Filippeschi (Pd): “Avanti con Senato autonomie”

11 agosto 2015 | 13:01
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Filippeschi (Pd): “Avanti con Senato autonomie”

Avanti con le riforme istituzionali e soprattutto con il Senato delle autonomie. A rilanciare è, in una nota, il sindaco di Pisa e presidente nazionale di Legautonomie, Marco Filippeschi, che chiede di farsi sentire a sindaci e presidenti di regione e ai consiglieri regionali.
“Il Senato delle autonomie è un nostro obiettivo, trasversale alle appartenenze – dice Filippseschi – A settembre sarà in campo anche una nostra iniziativa. Qualcuno di noi è in prima linea da anni per una battaglia giusta, che ha radici profonde nella sinistra e che è stata nel dna dell’Ulivo, anticentralista”.

“Una ricerca di Legautonomie fra i sindaci – dice Filippeschi – realizzata nel 2011 da GM&P, dava l’84 per cento di consensi per questo cambiamento. Ricordo poi che dalla consultazione pubblica sulle riforme costituzionali promossa dal ministro Quagliariello, che ha raccolto 203.061 questionari validati dall’Istat, è risultato che l’87,8 per cento dei cittadini vuole il superamento del bicameralismo paritario. Si deve tenere di conto di un’opinione larghissima e si deve voltare pagina, superando un sistema antiquato e dispendioso, che complica e rende poco trasparente il processo legislativo”. “C’è un rigurgito di conservatorismo al quale non si deve cedere – aggiunge Filippeschi – si vede che da destra e da sinistra, per affossare il governo Renzi, si vuole annullare un percorso di riforme che corrisponde alla volontà dei cittadini”.
“Sono d’accordo con il presidente Napolitano – sottolinea Filippeschi – e non è per caso che la sua voce autorevole si levi così chiara. Un Senato che rimanesse elettivo snaturerebbe la riforma del bicameralismo paritario e ci riporterebbe al punto di partenzabasti leggere le motivazioni contraddittorie di alcuni proponenti”. “Si deve evitare – conclude – un arroccamento contro la necessità di cambiamento che rappresenterebbe un durissimo colpo al futuro del nostro paese e un assist potente ai populismi che prosperano nell’arretratezza delle istituzioni e nella conservazione dell’inefficienza della nostra democrazia”.