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“Non vogliamo solo rispondere al bisogno, ma promuovere la crescita umana”: a Santa Croce sull’Arno il primo emporio solidale

14 settembre 2020 | 17:33
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“Non vogliamo solo rispondere al bisogno, ma promuovere la crescita umana”: a Santa Croce sull’Arno il primo emporio solidale
“Non vogliamo solo rispondere al bisogno, ma promuovere la crescita umana”: a Santa Croce sull’Arno il primo emporio solidale
“Non vogliamo solo rispondere al bisogno, ma promuovere la crescita umana”: a Santa Croce sull’Arno il primo emporio solidale
“Non vogliamo solo rispondere al bisogno, ma promuovere la crescita umana”: a Santa Croce sull’Arno il primo emporio solidale
“Non vogliamo solo rispondere al bisogno, ma promuovere la crescita umana”: a Santa Croce sull’Arno il primo emporio solidale
“Non vogliamo solo rispondere al bisogno, ma promuovere la crescita umana”: a Santa Croce sull’Arno il primo emporio solidale

A questa apertura ne seguiranno altre 4: a San Miniato, Fucecchio e Ponsacco

Un segno molto bello, di carità. Che, non a caso, arriva nel giorno della esaltazione della croce” e che per Santa Croce sull’Arno ha un significato ancora più profondo e identitario. “Ci si ricorda – ha detto il vescovo della diocesi di San Miniato Andrea Migliavacca – che da quella croce sgorga una luce e un amore che abita nel cuore di tutti i cristiani”.

L’apertura del nuovo emporio solidale che la Caritas ha inaugurato a Santa Croce sull’Arno oggi 14 settembre, per il vescovo, è “Un’apertura che ci dice quindi da dove viene l’amore. Non è solo un bisogno di veder stare bene gli altri. È amore fraterno, che viene da Gesù. Noi siamo testimoni nelle nostre pratiche dell’amore di Gesù.
La Caritas, l’esercizio della carità in diocesi, può scaturire da imprevisti e da emergenze, ma c’è anche una strada fatta di progetti più strutturati. L’emporio è questo: mettere in circolo amore nell’ottica di una progettualità. Non solo rispondere al bisogno, ma promozione di crescita umana”.

Queste alcune delle parole spese in occasione dell’apertura ufficiale di quello che è solo il primo di quattro empori che presto apriranno nella diocesi: dopo quello appena avviato a Santa Croce, ne sorgeranno a San Miniato, Ponsacco e Fucecchio. In pratica uno ogni vicaria. Un momento solenne quello vissuto in via Puccioni, dove da oggi tutti coloro che ne avranno bisogno troveranno un punto di riferimento stabile, dedicato interamente ai bisogni alimentari dei più bisognosi. “Una scelta non casuale quella di aprire il primo qui – ha spiegato il vescovo –. Molto significativo perché sappiamo quante e quali difficoltà viva il mondo del lavoro. Vogliamo così esprimere vicinanza a chi produce, chi lavora, chi fa la ricchezza del territorio”.

In pratica un vero e proprio market alimentare, con tanto di rullo e “cassa”, dove chi è in situazione accertata di disagio economico potrà fare liberamente la spesa, scegliendo i prodotti che più preferisce e senza pagare in denaro. Il pagamento, invece che con denaro, avverrà attraverso una decurtazione di punti che saranno distribuiti a famiglie identificate tramite il lavoro incessante degli oltre 17 punti di ascolto sparsi per il territorio. “Un nuovo tipo di solidarietà – ha precisato il direttore della Caritas diocesana don Armando Zappolini – nato dalla logica di affiancare all’esperienza del ‘pacco alimentare’ una risposta di carattere più ‘strutturale’, contro la povertà sempre più diffusa anche nei nostri territori”.

Un punto aiuto che si svilupperà grazie ai fondi dell’8xmille e vede la feconda collaborazione della Caritas diocesana con la parrocchia di Santa Croce, vivendo anche dei contatti importanti allacciati con aziende di zona per garantire l’approvvigionamento di una gamma più ampia di prodotti rispetto a quelli attualmente forniti dai tradizionali centri di distribuzione.

“Un giorno di festa e di rinascita – lo definisce la sindaca Giulia Deidda –. Nel giorno in cui anche i bimbi tornano a scuola. Testimonianza di una rete che c’è, che si amplia, cresce. Stanze che parlano di una parola molto importante come la ‘dignità’, che vuol dire anche emancipazione. Una cosa che anche il comune fa ogni giorno con i servizi sociali, portando le persone fuori dalla povertà e dal bisogno. Quando siamo sindaci molto spesso ci troviamo soli. Ciò per me non è avvenuto durante l’emergenza proprio grazie alla Caritas, che in quei giorni è stata fenomenale. Nessuno ce la può fare da solo. La solidarietà della comunità è una ricchezza. E anche di questo vi ringrazio”.