Province, lavoratori e funzioni da ricollocare, approvata la legge regionale

27 ottobre 2015 | 19:41
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Province, lavoratori e funzioni da ricollocare, approvata la legge regionale

Sono circa mille i lavoratori delle province che da gennaio passeranno in carico alla regione e ad altri enti con la riorganizzazione prevista dalla legge Del Rio che in Toscana trova attuazione attraverso le legge regioanle votata a maggioranza oggi (27 ottobre) con i 13 voti contrari dell’opposizione e l’astenzione di Sì Toscana.

La manovra di ricollocazione dei lavoratori costerà ai Toscani circa 41 milioni e 300 mila euro, 22 che la Regione trasferiva alle Province e 18,8 di entrate extratributarie che entravano nelle casse della Province. E la ridistribuzione del personale coinvolgerà vari enti dai comuni, alle unioni comunali, fino direttamente alla Regione. Molti rimarranno nella loro sedi attuali che dieteranno uffici territoriali nella Regione in alcuni casi.
Partiamo dai nodi che erano rimasti più spinosi fino alla seduta del consiglio regionale. Per la legge la polizia provinciale dovrebbe essere riassorbita dalle polizia municipali per garantire il passaggio della funzione che erano delle guardie provinciali ai locali comandi della municipale per la partita non è ancora del tutti definita anche se la strada sembra tracciata: “Ci siamo presi tempo fino al 20 novembre, – precisa l’assessore alla presidenza della regione Vittorio Bugli – grazie ad una decisione dell’osservatorio regionale sulla legge 56 che si è riunito ieri sera, per capire meglio le esigenze delle Regioni e delle Province e per trovare soluzioni condivise”.
Le funzioni di turismo e forestazione finiranno in capo ai comuni e quindi probabilmente anche alcune figure professionali che si occupano di queste funzioni circa 200 lavoratori. Gli enti coinvolti nella forestazione saranno le unioni dei comuni in provincia di Pisa in primo luogo l’Unione Montana Alta Val di Cecina e poi le altre della toscana: ovvero l’Unione dei Comuni del Pratomagno per Arezzo, l’Unione di Comuni Montana Colline Metallifere per Grosseto, l’Unione di Comuni Montana Colline Metallifere per la Livorno, l’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio per Lucca, l’Unione di Comuni Montana Lunigiana per Massa Carrara, l’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio per Prato, l’Unione di Comuni Montani Appennino Pistoiese per Pistoia e l’Unione dei Comuni della Val di Merse per Siena. Chi invece si occupava di sport resterà alle Province ma sarà assegnato o alle funzioni fondamentali o alle politiche attive del lavoro in sostituzione del personale nel frattempo andato in pensione, oppure potrà essere trasferito a quei Comuni che lo vorranno.
In Toscana escono inalterati dal riordino degli enti locali anche i numeri del personale addetto ai centri per l’impiego in modo diretto o in appalto esterno. Per i 93 lavoratori a tempo determinato e i circa cinquecento che lavorano per le aziende che hanno in appalto i servizi è stato richiesto di garantire il rinnovo dei contratti per tutto il 2016. “In questo modo – ricorda Bugli – saremo in grado di garantire continuità ai servizi e a chi ci lavora”. I 416 lavoratori a tempo indeterminato rimarranno in carico alle Province. La normativa nazionale esclude la possibilità di un passaggio diretto alla Regione.
Ai mille su circa 4mila lavoratori delle vecchie province, che passeranno a comuni, regione, enti sovracomunali, se ne potranno aggiungere altri 75 che oggi sono addetti alle funzioni trasversali.
“Siamo stati la prima Regione a dotarsi di una legge di riordino per risolvere il nodo del riassorbimento delle funzioni e del personale delle Province – spiega l’assessore Bugli – e saremo probabilmente l’unica Regione a rispettare i termini entro il 31 ottobre: una risposta alla legge Del Rio, una scelta anche coraggiosa e per adesso unica, un modello a cui probabilmente si rifaranno altre Regioni molto più indietro nel percorso istituzionale”.
“Oggi completiamo su tutta la parte del personale il lavoro iniziato mesi fa – prosegue l’assessore -: un percorso fatto di discussioni aperte e scelte condivise. Con un emendamento del Pd viene rafforzato il ruolo della conferenza dei sindaci. Le esigenze dei sindacati sono state valutate e in parte accolte. Il lavoro svolto alla fine ci porterà a semplificare la pubblica amministrazione e a provare a offrire migliori servizi a cittadini e imprese, evitando interruzioni e disagi”. “Ci siamo mossi – continua – ispirati da sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. L’abbiamo fatto costruendo una Regione che non sarà più solo ente di legislazione e programmazione ma anche ente gestore di molte funzioni, dall’agricoltura alla caccia e pesca, dall’ambiente alla difesa del suolo, dalla formazione professionale alla realizzazione e manutenzione della viabilità regionale”. Crescono, con il passaggio in aula di oggi, anche le funzioni in capo alla Regione, che a quelle fatte proprie nei mesi scorsi somma ora, per quanto riguarda l’ambiente, anche aree protette, referenti provinciali e responsabili delle sale dei centri operativi antincendio boschivo, rifiuti e bonifica dei siti inquinati.