




“Con la crisi economica in corso nel nostro Paese non è accettabile pensare di dare ospitalità a degli immigrati, che si rifiutano di ricambiare l’accoglienza con qualche lavoretto di pubblica utilità, visto che lo Stato italiano paga mille euro al mese per ospitarli, il doppio di quanto prende un pensionato con la minima, tre volte quanto spetta a un invalido. Se pensano di sfruttare la situazione, tornino a casa loro”.
Questa è la reazione di Giovanni Donzelli, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia e candidato governatore della Toscana, dopo l’incontro di questa mattina con i 15 richiedenti asilo ospitati in piazza XX settembre a San Miniato, oggetto da giorni di polemiche per essersi rifiutati di svolgere alcuni lavoretti di pubblica utilità in cambio dell’ospitalità ricevuta (leggi qui).
Accompagnato da Gustavo Pagni, coordinatore provinciale del gruppo Fratelli d’Italia e da Flavio Baldi, consigliere comunale di Ricostruiamo Santa Croce e Staffoli, Donzelli ha voluto parlare di persona con questi rifugiati per capire come stesse la situazione. “Dopo il mio intervento alcuni degli immigrati hanno offerto la propria disponibilità e lamentato che nessuno li ha messi nelle condizioni fino a ora di lavorare – racconta Donzelli – mentre altri dormivano ancora e alle nostre domande sono stati molto evasivi. Alcuni di loro pare abbiano capito e che siano disposti a rimboccarsi le maniche. Adesso il Comune non perda tempo e tolga subito loro ogni alibi”.
Sono 15 gli immigrati ospitati nella ex Asl in piazza XX Settembre. Sette di questi sono stati i primi ad arrivare nell’agosto 2014 e sono stati anche i primi ad essere avviati a lavori di pubblica utilità. Il 29 ottobre ne sono arrivati altri 8, ma questi non hanno mai lavorato. Nessuno di loro parla italiano, solo inglese o francese. “Alcuni di loro dichiarano di aver smesso di lavorare – continua Donzelli – perché mancano gli strumenti come giacconi, scope e altro. La Misericodia di Empoli ha ricevuto l’incarico dalla prefettura per gestire questo piano di integrazione, che si attivi insieme al Comune per far lavorare queste persone. Oltrettutto è strano che dopo sei o sette mesi che queste persone sono in Italia ancora non parlino una sola parola di italiano. Ma che fanno dalla mattina alla sera? Il progetto di accoglienza e integrazione è fallito, serve solo a fare soldi per chi se ne dovrebbe occupare”.
Le foto dell’incontro