“La gestione delle divise all’ospedale Santa Chiara viola le normative e compromette la sicurezza”
Nursing Up: “È imperativo che ogni operatore possa disporre di un cambio giornaliero, specialmente in reparti critici come l’oncologia e l’ematologia”
“Sollecitiamo un incontro immediato con la dirigenza per discutere le misure necessarie a sanare questa situazione e ristabilire condizioni di lavoro sicure e dignitose al presidio ospedaliero Santa Chiara di Pisa“. Condizioni messe a repentaglio dalla situazione delle divise, come spiegano il sindacato Nursing Up Toscana e i referenti in Aoup.
Vogliamo, spiegano, “sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti sull’urgenza di risolvere una situazione che mette a rischio la salute di chi lavora in Sanità e di chi, già vulnerabile, riceve assistenza nei nostri ospedali. Denunciamo con fermezza la situazione al presidio ospedaliero Santa Chiara, dove la mancanza di una corretta dotazione di divise da lavoro potrebbe mettere a rischio la salute del personale sanitario e dei pazienti, in particolare quelli oncologici, già gravemente compromessi.
All’ospedale Santa Chiara le divise in dotazione, spesso limitate a sole cinque nominative in totale per dipendente Aoup e tre per gli interinali, sono insufficienti arrivando anche ad essere sporche, impregnate di sudore vista la stagione e maleodoranti. Paradossalmente, al presidio di Cisanello, vengono invece garantite due divise al giorno per operatore. Il personale sanitario del Santa Chiara, che dovrebbe poter cambiare la divisa almeno una volta al giorno per garantire un minimo standard igienico, si trova spesso costretto a indossare divise potenzialmente contaminate per più giorni consecutivi, aumentando il rischio di infezioni ospedaliere.
La situazione diventa ancora più sentita nei reparti più sensibili, come l’oncologia e l’ematologia, dove i pazienti, già immunodepressi, vengono esposti a un rischio maggiore di contrarre infezioni. Alcuni dipendenti rimasti con una o due divise soltanto, si vedono costretti a portare a casa le divise per lavarle autonomamente, trasgredendo le regole, pur di garantire un minimo di igiene e la certezza di averne a disposizione al bisogno.
Il servizio di guardaroba appaltato non riesce a garantire la necessaria rotazione di così poche divise cadauno: spesso, una o più divise sporche vengono trattenute per oltre 20 giorni, mentre altre vengono riconsegnate anche in condizioni non originali (pantalone accorciato senza più il decoro, tessuto più fine).
L’eventuale richiesta del cambio di taglia delle 5 divise in dotazione, rimane anche in parte inevasa per mancanza di pantaloni o casacche nuove. Col passare del tempo, si riscontra anche una perdita progressiva delle divise, aggravandone ulteriormente la carenza. L’attuale gestione delle divise da parte dell’Azienda Ospedaliera all’ospedale di Santa Chiara, non solo viola le normative igienico sanitarie, ma compromette la sicurezza e l’igiene del personale e di conseguenza dei pazienti. Secondo studi e normative, la contaminazione delle divise con batteri potenzialmente patogeni, è un rischio concreto che aumenta con l’uso prolungato e la mancata pulizia delle stesse. La situazione al Santa Chiara, quindi, rappresenta una negligenza in termini di prevenzione delle infezioni ospedaliere.
La dirigenza aziendale ha attribuito la colpa di questa situazione al personale sanitario, sostenendo che le divise vengono perse e non più riconsegnate perché non correttamente riposte nei contenitori appositi. Tuttavia, questa posizione è inaccettabile e non risolve il problema della carente dotazione e gestione delle divise, che viola le normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.
Nursing Up Toscana chiede con urgenza che l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana prenda provvedimenti immediati per garantire una dotazione adeguata di divise pulite e conformi agli standard di sicurezza come avviene all’Ospedale di Cisanello. È imperativo che ogni operatore possa disporre di divise sufficienti per un cambio giornaliero, specialmente in reparti critici come l’oncologia e l’ematologia senza tralasciare tutti gli altri reparti, per prevenire la diffusione di infezioni e garantire la sicurezza dei pazienti e del personale”.