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In provincia di Pisa rallenta la crescita delle imprese: traina il turismo, segnali positivi per la ristorazione

4 luglio 2023 | 13:58
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In provincia di Pisa rallenta la crescita delle imprese: traina il turismo, segnali positivi per la ristorazione
In provincia di Pisa rallenta la crescita delle imprese: traina il turismo, segnali positivi per la ristorazione
In provincia di Pisa rallenta la crescita delle imprese: traina il turismo, segnali positivi per la ristorazione
In provincia di Pisa rallenta la crescita delle imprese: traina il turismo, segnali positivi per la ristorazione

Presentati i dati del rapporto annuale della Camera di Commercio

Presentata stamani (4 luglio) nella sede camerale di Carrara la prima edizione del Rapporto annuale sull’economia delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa realizzata dalla Camera di commercio della Toscana Nord-Ovest, ad un anno dalla sua costituzione, in collaborazione con l’azienda speciale Istituto di Studi e Ricerche.

Dati positivi quelli che emergono dallo studio: il territorio della Toscana Nord-Ovest nel 2022 ha visto un incremento del 3,7% rispetto all’anno precedente in termini di valore aggiunto (stime Prometeia, aggiornate ad aprile) portandosi a quota 28,7 miliardi di euro (il 26% di quello toscano). Questa crescita consente all’area di tornare sopra i livelli del 2019 (di 2,3% percentuali), mentre alla Toscana (che cresce del 3,9%) manca ancora un 4%. Anche l’Italia sembra aver colmato le perdite rispetto al 2019, ma per un più contenuto 1,5%. In altri termini la Toscana Nord-Ovest ha fatto meglio rispetto ad altri territori. Le previsioni per il 2023 segnalano un incremento del valore aggiunto per le province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa che si riduce ad un +0,7%: un dato in linea con quello regionale.

“È con soddisfazione – afferma Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – che oggi presentiamo il primo rapporto annuale sulla situazione economica delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa. La scelta di Carrara non è casuale, ma rappresenta il segno di attenzione per un appuntamento che in questo territorio era molto sentito. L’analisi dei dati, frutto della collaborazione tra l’Istituto di Studi e Ricerche e la Camera di Commercio, fotografa con chiarezza i buoni risultati del 2022 e, grazie ad un’apposita indagine realizzata presso le imprese che si è conclusa pochi giorni fa, le attese sul 2023 sono orientate ad un moderato ottimismo. Il rapporto – conclude Tamburini – non è però un esercizio fine a sé stesso, ma si propone di comprendere il contesto economico per metterlo a disposizione degli attori della nostra comunità: informazioni cruciali per orientare azioni di policy e progetti di crescita sui quali, assieme a con le tante realtà che popolano un territorio così vasto, stiamo portando avanti.”

“Con l’iniziativa di oggi, che segue quella di qualche settimana fa dedicata al porto di Marina di Carrara, l’Istituto di Studi e Ricerche conferma il suo ruolo di soggetto attento alle questioni che riguardano la comunità economica – afferma Sergio Chericoni, presidente di Isr -. Grazie alla fusione delle tre Camere è mutato l’orizzonte dell’Istituto che da Massa-Carrara si è allargato verso Lucca e Pisa. La collaborazione con la Camera e gli altri soggetti istituzionali rappresenta una preziosa sinergia che ci permetterà di rafforzare le nostre funzioni e raggiungere risultati tangibili. Siamo consapevoli dell’importanza di avere una visione e continueremo quindi a lavorare con dedizione e passione per fornire analisi e proposte operative che possano effettivamente fare la differenza”.

Elementi di estremo interesse per il 2022 sono i record segnati dalle due principali porte di ingresso della Toscana Nord-Ovest, ovvero l’aeroporto di Pisa e il Porto di Carrara. L’aeroporto, con 4,5 milioni di passeggeri movimentati nel 2022, si trova a -900 mila passeggeri dal record del 2019, e si riporta sui valori di una decina di anni fa diventando l’11esimo aeroporto in Italia per traffico passeggeri e il settimo  per le merci. I dati provvisori dei primi 4 mesi del 2023 confermano il rafforzamento dello scalo, con circa 1,3 milioni di passeggeri movimentati (+33,5%): questo trend, se confermato, potrebbe collocare l’aeroporto sui massimi dell’ultimo decennio. Lo scalo apuano ha addirittura fatto meglio, raggiungendo nel 2022 il suo record storico con 5,5 milioni di tonnellate di merci movimentate, è da tener conto che mai prima d’ora aveva superato i 3,5 milioni di tonnellate.

L’evento è stata l’occasione per presentare anche i dati emersi dall’indagine Clima Impresa 2023, un sondaggio on-line che ha visto coinvolte le imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa, realizzato per la prima volta per verificare le dinamiche economiche, le sfide che le aziende devono affrontare e le tendenze emergenti, con il quale sono state raccolte oltre 250 risposte. In particolare i temi analizzati sono stati l’andamento del fatturato nel 2022, l’evoluzione dei costi di produzione e dei prezzi di vendita, le attese sul 2023 e le principali preoccupazioni delle imprese.

Di seguito la sintesi dei dati relativi all’indagine Clima Impresa 2023 e il dettaglio del rapporto annuale sull’economia in specifiche sezioni per le province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa.

Clima Impresa 2023 – Sintesi dei risultati

Sondaggio realizzato in modalità CAWI, presso le imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa per verificare dinamiche, sfide e tendenze del sistema produttivo. Sono 260 le risposte complessivamente raccolte.

Andamento del fatturato nel 2022

A livello provinciale, Lucca sembra spuntarla di poco su Pisa e su Massa-Carrara. In generale, il 61% delle imprese pisane ha accresciuto i propri ricavi rispetto al 2021, mentre a Lucca questa quota è vero che non è andata oltre il 59%, ma con quasi il 40% che lo ha accresciuto in doppia cifra percentuale. A Massa-Carrara la quota di imprese con fatturato in aumento si è fermata al 48%. Le attività che hanno registrato una perdita di fatturato nell’anno trascorso sono state a Massa-Carrara (24%) e a Pisa più che a Lucca (rispettivamente 20% e 18%).

Nel 2022 il 58% delle imprese complessivamente intervistate dell’area ha registrato un aumento del fatturato rispetto all’anno precedente, di cui 1/3 con variazioni a doppia cifra percentuale, a fronte di un 20% che invece ha subito una riduzione ed un 22% per il quale il giro d’affari è rimasto stabile.

Evoluzione dei costi di produzione e prezzi di vendita

Riguardo al tema dei costi, l’85% delle imprese delle tre province ha dovuto far fronte ad un aumento. A livello provinciale la quota più consistente di imprese che ha subìto aggravi di costo si trova a Massa-Carrara (91%) seguita da Lucca con l’88% e Pisa con il 78%.

Dal lato dei listini il 49% delle imprese delle tre province dichiara di averli aumentati mentre il 48% li ha mantenuti stabili. Dal punto di vista provinciale la quota più elevata di imprese che ha aumentato i listini segue la medesima graduatoria degli aggravi di costo: Massa-Carrara (57%), Lucca (53%) e Pisa (42%).

Se, come abbiamo visto, la dinamica del fatturato è stata discretamente positiva, dall’indagine emerge invece come siano stati pochi i riflessi sull’occupazione: il 64% delle imprese dell’area ha evidenziato una stazionarietà nel numero di occupati rispetto all’anno precedente. L’aumento occupazionale ha riguardato invece il 23% delle attività, mentre per il 13% si è verificata una riduzione con un saldo che arriva al 10%. Il saldo tra coloro che hanno segnalato un aumento e coloro che, invece, indicano una riduzione degli organici è più alto a Lucca e Pisa (positivo di 11 punti percentuali) mentre a Massa-Carrara si ferma a +3 punti percentuali.

Le attese sul 2023

Il clima di fiducia sul 2023 sembra orientato al sereno. In linea generale, infatti, gli ottimisti superano i pessimisti: il 44% degli operatori dell’area prevede infatti per il 2023 un aumento del fatturato della propria impresa a fronte di un 25% che ne prevede, invece, una riduzione e di un restante 32% che si attende di mantenere il livello del 2022. A livello provinciale, le aspettative migliori sui fatturati sembrano riguardare le imprese della provincia di Lucca e Pisa, ma sono comunque positive anche a Massa-Carrara. Rispetto invece all’evoluzione del mercato, il clima di fiducia resta in positivo solo per Pisa, mentre risulta negativo per le provincie di Lucca e Massa-Carrara.

Le principali preoccupazioni delle imprese

Per quanto concerne i temi di maggior preoccupazione per le imprese, l’indagine segnala al primo posto la spirale inflazionistica su costi e prezzi (sentita come problematica da 2/3 delle imprese dell’area). A seguire troviamo il possibile indebolimento della domanda nazionale e internazionale (indicato dal 35% delle imprese) e problemi legati alla liquidità aziendale (indicato dal 26%).

La situazione in provincia di Pisa

Nel 2022 ristagna la dinamica d’impresa

Dopo l’accelerazione del 2021, la dinamica delle imprese pisane si è stabilizzata registrando nel 2022 un +0,5% (Toscana +0,6% e Italia +0,8). Aumenta il numero di imprese straniere e femminili. L’invecchiamento della popolazione pesa sulle giovanili Continua a crescere a Pisa, al netto delle molte cancellazioni di ufficio, il numero di aziende straniere: grazie ad un +4% rispetto al 2021 arrivano infatti a quota 5.539 unità. Le imprese a conduzione femminile, con un +0,5%, si assestano a quota 9.496 Probabilmente a causa del progressivo invecchiamento degli imprenditori presenti in azienda, continua inesorabilmente il calo delle imprese giovanili (-3,7%).

Cresce il valore aggiunto. Superati, grazie ai servizi, i livelli pre-pandemia

Il valore aggiunto della provincia di Pisa, secondo le stime Prometeia (aprile 2023), cresce del +3,6% nel corso del 2022. Il dato è in netto miglioramento rispetto alle stime di ottobre scorso quando la crescita annua era prevista assestarsi ad un più modesto +1,9%. Anche per Pisa si può rilevare come siano stati raggiunti, e superati, i valori pre-pandemia. La ricchezza complessivamente prodotta nel 2022 in provincia di Pisa è quindi stimata a quota 13,1 miliardi di euro (a prezzi correnti).

Nel 2022 non tutti i settori hanno contribuito nella stessa maniera agli andamenti del valore aggiunto. I comparti che hanno premesso di ottenere i risultati positivi sono quelli dei servizi, che sono tornati sopra i livelli del 2019, e delle costruzioni mentre l’industria manifatturiera e l’agricoltura sono arretrate.

Per i servizi la crescita è stata del +5,3%. All’ottima risposta del terziario si è affiancata una tendenza più che positiva anche nelle costruzioni, dove la crescita è stata del +4,2%. I bonus edili hanno certamente aiutato la produzione di ricchezza nel territorio pisano e la tendenza in atto sembrerebbe confermata anche nel 2023, seppur su valori più contenuti in previsione, ovviamente, della fine dei lavori soggetti alle detrazioni fiscali e dello stimolo offerto dal PNRR. L’edilizia pisana, nel confronto con le altre provincie, ha quindi ottenuto risultati meno lusinghieri.

I dati 2022 segnalano, in particolare, il rallentamento dell’agricoltura (-4,1%) e, soprattutto, dell’industria (-1,3%). L’industria pisana ottiene, a consuntivo 2022, una flessione del valore aggiunto del -1,3% rispetto all’anno precedente e non risulta aver recuperato i livelli pre-covid.

Secondo le stime di Prometeia, riferite al 2023, la provincia di Pisa segnerà una crescita della ricchezza prodotta dello +0,7%: un valore in linea rispetto alla media Toscana e nazionale.

Crescita record per l’export pisano

Il 2022 si dimostra un anno record per le esportazioni pisane. Con un +19,6% rispetto al 2021, pari a 638 milioni di euro in più, le vendite di prodotti “Made in Pisa” sfiorano i 4 miliardi di euro di controvalore: il valore più elevato da quando esiste la rilevazione. La crescita del 2022, pur interessando la quasi totalità dei settori provinciali, è trainata soprattutto da quelli che caratterizzano l’economia pisana: cicli e motocicli, pelli, chimica-farmaceutica.

L’export pisano 2023 continua a crescere ad inizio 2023

I dati riferiti al primo trimestre 2023 registrano a Pisa un +6,8% per l’export e un -4% per l’import.

La favorevole tendenza delle vendite è attribuibile all’andamento delle “due ruote” (+14,5%), della meccanica (+8,9%) e delle calzature (+13,1%) mentre i primi mesi dell’anno segnalano un rallentamento del conciario (-5,8%) e, seppur in maniera minore, del farmaceutico (-0,7%).

In calo i prestiti alle piccole imprese, stabili quelli alle grandi

Nel 2022 i prestiti totali concessi in provincia di Pisa (impieghi vivi, al netto delle sofferenze) sono aumentati dell’1,1%, toccando quota 9,9 miliardi di euro. La crescita, tuttavia, è concentrata nel segmento famiglie.

Nel 2022, infatti, il credito concesso a questa tipologia di prenditori è aumentato del 3,8%. Le famiglie hanno utilizzato i finanziamenti accordati soprattutto per l’acquisto di abitazioni (+5,8%). Il ricorso al credito al consumo, cresciuto del +6,7% nel 2022, sembra aver contribuito a fronteggiare l’aumento delle spese a seguito di un’inflazione che ha prepotentemente rialzato la testa.

Il credito alle piccole imprese, supportato dai sostegni e dalle moratorie nel biennio 2020-2021, ha invece registrato una contrazione del 4,9%. In particolare, per le imprese artigiane, i prestiti vivi a fine 2022 sono diminuiti del -7,4%.

I prestiti alle imprese più grandi, dopo una fase di crescita registrata fino a metà 2021, hanno iniziato ad indebolirsi, per confermarsi a fine 2022 sui livelli dell’anno precedente (+0,1%).

La qualità del credito migliora solo per le famiglie. Costruzioni in difficoltà

Il tasso di deterioramento, che esprime la quota di prestiti che in un dato periodo, ha registrato un lieve peggioramento della qualità (aumento delle insolvenze), scendendo all’1,41% a fine 2022 (dall’1,46% del 2021).

Nel 2023 prosegue la crescita dei prestiti

I dati di inizio 2023 (febbraio) segnalano come i prestiti concessi in provincia di Pisa stiano addirittura accelerando (+2,6%). Sono però diverse le evoluzioni tra imprese e famiglie: i prestiti alle piccole e grandi imprese infatti arretrano o crescono di poco (-0,3% e +1,2% rispettivamente) mentre aumenta il credito concesso alle famiglie (+3,6%).

Cresce nel 2022 la domanda di lavoro

In provincia di Pisa i dati Istat sull’andamento del mercato del lavoro, nell’anno 2022, segnalano 181mila occupati (15-89 anni) pari a 181 mila, un +0,8% rispetto all’anno precedente.

Il tasso di occupazione (15-64 anni) stimato da Istat per la provincia di Pisa è pari al 67,8%, in crescita di mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente, ma leggermente inferiore rispetto alla media regionale (68,6%) e decisamente superiore a quella nazionale (60,1%).

La sostanziale stabilità delle persone in cerca di occupazione porta il tasso di disoccupazione a ridursi in modo marginale passando dal 6,9% del 2021 al 6,7% di fine 2022.

Sempre sul fronte del lavoro, l’indagine sui fabbisogni occupazionali Excelsior segnala una crescita della domanda media mensile delle posizioni offerte da parte delle imprese con dipendenti operanti nell’industria e nei servizi della provincia di Pisa che nel 2022 si assesta al +11%.

Nel 2023 accelera la domanda di lavoro

Tale tendenza è proseguita a Pisa anche nei primi sei mesi del 2023 con una domanda mensile di occupati che, addirittura, accelera al 15%. Alcune caratteristiche vanno evidenziate. In primo luogo continua a preoccupare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

I bonus fanno bene all’artigianato edile. Crescono le cooperative

Nel 2022 le imprese artigiane a Pisa sono cresciute appena del +0,3%, un dato positivo ma inferiore a quello dell’anno precedente (+0,6%). Il risultato porta lo stock di imprese a superare le 10mila unità, che rappresentano il 23,7% del totale provinciale.

Distinguendo tra i comparti la componente più rappresentativa è quella dell’edilizia che con 3.962 imprese (il 40% circa del totale dell’artigianato) risulta in aumento del 2,6% (+99 unità).

Migliora la dinamica delle imprese cooperative registrate che dopo un 2021 con una variazione fortemente negativa (-3,1%), hanno recuperato terreno crescendo dello 0,6% per arrivare a quota 475 unità.

Molto bene il residenziale, ma nel 2023 è già flessione

Per quanto riguarda il mercato immobiliare pisano, le transazioni del comparto residenziale, secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, sono cresciute nel 2022 dell’11%.

Aumentano soprattutto le transazioni relative alle abitazioni di taglio piccolo.

Se guardiamo però ai primi 3 mesi del 2023, si osserva come sia già in atto una drastica frenata per il residenziale (-5% rispetto all’analogo periodo del 2022), a dimostrazione di un comparto che inizia a segnare il passo, alla luce del vertiginoso aumento dei tassi d’interesse che inizia a scoraggiare gli acquirenti, ma anche per una maggiore cautela da parte delle banche nella concessione del credito.

Calano le aziende del commercio. Iniziano a ridursi anche i bar, ma non i ristoranti

Nel 2022 le imprese del commercio e della somministrazione si sono ridotte dell’1,2% in provincia di Pisa (-108 unità rispetto all’anno precedente), facendo scendere il settore a quota a 8,5 mila imprese.

Più nello specifico, metà di queste perdite sono imputabili al commercio al dettaglio fisso che, quindi, anche nel 2022 arretra dell’1,4%, continuando lungo il percorso di indebolimento iniziato diversi anni fa. Rispetto al passato, si assiste ad un’accelerazione della flessione delle attività ambulanti e non fisse (-3%).

Per quanto concerne la somministrazione, il settore continua a crescere anche nel 2022 (+0,6%, +16 attività), ma con dei distinguo tra i due principali comparti: i bar arretrano dello 0,8%. -8), mentre i crescono del +1,2% (+21 attività) i ristoranti.

Nel 2022 la spesa per l’acquisto di beni durevoli (auto, moto, elettrodomestici, telefonia, etc) si è contratta, per i nuclei familiari della provincia di Pisa, dell’1,6% rispetto all’anno precedente, a fronte del -1,2% delle famiglie toscane e del -2,3% di quelle italiane.

Cresce a doppia cifra il turismo pisano, ma non si recuperano ancora i livelli pre-pandemia

Secondo i dati della Regione Toscana, il turismo in provincia di Pisa ha registrato nel 2022 una crescita delle presenze del +31% (e del +58% degli arrivi) che ha portato i pernottamenti a sfiorare quota 3,3 milioni. Grande impulso a tale crescita è stato fornito dalla componente straniera (presenze aumentate del 71%) che, dopo un triennio, nel 2022 è tornata a superare, in valori assoluti, quella italiana, la cui ripresa è rimasta contenuta in un +2%.

Nonostante queste evoluzioni, il turismo a Pisa è ancora lontano rispetto ai numeri registrati prima del Covid: mancando infatti all’appello 380 mila presenze, di cui 240 mila italiane e 140 mila straniere, ossia il 10% dei valori del 2019.

Molto bene l’alberghiero, soprattutto grazie agli stranieri

Questo importante risultato ha beneficiato delle performance delle strutture alberghiere, tipologia ricettiva che, nel 2022, è stata capace di ospitare 1,3 milioni di turisti. Le presenze per questo segmento sono infatti cresciute del 44% rispetto all’anno precedente, grazie in special modo all’exploit degli stranieri (+151%).

Bene l’extralberghiero, ma si riducono le giornate medie di permanenza

Riguardo al comparto extralberghiero, che contribuisce con circa 2 milioni ai flussi turistici provinciali, nel 2022 le presenze sono aumentate del 23% rispetto all’anno precedente e gli arrivi hanno segnato un’accelerazione del 50%. Si è assistito, quindi, ad una flessione delle giornate di permanenza all’interno di queste strutture, che è passata in un anno da 5,1 a 4,2 giornate.

Un 2022 da record per l’aeroporto di Pisa

Secondo Assaeroporti, nel 2022 l’aeroporto di Pisa ha movimentato quasi 4,5 milioni di passeggeri, crescendo quindi prepotentemente rispetto al 2021 (+125%) e facendo meglio della media degli scali italiani (+104%). Il movimento straniero ha superato i 3 milioni, quasi raddoppiando rispetto all’anno precedente (+179%), mentre quelli interni sono arrivati a circa 1,5 milioni: +59%.

In altre parole, con il 2022 il “Galilei” è ritornato sui valori di una decina di anni fa e ha superato il 2021 di ben 2,5 milioni di passeggeri, grazie soprattutto al ritorno degli stranieri. Ormai ne mancano all’appello circa 900 mila (17%) per raggiungere i valori del 2019.

Con questa crescita Pisa è diventato, nel 2022, l’11esimo aeroporto in Italia per traffico di passeggeri, superando in dodici mesi Torino, Olbia, Roma Ciampino e Cagliari. L’altro aeroporto toscano, quello di Firenze, è invece il 20esimo hub nel Paese, con la metà del traffico passeggeri di Pisa.

Per quanto concerne le merci movimentate, lo scalo pisano ha raggiunto nel 2022 circa 15 mila tonnellate: -3% rispetto all’anno precedente, ma recuperando rispetto al 2019 (+14%). La sua posizione, nella classifica nazionale degli hub italiani di merci, è la settima

I dati provvisori sui primi 4 mesi del 2023 confermano il rafforzamento dello scalo pisano, con circa 1,3 milioni di passeggeri movimentati (+33,5%), di cui quasi il 70% di provenienza straniera (+55%). Questo trend, se confermato, porterà l’aeroporto sui valori massimi dell’ultimo decennio.

A Pisa è forte la spinta all’innovazione

Secondo l’analisi effettuata da Uniocamere-Dintec sulla base dei dati pubblicati dall’EPO (European Patent Office) sono 79 le domande di brevetto europeo presentate da soggetti residenti in provincia di Pisa e pubblicate dall’EPO nel 2022 che raggiungono quota 749 se si prendono in considerazione gli ultimi 15 anni. Il dato complessivo, in diminuzione rispetto al 2021 (-8%), mostra un andamento più o meno in linea rispetto alla Toscana (-5%).

Pisa casa delle imprese digitali e delle Start up

Sono circa 1.170 le imprese digitali della provincia di Pisa a fine 2022. Secondo i dati di Infocamere negli ultimi dodici mesi questa tipologia è cresciuta del +3,5%.

Oltre a queste a giugno 2023 i dati del Ministero dello Sviluppo economico raccolti in collaborazione con Unioncamere, InfoCamere e Mediocredito Centrale segnalano come siano presenti a Pisa ben 178 Start-up e PMI innovative: il 23% di tutte le startup e PMI innovative della regione.

Pisa al decimo posto in Italia per grado di specializzazione in campo culturale

Secondo i dati del Rapporto “Io Sono Cultura 2022” di Symbola e Unioncamere, elaborati dall’Istituto Tagliacarne, nel 2021 (ultimo anno disponibile) il sistema produttivo culturale e creativo della provincia di Pisa (comprendente sia i settori core come quelli culturali-creativi ma anche i professionisti culturali e creativi attivi nei settori non core) ha prodotto un valore aggiunto di 682 milioni di euro, pari al 5,6% del totale dell’economia. Pisa, quindi, occupa il decimo posto in Italia per grado di specializzazione in campo culturale, superata in Toscana da Arezzo, Firenze e Siena.

Calo dei residenti

A fine 2022, in provincia di Pisa, secondo i dati provvisori Istat, la popolazione totale è diminuita dello 0,2% scendendo a 416.323 residenti.

Il risultato è frutto di varie tendenze. Il saldo naturale anagrafico, ovvero la differenza tra nati vivi e morti, ha segnato un valore fortemente negativo, pari a -2.708 residenti, nettamente superiore al dato dell’anno precedente.