
Il problema dell’unità del Valdarno anche dal punto di vista sanitario preoccupa anche la corrente SinistraDem della provincia di Pisa.
Il dibattito si fa complesso e nel corso delle settimane dopo le schermagli che a tratti emergono tra i sindaci e le differenze di posizione anche il Pd provinciale si trova costretto ad intervenire. La posizione di SinistraDem è chiara ed è riassunta in una frase che dice nettamente che il Comprensorio deve rientrare nell’area vasta della Costa per quanto riguarda la sanità, (ma questo lascia facilmente intuire che la posizione sia analoga anche per tutto il resto ndr). L’obiettivo è mantenere e garantire i servizi per i cittadini ed evitare che i quattro comuni: Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, San Miniato e Montopoli in Valdarno diventino territori periferici. E infatti da Sinsitra Dem dicono: “La condizione imprescindibile per la realizzazione di questi obiettivi è che sia salvaguardata l’unità dei quattro Comuni e l’area distretto del Valdarno Inferiore, e ciò può avvenire solo all’interno dell’Asl e dell’area vasta della Toscana costiera”. Una posizione netta anche se arriva dopo qualche mese di dibattito e che probabilmente rappresenta anche una replica a quanto emerso negli ultimi giorni da Fucecchio, dove in molti hanno percepito nelle parole di Spinelli pronicniate in occasione della visita di Saccardi, un tentativo di aprire la strada ad una manovra per inglobare il Comprensorio nella città metropolitana fiorentina. Insomma qualcuno sembra essersi svegliato da Pisa e sembra essere pronto a rivendicare una certa appartenenza del Valdarno. Una questione sulla quale forse, in questo specifico caso, c’è anche una corrispondenza politica. Da un lato un’area forse più renziana che anche all’interno del comprensorio non disdegnerebbe di “morire fiorentina” e dall’altro la tradizione politica del Pd pisano ovvero chi è legato ad altre correnti, da quelle di discendenza Ds a quella forse di matrice più centrista, che invece sembrano propendere più per la rivendicazione di un’identità “pisana” del comprensorio.
In questo scenario rimane abbastanza spuria la posizione del Pd di Montopoli anche alla luce degli sviluppi della ultime ore dove il sindaco probabilmente a questo punto non sa che pesci prendere anche se l’unione comunale del Pd almeno formalmente sembra propendere per l’area Vasta costa.
“Il tema dell’unità del Valdarno Inferiore – spiegano gli esponenti di SinistraDem – per dare a quel territorio e alle sue istituzioni rappresentative un peso politico e una capacità di rappresentanza proporzionale al rilievo economico e sociale dell’area è una priorità che il Pd dovrebbe darsi. E, conseguentemente, la questione della collocazione della zona nell’ambito della riorganizzazione complessiva del sistema socio-sanitario della Toscana e rispetto alla tendenza di fondo a suddividere la Toscana in tre grandi aree omogenee, l’area costiera, l’area centrale e l’area sud, non può più essere eluso dai gruppi dirigenti del Pd a livello provinciale e regionale.
Allo stesso modo – continuano i democratici – non è difficile prevedere che, se in assenza di una direzione politica adeguata del processo, si lascerà che le cose portino alla divisione dei Comuni del Valdarno tra due Asl diverse e tra due aree vaste diverse. I due tronconi che si verranno in questo modo a determinare saranno entrambi collocati all’estrema periferia delle aree di cui faranno parte, non avranno la forza politica necessaria per garantire quel potenziamento dei servizi sociosanitari di livello territoriale che nel Valdarno è assolutamente necessario e soprattutto non avranno la capacità di dare una rappresentanza adeguata ai problemi di una delle realtà produttive più importanti della Regione, il distretto conciario e calzaturiero. Se non evitiamo queste previsioni si tratterebbe di un fallimento di cui il partito democratico, purtroppo, dovrebbe assumersi la responsabilità e pagarne le conseguenze politiche”.
Poi c’è anche una sollecitazione alla segreteria provinciale pisana: “Ma anche il gruppo dirigente del Pd provinciale pisano dovrebbe riflettere sulle conseguenze che avrebbe, anche ai fini della costruzione dell’Area vasta della Toscana costiera in cui il territorio pisano ambisce a svolgere una funzione di fulcro, la decurtazione di una zona che costituisce attualmente l’area produttiva più importante e più orientata all’esportazione della provincia.
E dal punto di vista regionale l’obiettivo, centrale nel programma elettorale del presidente Enrico Rossi, di costruire un assetto istituzionale della Toscana che bilanci il peso dell’area metropolitana fiorentina con un’adeguata valorizzazione e integrazione delle risorse della Toscana costiera e con un suo rilancio produttivo, non ci sembra compatibile con la prospettiva di una suddivisione del Valdarno Inferiore tra l’area centrale e l’area costiera. Per questo SinistraDem di Pisa chiede ai gruppi dirigenti locali, provinciali e regionali del Pd un impegno forte (che deve puntare a quattro obiettivi fondamentali ndr)
Salvaguardare l’unità dei 4 Comuni del Valdarno
“Anche nella prospettiva di ulteriori passaggi, come quelli previsti dal recente studio dell’IRPET- dicono da SinistraDem – l’esigenza dell’aggregazione si propone in modo ancora più acuto, di fronte alla dimensione ormai globale dei processi economici, alla necessità di accompagnare al completamento del sistema della depurazione e dei controlli ambientali una crescita della capacità di competere sul terreno della qualità, dell’innovazione, della formazione, e anche all’esigenza di non vivere solo delle industrie manifatturiere del distretto, che non potranno garantire per sempre il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e di reddito”.
Garantire la collocazione unitaria del Valdarno
“Nell’ambito dell’area vasta della Toscana costiera, – sottolineano i democratici di sinsitra- a cui è già collegato per quanto riguarda temi come la gestione dei rifiuti, le politiche del lavoro, la scuola, i bandi europei, e non ci sarebbe alcuna ragione di una collocazione diversa solo e soltanto sui temi della sanità”.
Sfruttare la legge regionale 28
“La legge regionale 28 per il riordino urgente dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario – dicono ancora dal Pisa – è secondo noi una buona legge, perché, a fronte di tagli di risorse alla sanità dal governo centrale alle regioni la giunta regionale ha deciso di fare economie soprattutto concentrando i punti di spesa, ossia passando dalle attuali 12 Usl a 3 Usl (più i 3 ospedali universitari) e questo è per noi un ottimo obiettivo”.
La garanzia degli obiettivi strategici
Ultimo punto su cui SinistraDem punta il dito è quella degli obiettivi strategici: “Nel quadro – dicono – dell’attuazione della legge vanno garantiti obiettivi come la continuità della permanenza sul territorio del Valdarno Inferiore del patrimonio che oggi afferisce all’Asl 11 e l’attuazione dei progetti di investimento che in quell’ambito erano stati definiti; una specializzazione e una diversificazione, ma in nessun modo una riduzione quantitativa e qualitativa dei servizi territoriali, che operano nei campi della prevenzione, del filtro rispetto al ricovero ospedaliero (anche con soluzioni come le case della salute), dell’assistenza domiciliare dopo la dimissione dall’ospedale, della promozione dell’autosufficienza della popolazione anziana; il mantenimento delle possibilità attualmente esistenti di accesso agli ospedali anche indipendentemente dall’area di riferimento, specialmente per coloro che risiedono in aree di confine o in aree particolarmente decentrate o isolate del nostro territorio. In questo senso dovrà essere orientata anche la riorganizzazione del 118”.