Lungo il fiume e nella valle, Teatro: S. Miniato batte in testa

di Riccardo Cardellicchio
La festa del teatro a San Miniato ha settant’anni e li dimostra tutti. Batte in testa. Siamo lontani dai tempi delle direzioni di Ruggini, Marrucci, Bongioanni e Davanzati, quando si poteva parlare di teatro dello Spirito, unico in Italia, quindi seguìto dai critici.
Oggi, non lo nego, l’Istituto è più presente in città, nella città alta… in piano, sono tutti presi da Pinocchio, ma è la qualità che gli manca.
Quest’anno, hanno occultato l’autore e la traduttrice-adattatrice, puntando tutto sul regista e sull’attore protagonista, tra l’altro vecchia conoscenza della festa teatrale sanminiatese. Il testo non è altro che la narrazione degli ultimi tre anni di vita di Oscar Arnulfo Romero, vescovo morto ammazzato all’altare – era il 24 marzo 1980 – dai militari, per avere propugnato la libertà del popolo salvadoregno, denunciando violenze, torture e sparizioni subite da quanti s’opponevano al regime. Papa Francesco l’ha fatto beato. Samuel Rovinski protagonista di Il Martirio del Pastore, testo che l’attrice-traduttrice Eleonora Zacchi ha adattato per la Festa di San Miniato. Bene, anzi male, questi due nomi non sono nell’invito, e nella lettera d’accompagnamento, per la consueta anteprima riservata ai giornalisti (che sono sempre meno, per disinteresse), autorità civili, militari, e religiose, gli amici del teatro, sponsor, amministratori comunali, industriali, sindacalisti. Un tempo, alla fine dell’anteprima, tutta questa gente, o quasi, veniva portata, con bus, ai Cappuccini, dove gli era offerta una cena. Quest’anno, l’anteprima è in programma il 14 luglio, ore 21,30, piazza del Duomo. Si potrà assistervi, dopo aver pagato due euro a persona.
Nell’invito e nella lettera, ci sono – invece – gli attori Antonio Solines, 80 anni ed Edoardo Siravo, 61 anni. E il regista Maurizio Scaparro che, di anni ne ha 84.