Lungo il fiume Arno, eroi e vittime senza storia

19 maggio 2016 | 18:25
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Lungo il fiume Arno, eroi e vittime senza storia

C’è stato un tempo non troppo lontano in cui l’Arno è stato protagonista di tragedie e gesti eroici. Uomini oggi sconosciuti di una Santa Croce che non c’è più. Nomi che Valerio Vallini ha recuperato dalla polvere del tempo e che, forse, meriterebbero almeno un piccolo istante di memoria. Buona lettura.

A cura di Valerio Vallini
“La bambina Battini Maria di Emilio, di anni 4, cadde nel fiume e travolta dalla corrente sarebbe miseramente perita se alle grida di aiuto non fosse accorso il nominato Pescini Benedetto nato a Santa Croce sull’Arno il 13 dicembre 1840, operaio, settantatreenne, il quale incurante del pericolo nonostante il freddo intenso si inoltrò vestito nel fiume per un tratto ci circa metri 6 immergendosi fino al petto e non l’avesse tratta a salvamento”.
Così si legge, nello scarno linguaggio burocratico in una carta dell’archivio storico del comune di Santa Croce, ciò che accadde nella località Fossetto, quel giorno 29 gennaio dell’anno 1913. Testimone eccellente di questo salvataggio fu fra gli altri il pittore santacrocese Pietro Parenti, che all’epoca aveva 39 anni. E’ solo uno dei tanti episodi eroici e di grande generosità di cui sono piene le cronache orali e scritte fin da tempi remoti. Due fratelli: Umberto e Ladermano, caduti in una buca d’Arno nei pressi del ponte di ferro, furono salvati da Ugo Maggini, carpentiere di Limite, nonostante soffrisse di ‘vizio cardiaco’.
L’Arno, come sa chi è nato sulle sue rive, ha sempre voluto il suo tributo di vite giovani e meno giovani. Un episodio di grande altruismo e amicizia è descritto in una memoria scritta del luglio 1940. “Nel pomeriggio del giorno domenica 14 luglio corrente, alcuni giovani avanguardisti della vicina città di San Miniato si recavano lungo la corrente del fiume Arno a scopo divertimento e per bagnarsi nelle acque limpide. I Giovani, presa in affitto una piccola imbarcazione, si dirigevano lungo l’Arno verso Castelfranco e, giunti all’altezza della conceria Cherubino Di Quirico, tre di essi, il Volpini Gastone, il Chelli Carlo, il Licostini Sergio, vestiti del costume da bagno scendevano in acqua.” La solita buca, il gorgo della corrente, l’imprevidenza, produssero una tragedia. Grazie alla reciproca generosità dei giovani e all’intervento di un altro giovane Puccini Vezio di Santa Croce, due giovani furono salvati. Uno rimase annegato e il suo corpo ripescato verso il Callone di Castelfranco qualche giorno più tardi. Eroi e vittime senza storia, come tanti altri, che giacciono impolverati e nascosti. Esempi di una lunga serie. E nessuno che li ricordi.