreto Guidi, Santa Maria a Monte, San Miniato e Montopoli. (Leggi anche S.Miniato frazione di S.Croce e Spinelli assegna le deleghe)

Dopo le tante prese di posizione, quindi, un’occasione per approfondire seriamente un’ipotesi che prova a dare una risposta al tema mai così urgente della riorganizzazione istituzionale e amministrativa. Occasione resa possibile grazie al workshop organizzato dall’associazione Immagina la Toscana nella sede della Fondazione Montanelli Bassi a Fucecchio. “Io credo abbastanza in questa proposta – ha detto il direttore Benvenuti -. È il risultato, in realtà, di un filone di studi iniziato già negli anni ’80. Se prendiamo la cartina della Toscana e rappresentiamo dei segmenti tra i luoghi di residenza e i luoghi di lavoro, osserviamo che esistono degli addensamenti, i quali, di fatto, evidenziano piccoli sistemi economici a livello locale. Si creano, in pratica, delle aree che condividono un’economia e la stessa richiesta di servizi”. Da qui l’ipotesi non tanto di una fusione, ma piuttosto di un superamento dei confini comunali: “I comuni italiani sono il frutto di realtà locali che hanno avuto per secoli uno sviluppo rurale, nel quale difficilmente ci si allontanava dal proprio paese o dalla propria città – ha proseguito il direttore -. Adesso la dimensione è molto più ampia: riuscire ad allargarla ci renderebbe più attrattivi anche per gli investimenti”.
Il primo obbiettivo, poi, è ovviamente quello del risparmio, che secondo l’Irpet ammonterebbe a 200milioni l’anno sull’intero sistema regionale. “Risparmi che si ricaverebbero soprattutto dall’amministrazione generale e dai costi della politica”, ha detto Benvenuti, provando a replicare anche agli argomenti principali di chi non condivide le conclusioni di Irpet. Al primo punto il tema della vicinanza al cittadino: “È vero – ha detto il direttore – che oggi permette ai sindaci di essere a stretto contatto con le richieste dei cittadini, ma l’attuale carenza di risorse da sì che i sindaci, ormai, siano solo capaci di ascoltare senza avere gli strumenti per dare delle risposte. Con questo sistema, invece, si libererebbero risorse sia per rispondere a certe necessità (pensiamo ad esempio alle manutenzioni) sia per implementare i servizi sul territorio”.
Altro tema caldo quello dell’identità, che secondo Benvenuti, in realtà, “è tenuto in grande considerazione all’interno dei nostri studi, ma non può ridursi ad una semplice conservazione confini comunali. Se le identità sono forti, non hanno bisogno di restare aggrappate a un confine”.
All’incontro, moderato da Alberto Malvolti della fondazione Montanelli Bassi, sono intervenuti anche l’ex consigliere Pdl Fabio Calugi e il responsabile relazioni esterne di Immagina La Toscana Nicola Nascosti, ex consigliere regionale, che ha sottlineato la necessità di chiudere “l’esperienza fallimentare delle Unioni dei comuni e del circondario”. “Non è possibile – ha detto Nascosti – continuare ad avere regole e tariffe tra un chilometro e l’altro”. (g.p.)