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Trapianto di fegato, 140 candidati al progetto pilota dell’Aoup

22 settembre 2023 | 13:14
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Trapianto di fegato, 140 candidati al progetto pilota dell’Aoup

L’obiettivo è sfruttare il tempo che precede l’intervento chirurgico per minimizzare le complicanze

Sono oltre 140 i pazienti candidati a trapianto di fegato ammessi a un progetto pilota nato nell’Azienda ospedaliero universitaria pisana lo scorso mese di ottobre con l’obiettivo di sfruttare il tempo che precede l’intervento chirurgico per minimizzare le complicanze. Questo tipo di preparazione, nota come pre-abilitazione, richiede un approccio strutturato e multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali (anestesisti, chirurghi, dietisti, fisioterapisti) che, con le loro competenze specifiche, preparano il paziente ottimizzandone e migliorandone lo stato nutrizionale e la performance fisica attraverso percorsi personalizzati prima dell’intervento.

Infatti, se alcuni fattori – età, sesso o familiarità – non sono modificabili, altri – come obesità, malnutrizione, tabagismo, scarsa attività fisica, ansia, depressione o altre condizioni mediche generali – possono essere corrette per ottenere i maggiori benefici dal trattamento sanitario in particolare per i pazienti candidati a interventi molto complessi (come il trapianto di fegato) o affetti da varie comorbidità (i cosiddetti fragili). Con la pre-abilitazione, come dimostrano vari studi, è possibile impattare positivamente sui risultati post-trapianto sia in termini di riduzione delle complicanze post-operatorie che della durata della degenza in ospedale.

Anche per le sue caratteristiche organizzative e il ricorso alla multimedialità, il progetto pisano è un’assoluta novità per l’Italia, e conferma la leadership dell’Aoup nel panorama trapiantologico nazionale. Grazie alla pre abilitazione, il paziente candidato a ricevere un nuovo fegato può ora utilizzare il tempo in cui è in lista d’attesa per migliorare le proprie condizioni fisiche e nutrizionali, essere maggiormente consapevole e motivato. Il progetto – impostato secondo una prospettiva manageriale di tipo lean – prevede che i pazienti inizialmente incontrino di persona i vari specialisti per poi rimanere in contatto con essi una volta a casa senza dover rientrare a Pisa grazie a forme di teleassistenza e teleconsulto attraverso le quali i professionisti dell’Aoup possono seguire i pazienti valutando periodicamente i risultati ottenuti e proseguire così nel lavoro di personalizzazione dei vari interventi di pre abilitazione.

A disposizione dei pazienti c’è anche un canale web dedicato, al quale essi possono accedere scansionando un semplice QR-code con il loro smartphone, dove sono disponibili diversi tutorial video e altre forme di assistenza e informazione. Una volta messo a punto definitivamente e consolidato in un contesto assistenziale complesso come il trapianto di fegato, il percorso di pre-abilitazione potrà essere esteso ad altri contesti chirurgici difficili dove i suoi benefici saranno messi a disposizione, ad esempio, dei malati oncologici fragili candidati ad interventi di chirurgia maggiore. Questo percorso innovativo – di cui è referente la dottoressa Giorgia Pratesi, è stato promosso dall’unità operativa Anestesia e rianimazione trapianti, diretta dal professor Giandomenico Biancofiore – impiega solo mezzi, strutture, professionisti e competenze già presenti e disponibili in Azienda, tra cui l’unità operativa Chirurgia epatica e del trapianto di fegato, la sezione Professioni della riabilitazione, i team della fisioterapia e della dietistica e il lean team aziendale.