Lungo il Fiume e nella Valle, a 50 anni dall’alluvione

di Riccardo Cardellicchio
Siamo entrati, da sei mesi, nel 50esimo anniversario della grande alluvione del 4 novembre 1966 e uesto deve portarci ad alcune riflessioni. Provo a dare una mano buttando lì alcune provocazioni.
La politica ambientale deve essere parte integrante del nostro agire, di ogni progetto di sviluppo.
I Comuni devono essere in prima linea qui (lungo l’Arno), forse più che altrove, dove i nemici possono essere numerosi: l’inquinamento atmosferico, il rumore, l’elettrosmog, l’ogm, gli scarichi industriali e non.
I Comuni, se vogliono che i loro centri abitati siano veramente a misura d’uomo, devono essere pronti ad affrontare questi nemici, non devono abbassare la guardia, non devono dare il loro contributo a far diventare sempre più silenziose le nostre primavere.
Un impegno preciso, non condizionato da profezie catastrofiche, ma neanche sordo agli Sos del mondo della scienza.
Nello stesso tempo, l’industria non può sottrarsi all’impegno di migliorare l’ambiente con l’uso, nella produzione, di nuove tecnologie e di sostanze non inquinanti, facilmente controllabili.
Vogliamo muoverci e far muovere i nostri figli in una terra di uomini, non in un pantano chimico, la vita in bilico, come quella dell’Arno.