“Servono spazi e persone disponibili all’accoglienza dei migranti”, l’appello del vescovo

La Prefetto ha comunicato che lo Stato dovrà comunque provvedere alla loro accoglienza, "anche con atti forti per trovare locali disponibili"

“Mi è stato chiesto se la comunità ecclesiale di San Miniato avesse degli spazi e delle persone disponibili all’accoglienza di migranti. Ho fatto presente che attraverso la Caritas, le cooperative, le parrocchie stiamo già mettendo in campo tutti gli spazi e le persone che abbiamo”. Da qui l’appello all’accoglienza del vescovo della diocesi di San Miniato Giovanni Paccosi che oggi 18 luglio ha indirizzato una lettera ai parroci, alle comunità parrocchiali, alle aggregazioni e comunità ecclesiali, alle associazioni di volontariato e ai fedeli della diocesi di San Miniato.

“Carissimi amici – è l’inizio -, in questi giorni sono stato interpellato dalla prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro in ordine alla necessità urgente che la Prefettura si trova di nuovo ad affrontare, relativa all’accoglienza dei profughi e immigrati che stanno arrivando, come sappiamo, a un ritmo molto sostenuto in questi mesi. Sappiamo tutti anche la tragedia umana che questo porta con sé”.

La Prefetto ha comunicato che lo Stato dovrà comunque provvedere alla loro accoglienza, “anche con atti forti per trovare locali disponibili. Dopo questa chiamata ho continuato a pensare se davvero questa non sia una nuova possibilità di dare testimonianza della nostra fede, cioè di una risposta che – se non ha certo la pretesa di risolvere un problema così grande come quello dei flussi migratori – possa offrire almeno a qualcuno di questi fratelli e sorelle, in buona parte minori non accompagnati, quello sguardo d’amore che può rianimare in loro la speranza e in noi l’esperienza che Cristo bussa alla nostra porta nell’altro che ha bisogno. ‘Quel che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me’.

Non pretendo nulla con questa lettera, ma chiedo a ognuno, a ogni comunità, a ogni associazione e gruppo, di considerare se c’è – nella propria disponibilità – qualche spazio fisico (case, appartamenti, strutture) per accogliere la richiesta della Prefettura e se ci sono persone che potrebbero offrirsi per collaborare a quest’accoglienza, che economicamente sarebbe coperta dai contributi dello Stato”.

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