Se tu fossi qui, un libro per ricordare Luca e contribuire alla ricerca

Forse ci sono la volontà di allontanare quel dolore ancora forte e la voglia di dire a tutti che non sono soli. Più di tutto però, c’è la missione concreta di contribuire a trovare finalmente una cura per la malattia che ha colpito e portato via suo marito. A portarsi via Luca Nuti, a soli 48 anni, è stata la rarissima encefalopatia spongiforme sporadica, per la quale non esiste nessun protocollo terapeutico;
Per raccogliere fondi, la moglie di Luca Alessandra Gozzini ha pensato a un libro, che sarà presentato alle 18,30 di mercoledì 13 dicembre, nella saletta Vallini della biblioteca comunale Adrio Puccini di Santa Croce sull’Arno. Il libro potrà essere acquistato nell’occasione e il ricavato sarà destinato alla ricerca nei confronti di questa malattia “orfana”, in particolare per sostenere i progetti del professor Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona, che con grande umanità e professionalità ha seguito Luca nella sua sfortunata parabola.
Alessandra in ricordo del marito nel novembre 2018 ha fondato l’Associazione Nuti Luca che persegue, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e raggiunge il suo scopo attraverso il sostegno alla ricerca medica e scientifica delle malattie di tipo “neurodegenerative di origine prionica”. L’associazione è stata presentata al mondo il 13 dicembre di quell’anno, 20 anni dopo il suo matrimonio. E nella stessa data – ma 25 anni dopo – Alessandra Gozzini presenterà il libro che ha realizzato affidandosi alla penna del giornalista Marco Sabia.
Il libro si intitola “Se tu fossi qui”, in ricordo di Luca e affinché in futuro sempre meno persone debbano confrontarsi con una condanna a morte inappellabile. “E’ un qualcosa che sento di dover fare dal profondo del cuore – sottolinea Alessandra Gozzini – perché ci sono famiglie che si trovano a vivere quest’esperienza terribile senza poter fare nulla, com’è accaduto a noi. Tanto buono è stato Luca, tanto cattivo è stato il destino nei suoi confronti; Luca ha amato la vita fino in fondo, anche se se è stata ingiusta con lui. Sarò felice quando sarò riuscita a fare qualcosa per chi si sta confrontando con una malattia contro la quale per adesso non abbiamo speranza, per ricordare la splendida persona che era. E grazie a Marco Sabia che ha accolto questo mio bagaglio così difficile; spero che possa continuare a seguire me e l’associazione anche nel futuro”. “Devo ringraziare Alessandra Gozzini – aggiunge Marco Sabia – perché con grande umanità mi ha aperto le porte del suo dolore, accettando di raccontare momenti della sua vita che non potrà dimenticare. Alla fine per me Luca Nuti è diventato come una persona di famiglia, pur non avendolo mai conosciuto. E spero che attraverso questo libro si possa dare un contributo a chi fa ricerca contro questa malattia tanto rara quanto terribile”.