
Tra pochi giorni è atteso l’insediamento del consiglio regionale. Il Partito democratico pisano è riuscito a esprimere tre consiglieri regionali: Antonio Mazzeo, uno dei favoriti alla vigilia del voto, esponente della corrente Renziana, Alessandra Nardini, la giovane che ha spiazzato tutti e Andrea Pieroni, espressione di una tradizione politica centrista, appartenente alla corrente Lettiana.
Un successo, quello di Pieroni, su cui non tutti avrebbero scommesso.
Pieroni, lei è il terzo eletto Pd in consiglio regionale per Pisa, si aspettava questo risultato? Come lo legge?
Questo risultato, in termini numerici, 6.155 preferenze, è andato sicuramente al di là di quella che poteva essere l’aspettativa. Si parla di un 32 per cento di voti di preferenza, cifra abbastanza alta. Per me il risultato personale atteso era intorno a 5mila, quindi posso parlare di un elemento di positiva sorpresa. Questo risultato è gratificante perché è un riconoscimento al lavoro svolto da presidente della provincia e da persona conosciuta sul territorio. Per me è anche una sorta di pagella, come presidente della provincia quindi è un voto di ampia sufficienza rispetto al lavoro svolto. Poi c’è da dire che sono preferenze raccolte in maniera omogenea un po’ ovunque, anche se in realtà avevo meno punti forza dal punto di vista personale e dell’area politica a cui faccio riferimento. Su di me c’è stato un voto d’opinione positivo. Un risultato che mi affida ruolo particolare. Il fatto che sono il candidato più votato nell’alta Valdicecina, ad esempio. Questo è un dato importante visto che anche le liste civice come quella del sindaco di Volterra si era schierate contro di me.
Tra pochi giorni vi insedierete come consiglieri regionali. Qual è la prima cosa su cui vorrebbe impegnarsi? In campagna elettorale è stato detto molto, ma la primissima cosa su cui lavorare da subito secondo lei quale è?
“Non è facile perché le questioni sono molte. Partendo dalle priorià credo che il primo impegno debba essere rivolto al sostegno della piccole e medie imprese che sono l’ossatura del nostro territorio. Loro soffrono di un eccessivo carico fiscale e troppa burocrazia. Operare per agevolare lo sviluppo e gli investimenti e semplificare gli aspetti burocratici per dare fiato a questi primi, timidi, segni di ripresa economica. Sempre in una logica rivolta all’occupazione, soprattutto quella giovanile. Poi bisogna rivedere il sistema della formazione per fare in modo che la formazione professionale sia quella che serve alle imprese, favorendo integrazione scuola e lavoro.
L’esito del voto farebbe pensare che le sue aree di riferimento siano prevalentemente la Valdera e il comprensorio del Cuoio: si sente questa responsabilità?
La natura del voto che ho avuto è complessa e mi affida responsabilità complessive perché il territorio pisano possa trovare spazio di sviluppo delle potenzialità. Ciò detto, l’elettorato mi ha affidato responsabilità in mote zone. Sicuramente la zona del Cuoio è una delle zone che conosco meglio e poi merita un’attenzione particolare perché è un distretto produttivo a livello nazionale e non solo provinciale, in questo senso il Cuoio ha bisogno di una particolare attenzione. La Valdera, lì c’è anche Alessandra Nardini, ma vivendo in Valdera mi sento anche la responsabilità di questa area, altro pezzo importante della provincia. Io proverò a fare del mio meglio per tutti.
Pisa esce dalle urne competamente ridisegnata. Cosa accadrà adesso?
La mia lettura dello scenario politico è che sicuramente che queste elezioni hanno dato un risultato diverso da quello pronosticato. Però è anche vero che ogni vicenda va contestualizzata rispetto all’ambito in cui si svolge e anche le elezioni vanno lette nel contesto in cui si svolgono. Credo che quello che va evitato è di ragionare con i paradigmi della rivalsa o della vendetta. Io credo che ci sia bisogno di un partito a Pisa. Abbiamo visto, anche in queste elezioni regionali, che la campagna elettorale l’hanno fatta i candidati e il partito si è mosso in minima parte. Serve un partito che lavori a fianco degli amministratori. Parrini ha detto che si sono creati dei vuoti in alcune province e che bisogna fare presto a sistemare le cose: per la nuova dirigenza pisana bisogna fare presto e bene e bisogna muoversi su soluzioni inclusive. Il partito è utile se è la casa in cui tutti si riconoscono. Se questa diventa la casa solo di alcuni e gli altri diventano ospiti è un problema. Auspico che a livello provinciale e comunale si tenda a lavorare per il massimo coinvolgimento e la più ampia condivisione. Non ragionando solo sul crinale di chi è renziano e di chi non lo è. Anche perché credo che a questo governo al momento non c’è un’alternativa e il governo va valutato per quello che fa e per quello che non fa e non solo per l’appartenenza alla corrente del capo. I problemi sul tappeto sono tali e tanti che le migliori energie devono essere valorizzate”.