Smith di Volterra chiude, la reazione di Pieroni e Mazzeo
La Smith International di Saline di Volterra annuncia l’intenzione di chiudere lo stabilimento, i candidati al consiglio regionale del Pd insorgono. Antonio Mazzeo intatti in poche parole dice: “E’ una notizia inaccettabile. Ho immediatamente preso contatti col governo perché sia salvaguardata una realtà importantissima per la Val di Cecina e, soprattutto, siano tutelati i posti di lavoro”. Andrea Pieroni altro candidato al consigli regionale nella lista Pd per il collegio pisano invece fa una riflessione più articolata e spiega: “Un colpo da ko per l’economia di tutta la Val di Cecina. Un colpo che l’economia di questo pezzo di provincia rischierebbe di non reggere e che non si merita, tanto di più che la Smith International è un’azienda sana e innovativa”.
Lo sostiene il candidato al consiglio regionale per il Pd ed ex presidente della provincia di Pisa Andrea Pieroni commentando la possibile chiusura dello stabilimento di Saline di Volterra della multinazionale. La diminuzione del prezzo del petrolio aveva fatto tremare gli oltre 200 dipendenti diretti e l’indotto dell’azienda che si occupa di prodotti per l’industria estrattiva e nella quale, al momento, lavora circa un terzo dei dipendenti, mentre gli altri sono per lo più in cassaintegrazione. L’ammortizzatore in scadenza, inoltre, aveva reso necessaria una riorganizzazione del gruppo. “Che, però – secondo Pieroni – non può essere chiudere questo stabilimento, vitale per l’economia del territorio. La diminuzione del prezzo del petrolio e il calo della domanda non possono bastare a giustificare il sacrificio di professionalità importanti sulle quali l’azienda ha fatto investimenti, come li ha fatti sull’innovazione tecnologica. Investimenti sono stati fatti anche dalla Regione per la formazione”.
Per questo, secondo Pieroni, “Lo stabilimento è perfettamente in grado di stare sul mercato e di essere competitivo”. Quindi non può essere chiuso. Quel che serve, invece, “è aprire una trattativa che porti al tavolo anche enti locali, Regione e governo nazionale, perché in un momento in cui si parla di ripresa dell’economia, un colpo così duro alla Val di Cecina sarebbe inaccettabile”.