M5S attacca Baldacci e Acque sui 31 chilometri di tubi in amianto

2 novembre 2015 | 17:22
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M5S attacca Baldacci e Acque sui 31 chilometri di tubi in amianto

Il Movimento 5 stelle di Santa Croce sull’Arno torna all’attacco dopo il consiglio comunale in cui è stato discussa la questione del problema delle tubazioni in amianto della rete idrica.

“Veniamo ai fatti – dicono gli Esponenti 5 stelle – di ciò che è successo in consiglio, confutando in modo chiaro tutte le argomentazioni addotte nella risposta alla nostra interpellanza dall’attuale giunta. Alla nostra richiesta di delucidazioni in merito ai luoghi e alle zone dove sono concretamente collocati i 31 chilometri sugli 85 totali di condutture in amianto presenti nel nostro territorio, non ci è stata fornita alcuna risposta. Ciò ci induce a ritenere che nemmeno l’assessore sappia dove siano queste condutture. In compenso – dicono dal M5s – quest’ultimo ha tentato di rassicurare i cittadini,  riferendo che  il gestore Acque ha elaborato un piano di monitoraggio amianto sulla propria rete in gestione, che sta già attuando, e dal quale i primi risultati fatti in due aree del nostro territorio hanno dato il risultato di 0 fibre d’amianto. Quindi il piano di Acque, e sulla base del quale questa amministrazione rassicura i propri cittadini, prevede appena due punti di monitoraggio, nello specifico uno a Staffoli ed uno a Santa Croce sull’Arno. Ma come, ben due punti di controllo su 31 chilometri di condotte in amianto? Ironizzano dal Movimento 5 stelle
“Il paradosso- incalzano ancora gli esponenti dell’ M5s – a nostro avviso è stato raggiunto quando l’assessore Baldacci ha avvallato il punto di vista del gestore Acque spa “che ritiene che la sostituzione delle tubazioni in amianto, sarebbe oltremodo più dannosa in quanto la rimozione e lo smaltimento di materiali contenenti amianto” sempre secondo Acque, risulta un problema acclarato dal punto di vista dell’ambiente e della salute dei lavoratori, che sarebbe accentuato se effettuato su scala massiva e preventiva indipendentemente dall’effettivo stato dei manufatti. Concetto a nostro avviso semplicemente inaccettabile. Come dire che poiché ci vogliono soldi ed è potenzialmente rischiosa la rimozione per le maestranze che opererebbero le bonifiche, meglio non toccare nulla, e sobbarcare semplicemente dell’eventuale rischio tutti i cittadini.
Poi gli esponenti M5s fanno il punto sulla situazione normativa, in merito alle tubazioni in amianto e dicono “Un recente rilevamento dell’Autorità Idrica Toscana – spiegano dall’M5s – evidenzia come nel nostro comune la presenza delle condotte idriche contenenti amianto sia ben del 36 per cento sul totale, ben più alta della media regionale che si attesta al 5,96 per cento. Secondo l’assessore Baldacci, che cita il disegno di legge del 2001 aggiornato con le linee guida del 2003 Non esistono limiti di legge nella normativa italiana per le acque potabili sulla presenza di fibre nelle acque, e quindi non esiste alcuna prova che evidenzi la pericolosità della sostanza ingerita dall’uomo, pertanto l’amianto non viene considerato quale parametro da controllare e non ne fissa i limiti”.
Peccato – dicono dai banchi dell’opposizione – che l’assessore si riferisca a dati di ben 12 anni fa, ignorando dati fattuali ben più recenti, come ad esempio la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo nel 14 marzo 2013 che, allo scopo di ridurre al minimo i rischi per tutti i tipi di malattie legate all’amianto, come pure diversi tipi di tumori causati anche dall’ingestione di acqua contenenti tali fibre, provenienti da tubature in amianto esorta l’Unione Europea a elaborare modelli per il monitoraggio dell’amianto esistente negli edifici pubblici e privati, compresi gli edifici residenziali e non residenziali, i terreni, le infrastrutture, la logistica e le condutture. Sempre il parlamento europeo esorta l’unione europea anche a elaborare modelli per il monitoraggio delle fibre di amianto presenti nell’aria sui luoghi di lavoro, nei centri abitati e nelle discariche, nonché delle fibre presenti nell’acqua potabile veicolata tramite condutture di cemento amianto”.
“Ma facciamo una riflessione proprio sulla questione economica dal loro sito internet si evince che Acque spa nel 2013 ha incassato dalle nostre tariffe 110.642.913 euro, finendo l’anno con un utile di 6.596.531 euro, aumentando quindi  il patrimonio netto a 76.718.403 euro. Sempre spulciando il bilancio 2013 – dicono gli esponenti M5s – si nota che sono stati distribuiti dividendi per i soci 45per cento privato, 55 per cento pubblico per quasi un milione di euro. Un fatto che cozza con la decisione di rivedere al rialzo le tariffe 2014 e del 2015 del 6,5 per cento, che frutteranno circa 7 milioni di euro in più. E tutto questo non tenendo di conto di come la nostra bolletta sia già la più cara d’Italia. Vi pare che fosse troppo, da parte del comune, chiedere informazioni esaustive e farsi veramente garante della salute dei propri cittadini? Probabilmente era davvero troppo esercitare pressioni verso Acque spa affinché, a fronte di cotanti utili, mettesse mano ad un piano programmatico pluriennale di dismissione e bonifica delle tubazioni in cemento-amianto. Questa è la prova provata e passateci il gioco di parole, che se a gestire i diritti inalienabili delle persone, come nella fattispecie il diritto alla salute o dell’acqua, ci sono società private, o peggio ancora controllate pubbliche  un mondo dove si intrecciano interessi di ogni genere, economici e politici difficilmente si potrà fare solo ed esclusivamente gli interessi dei cittadini”.