Toti a Gabbanini:”Per stare insieme rinunciare Campanile”

Il Comprensorio in un unico comune. La provocazione dell’Irpet che ha ridisegnato la Toscana in 50 macro comuni (leggi qui) trasformando il comprensorio e i vicini confinanti nel grande comune di Santa Croce sull’Arno continua a far discutere, soprattutto dopo che i sindaci hanno espresso il loro pensiero.
La prima reazione arriva da Gabriele Toti, che proprio durante un incontro con i giornalisti per altre questioni, in comune a San Miniato replica secco con una stoccata indirizzata neppure troppo velatamente proprio al padrone di casa, Vittorio Gabbanini: “Per stare insieme bisogna volerci stare, al di là della legge. Se veramente vogliamo stare insieme noi comuni del Comprensorio dobbiamo cominciare a rinunciare ciascuno al proprio campanilismo. Per me non conta chi è primo, perché per andare veloci si va da soli, ma per andare lontano bisogna andare insieme”. Citando proprio il libro del suo amico Enrico Letta. Insomma un rapido scambio di battute con i giornalisti con il sorriso sulle labbra, ma che in realtà sferza un po’ tutti i sindaci del Comprensorio, a cominciare da Vittorio Gabbanini che, parlando dello studio dell’Irpet, ha rivendicato il primato di San Miniato nella futura Unione sottolineando poi che San Miniato potrebbe fare anche da solo. Ma forse Toti critica anche le parole di Giulia Deidda e il silenzio di Capecchi, proprio perché forse le parole di Toti non sono solo una puntualizzazione al commento di Gabbanini, ma anche un richiamare all’ordine gli altri tre comuni che sulla carta costituiscono l’Unione del Valdarno inferiore, un soggetto che a distanza di molti mesi, ormai (quasi un anno ndr) è rimasto solo sulla carta, politicamente parlando. Anzi, in queste ultime settimane gli impedimenti a una effettiva operatività dell’Unione dei comuni sono aumentati a cominciare dalla questione della sanità. Secondo Toti quindi, è da dedurre, che il problema è la volontà di dare corpo e reale operatività all’Unione dei comuni. Nel parlare di campanili poi, probabilmente accenna alla necessità, con spirito molto cattolico, di rinunciare a un pezzetto della propria identità per acquisirne una comune, passo che per ora i sindaci del Valdarno non sembrano essere riuscire a fare o a voler fare, per una vasta serie di questioni politiche e amministrative, non certo per loro personale volontà. Intanto però quello che non si riesce a fare sul territorio, alla fine, sembra che prima o poi lo farà la storia se questa voglia di fusioni unioni e accorpamenti continuerà ad essere un indirizzo politico, come dimostra anche l’idea del presidente della Regione Rossi di creare un’unica regione del centro Italia. (G.M.)