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Home restaurant e reddito di cittadinanza: ecco perché insieme è possibile

25 maggio 2023 | 00:21
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Home restaurant e reddito di cittadinanza: ecco perché insieme è possibile

Rimboccarsi le maniche è fiscalmente più facile se sei un reddito agevolato

Voleva essere soltanto una notizia (un fatto degno di nota) e invece è diventata una guida rapida di diritto commerciale, con cenni a Pubblico e Privato, con dentro un po’ di etica e morale. E allora torniamo sull’apertura del primo Home restaurant di San Miniato, ma lo facciamo come farebbe un commercialista. Perché aprire un Home restaurant quando si percepisce il reddito di cittadinanza è possibile, lo spiega Gaetano Campolo, Ceo della Home restaurant Hotel, società che opera nel settore Home restaurant dal 2015.

“La prestazione occasionale – dice partendo dall’inizio – è uno strumento che deve essere utilizzato dai soggetti che vogliono intraprendere attività professionali e non in modo saltuario e sporadico. Si tratta di situazioni in cui vi sono soggetti esonerati dall’apertura di una partita Iva in quanto svolgono l’attività professionale in modo non abituale e continuativo. Sto facendo riferimento ad attività professionali minimali e residuali. Attività con le quali un soggetto può raggiungere piccoli guadagni, senza avviare una vera e propria attività (professionale). Sul web se cerchi ‘prestazione occasionale’ troverai una moltitudine di articoli. Si tratta di testi scritti molto spesso da persone che con il mondo fiscale non hanno niente a che vedere, ma che con il tempo hanno contribuito a creare molta confusione su ambito e limiti di applicazione di questa disciplina (fonte Fisco Mania).

Una delle critiche più frequentemente mosse nei confronti degli Home Restaurant ed in questo caso da alcuni lettori, è quella di essere delle realtà economiche ‘sommerse’ che evadono le tasse eludendo le normative. Non è prevista nel nostro ordinamento una disciplina specifica per il comparto Home Restaurant tanto che abbiamo lanciato una petizione: Chiediamo una Legge per il settore Home Restaurant con oltre 785 firma. Ma anche in questo caso una lacuna non si traduce automaticamente in illegalità.
Difatti, occorre far riferimento al regime fiscale previsto nel nostro ordinamento per i redditi occasionali: quando l’attività lavorativa è occasionale, saltuaria o di ridotta entità si parla di prestazioni occasionali ex. art. 54-bis del Decreto legge n. 50/2017, convertito dalla Legge n. 96/2017.

La prestazione occasionale è caratterizzata da un limite economico ben individuato di 5mila euro nel corso di un anno civile. Nel caso in cui il prestatore sia pensionato, studente fino ai 25 anni, disoccupato e percettore di prestazioni di sostegno al reddito, percettore del reddito di cittadinanza, il limite massimo netto sale a 6.666 euro. L’Home Restaurant dovrà altresì rilasciare ricevuta, alla quale dovrà essere apposta marca da bollo del valore di 2 euro nel momento in cui superi la somma di 77,47 euro.

Home Restaurant Hotel fornisce a tutti i propri Homers iscritti un format di ricevuta utilizzabile. Gli Home Restaurant difatti devono conservare evidenza delle spese sostenute per l’attività di Social Eating; tali spese dovranno essere sottratte dalle entrate percepite ed il netto così ottenuto dovrà essere opportunamente dichiarato in apposita sezione della Dichiarazione dei Redditi.
Gli Home Restaurant in assenza di legge rispettano i principi dell’articolo 41 della Costituzione che recita: l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

La norma in esame riconosce e allo stesso tempo legittima l’iniziativa economica privata. Il secondo comma introduce dei limiti alla libera iniziativa economica dati dai principi dell’utilità sociale e dalla necessità di garantire la sicurezza, la libertà e l’iniziativa umana.
Il terzo comma impone allo Stato di adottare misure legislative che garantiscano il raggiungimento dei fini che si propone lo stesso articolo 41 della Costituzione. Da questa norma discendono sui cittadini diritti ed obblighi da rispettare.
Per quanto concerne il versante dei diritti, dall’articolo 41 derivano una serie di facoltà pacificamente riconosciute dall’ordinamento giuridico. Gli individui hanno la facoltà di poter scegliere l’attività economica da intraprendere; ovviamente ciò non esclude che l’iniziativa debba sottostare a condizionamenti amministrativi riguardanti diversi profili dell’attività”.

Possono essere, per esempio, “previsti un controllo d’idoneità del candidato ad una certa attività, l’inserimento dell’impresa in un settore soggetto a specifici controlli pubblici, l’esclusione di certe attività in determinate zone per la tutela di altri diritti più a rischio, come ad esempio quello ambientale. Allo stesso modo è costituzionalizzata la facoltà di reperire investimenti e di organizzare le risorse dell’attività.
E’ altresì riconosciuta la facoltà di portare avanti le attività lecitamente iniziate per tutelare il singolo ma anche il libero mercato e la concorrenza, con una particolare attenzione agli obblighi assunti con l’adesione all’Unione Europea.
Infine, dall’art. 41 della costituzione ne discende la facoltà di richiedere un compenso congruo per i beni ed i servizi prestati, purché giustificato dai costi sostenuti”.

Gaetano Campolo nelle prossime settimane regalerà un anno di abbonamento con sbrigo pratiche incluso per essere in regola con la Comunicazione Questura come da parere del ministero dell’interno del febbraio 2019 a tutti i percettori del reddito di cittadinanza.