Situazione sanata: l’Auser è accreditata per “servizi alla persona”

Ha presentato l’istanza e la relativa dichiarazione sostitutiva attestante il possesso dei requisiti
Con decreto numero 80 di oggi 8 novembre l’Auser Fucecchio, Associazione per l’Invecchiamento Attivo ha ottenuto l’accreditamento per lo svolgimento di “altri servizi alla persona”. Tutto ciò in base alla legge regionale 82 del 28/12/2009 inerente all’accreditamento delle strutture e dei servizi alla persona del sistema sociale integrato che disciplina appunto l’accreditamento delle strutture residenziali e semiresidenziali pubbliche e private, dei soggetti pubblici e privati che erogano servizi di assistenza domiciliare e altri servizi alla persona, compresi quelli che operano nelle aree dell’integrazione socio sanitaria.
La stessa associazione ha presentato l’istanza e la relativa dichiarazione sostitutiva attestante il possesso dei requisiti richiesti previsti dalla su citata normativa che il competente Ufficio Socio Sanitario dell’Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa ha valutato positivamente per l’erogazione di “altri servizi alla persona”, servizio di prossimità per il supporto alla domiciliarità- sorveglianza attiva” all’associazione richiedente. Nei giorni scorsi, con determina dirigenziale numero 735 del 2 novembre, l’ente di piazza della Vittoria aveva revocato l’accreditamento per l’erogazione di “altri servizi alla persona” all’associazione Auser Volontariato Verde Argento Fucecchio per la mancata trasmissione dell’attività svolta e dei risultati raggiunti entro il termine previsto dalla normativa regionale sopra citata.
Con il nuovo decreto quindi Fucecchio da oggi riacquista un servizio importante rivolto a persone non autosufficienti nell’ambito del sistema integrato degli interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza disciplinato dalla legge regionale numero 41del 2005 che regola oltre all’assistenza domiciliare anche gli altri servizi alla persona demandati a soggetti pubblici e privati che intendono proporre i loro progetti al finanziamento pubblico come parte integrante del sistema di welfare locale.