“I poveri troveranno qualcuno che li accoglierà col sorriso”, non di solo pane vive l’emporio della solidarietà






Inaugurato a San Miniato Basso. “Il nostro è un territorio ricco, ma nelle pieghe il disagio resta”. Fra due anni a Fucecchio il terzo emporio
La solidarietà verso gli ultimi si fa materia concreta, mura fra le quali sopperire ai bisogni primari: qualcosa da mettere in tavola in famiglia. Questo vuole essere il messaggio di speranza che porta con sé l’apertura del secondo emporio solidale della diocesi a San Miniato, inaugurato nei locali parrocchiali di fronte alla chiesa della Trasfigurazione di San Miniato Basso oggi 21 dicembre.
Presente parte della comunità parrocchiale, il parroco don Fabrizio Orsini, il vescovo Andrea Migliavacca e don Armando Zappolini, direttore della Caritas Diocesana.
“Quando don Armando – ha detto Simona Della Maggiore, del gruppo diocesano che cura il progetto – ci ha detto che era nei suoi piani coinvolgere San Miniato Basso, subito col consiglio pastorale siamo stati tutti felici e pronti a darci da fare. Nessun dubbio, poi, sul fatto che sarebbe stata un’ottima occasione per intitolare un luogo così importante ad una figura a cui siamo tutti da sempre affezionati, l’amica e dottoressa Leila Urti Giuntini, che per tantissimi anni è stata un punto di riferimento per la comunità” e che è deceduta nel 2010.
Frutto di un comodato gratuito concesso alla Caritas, quello di San Miniato Basso è il secondo emporio solidale della diocesi, dopo quello inaugurato a Santa Croce nel settembre 2020 (qui). Una felice intuizione del direttore della Caritas diocesana, don Armando Zappolini, che da tempo pensava a questo tipo di soluzione con l’obiettivo di realizzare forme nuove di solidarietà, nella logica di affiancare all’esperienza del ‘pacco alimentare’ una risposta di carattere più “strutturale”, contro la povertà sempre più diffusa anche nei nostri territori. Percorso giunto solo a metà, dato che ne sorgeranno nei prossimi anni altri due, a Ponsacco e Fucecchio. In pratica uno in ogni vicariato della diocesi.
“Adesso ci prenderemo una piccola pausa, ma solo per dedicarci ad altro – ha spiegato don Zappolini –. Stiamo organizzando una casa per le donne in difficoltà a Selvatelle, che vedrà la luce a breve. Fra due anni, poi, a Fucecchio apriremo il terzo emporio. Inaugurare però questo luogo oggi, a pochi giorni dal Natale, in cui i poveri troveranno qualcuno che li accoglierà col sorriso è una grande gioia”.
In pratica un vero e proprio market alimentare, con tanto di rullo e “cassa”, dove chi è in situazione accertata di disagio economico potrà fare liberamente la spesa, scegliendo i prodotti che più preferisce e senza pagare in denaro. Il pagamento, invece che con denaro, avverrà attraverso una decurtazione di punti che saranno distribuiti a famiglie identificate tramite il lavoro incessante degli oltre 17 punti di ascolto sparsi per il territorio.
Un punto aiuto che si svilupperà anche grazie ai fondi dell’8xmille e vede la feconda collaborazione della Caritas diocesana con la parrocchia di San Miniato, vivendo anche dei contatti importanti allacciati con aziende di zona per garantire l’approvvigionamento di una gamma più ampia di prodotti rispetto a quelli attualmente forniti dai tradizionali centri di distribuzione. “Fa vedere con azioni tangibili come vengono usati i fondi dell’8×1000 è fondamentale – ha commentato il vescovo rivolgendosi ai figli di Urti, Giovanni e Paolo, presenti alla cerimonia –. Bene che vadano anche per l’arte, come successo per la chiesa del Santissimo Crocifisso a San Miniato ristrutturata di recente (qui), ma anche le esigenze umane primarie devono trovare risposta. Bene anche l’intitolazione ad Urti, persona che evidentemente ha lasciato un segno tangibile. Guardando all’emporio la gente di San Miniato potrà dire ‘è una di noi’. Segno che quando è presente il bene nella comunità, esso lascia sempre una traccia: il bene fatto è qualcosa di vivo e ancora fecondo. Qualcosa che resta”.
Iniziativa “ambiziosa e importante”, come l’ha definita anche il presidente della Fondazione San Miniato Promozione Marzio Gabbanini, che non lascia indifferente le istituzioni laiche, come il Comune. “Ho potuto vedere da vicino il funzionamento dell’emporio già a Santa Croce. Il bisogno alimentare è una delle principali necessità dell’uomo – ha commentato il sindaco Simone Giglioli –. Il nostro è un territorio ricco, ma nelle pieghe di esso tocchiamo con mano luoghi in cui il disagio resta. Lo abbiamo visto bene durante la pandemia: basti pensare che i 148mila euro che il Governo ci dette all’epoca, in occasione del primo lockdown, andarono subito via in derrate e buoni spesa, a rispondere a quella fascia di popolazione che vive di lavoretti, spesso sommersi, ma che riescono a dare loro una sussistenza. Sopravvivenza che nei mesi di emergenza per molti è venuta meno”.