Lungo il Fiume e nella Valle, un temporale fa paura

18 maggio 2016 | 11:31
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Lungo il Fiume e nella Valle, un temporale fa paura

di Riccardo Cardellicchio

Ennesima allerta. Basta un temporale, sia pure primaverile, per tornare ad avere paura dell’Arno, dei suoi affluenti e dei fiumi in generale, a cinquant’anni dall’alluvione e a pochi giorni dalle esondazioni, che hanno provocato danni.

Novembre 1966… la gente si rende conto, a sue spese, cha abita in una regione – la Toscana – con più di cento corsi d’acqua… centoventiquattro, per l’esattezza, senza contare i rii e i fossi. In gran parte – compreso l’Arno – a regime torrentizio: poca acqua d’estate e piene nella stagione delle piogge.
Si va dall’Arno al Tevere, che sono classificati di prim’ordine… l’Ombrone grossetano, il Reno che nasce nel Pistoiese e sfocia nell’Adriatico, e il Serchio, fiume con numerose leggende, sono considerati di second’ordine.
Invece, sono inclusi, tra gli altri, nel terz’ordine Era, Elsa, Bisenzio, Cecina, Cornia, Lima, Merse, Sieve, Pesa, Orcia, Magra, Ombrone pistoiese, Fiora.
Il più numeroso è il quart’ordine, dove troviamo, tra i più noti, Usciana, canale emissario del Padule di Fucecchio, Egola, Frigido, Ema, Navicelli, Emissario di Bientina, Pescia di Collodi e Pecia di Pescia, Roglio.
Novembre 1966… tutti a battersi il petto… non deve più succedere un fatto del genere… tante parole… troppe… promesse d’impegni a piene mani. Conclusione o conclusioni, fate voi… si pensa d’avere risolto i problemi con qualche cassa d’esondazione e la chiusura di alcune draghe… lasciando, caso mai, che si continui a cementificare le golene dei fiumi e a depauperare la campagna?