“Non si può morire per una svista, anche qualora ci fosse stata”. L’altro operaio è fuori pericolo





Sindacati e lavoratori in presidio davanti ai cancelli di Aquarno. “Abbiamo dato disponibilità all’azienda per un tavolo comune utile a capire cosa sia successo”
Facce preoccupate e tanta voglia di verità questa mattina nel viavai di via del Bosco, di fronte ai cancelli di Aquarno. Dopo gli eventi di ieri, in cui due lavoratori interni delle manutenzioni sono rimasti coinvolti in un grave incidente, mortale per uno di loro, operai della zona e sigle sindacali si sono dati appuntamento in presidio. Un modo per dare solidarietà alla famiglia di Alberto Fontanelli, l’uomo di 44 anni deceduto nella caduta da oltre 5 metri all’interno della vasca del depuratore, col pensiero alla compagna, anch’essa lavoratrice nella medesima struttura. Ma anche per ribadire quanto i numeri dei morti sul lavoro siano davvero una piaga della realtà italiana.
“Siamo di fronte ad un evento che ci ha scioccato tutti – dice Alessandro Conforti, segretario generale della Filctem Cgil di Pisa –, perché avviene ad un lavoratore esperto, interno all’azienda, che ha partecipato anche di recente a corsi sulla sicurezza, organizzati da un’azienda che fa investimenti in quel campo. Per questo chiediamo verità, giustizia e chiarezza e da ieri sera abbiamo dato disponibilità all’azienda per un tavolo comune utile a capire cosa sia successo ma andare anche oltre, per comprendere cosa sia possibile fare in futuro perché cose del genere non accadano più. Non per nascondere le responsabilità, ma per superare costruttivamente tutto questo”.
In tutto una ventina di partecipanti, da Pisa e dalle aziende limitrofe. Oltre alla Cgil, presente anche l’Usb di Pisa, che ha colto l’occasione per ribadire, per voce della rappresentante Cinzia Della Porta, la necessità di una nuova legislazione in merito. “Il lavoro è teatro di una strage in Italia, ad oggi siamo già a 700, e l’anno non è ancora finito – dice –. Per questo da tempo siamo promotori di una legge di iniziativa popolare per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro“.
Nel frattempo l’apprensione dei più riguarda il futuro dell’altro lavoratore caduto all’interno della vasca, trasportato in gravi condizioni all’ospedale con l’elisoccorso. Dopo una breve interlocuzione di una delegazione dei sindacati all’interno dell’azienda, la prima buona notizia è stata proprio riguardo la salute del lavoratore superstite: “Non è in pericolo di vita”, ha detto Conforti.
La rabbia, però, si sentiva serpeggiare. “Non è possibile scaricare sempre tutte le responsabilità sui lavoratori” dice Simone Betti, lavoratore di un’altra azienda del Comprensorio. Così anche Loris Mainardi, oggi segretario regionale della Filctem Toscana ma per molti anni responsabile sindacale proprio nel Cuoio. “Il punto vero è che anche laddove si potesse verificare l’errore mentre si lavora, non si può morire per un errore – dice Mainardi –. Gli organi inquirenti faranno ovviamente il loro lavoro. Ma non si può morire per una svista, se anche vi fosse stata. Purtroppo da alcuni anni assistiamo all’emergere di una narrazione per la quale qualsiasi cosa avviene di brutto sui luoghi di lavoro è sempre e comunque colpa dei lavoratori. È evidente che quando succedono cose del genere può esserci una concausa. Ma questa vulgata deve finire”.
“Esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia del deceduto e ci auguriamo che il lavoratore ferito si possa rimettere presto e l’episodio non debba aggravarsi ulteriormente – scrivono in una nota Cgil e Filctem di Pisa e Toscana –. Attendiamo di conoscere dagli organi pubblici di controllo la dinamica esatta di quanto accaduto, ma chiediamo fin da subito con forza che vengano accertate al più presto le eventuali responsabilità sull’accaduto e là dove risultassero colpe o eventuali negligenze su chi doveva far rispettare il rispetto delle norme di sicurezza paghi senza sconto. Dobbiamo mettere in campo ogni sforzo affinché si interrompa la lunga lista dei morti sul lavoro, per questo ci dichiariamo disponibili fin da subito a valutare tutte le azioni da poter intraprendere in accordo con i lavoratori e chiediamo si apra subito un confronto con la direzione aziendale che non può esimersi dalle sue responsabilità. Per tutti questi motivi oggi siamo stati presenti con un presidio fuori dai cancelli aziendali”.