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“Così ci fate chiudere”: 16mila euro di rifiuti al Pepenero. Lo chef Rossi: “Già bollette triplicate per la luce, ma se ci si mettono Tari e Comune mollo tutto”

20 ottobre 2022 | 20:42
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“Così ci fate chiudere”: 16mila euro di rifiuti al Pepenero. Lo chef Rossi: “Già bollette triplicate per la luce, ma se ci si mettono Tari e Comune mollo tutto”
“Così ci fate chiudere”: 16mila euro di rifiuti al Pepenero. Lo chef Rossi: “Già bollette triplicate per la luce, ma se ci si mettono Tari e Comune mollo tutto”
“Così ci fate chiudere”: 16mila euro di rifiuti al Pepenero. Lo chef Rossi: “Già bollette triplicate per la luce, ma se ci si mettono Tari e Comune mollo tutto”

“Noi abbiamo 13 dipendenti, cosa dovremmo fare con loro?”. Il sindaco ipotizza un disguido: “Accertamenti in corso”

“Sta diventando davvero troppo dura fare impresa in Italia e lo sappiamo, soprattutto dopo il Covid, ma così è troppo”. Nei giorni in cui le bollette impazziscono e luce e gas fanno dannare gran parte degli italiani (specie se hanno una cucina da mandare avanti), il conto più salato al ristorante Pepenero di San Miniato l’ha mandato il Comune. Questa la denuncia di Gilberto Rossi, chef del ristorante fiore all’occhiello della gastronomia sanminiatese. Uno sfogo, che si può ben mettere in numeri: 16mila euro. Tanto è arrivato al titolare del ristorante per il servizio porta a porta dalla Geofor, in due ‘comode’ rate, quelle di ottobre e dicembre, da 4mila e rotti euro l’una.

“Le altre 8mila le ho già pagate per i primi sei mesi, ma non pensavo che alla fine dell’anno saremmo arrivati a tanto. Sono 44 euro al giorno, per un servizio che spesso è carente – continua il ristoratore –. Per una cifra del genere non dovremmo nemmeno differenziarlo, il rifiuto. E ricevere richieste dal Comune di questo tipo significa che a noi che facciamo impresa non si vuole dare una mano in nessun modo. Eravamo abituati alle bollette triplicate per la luce, ma se ora ci si mettono anche la Tari e il Comune non ce la possiamo fare. Mollo tutto”.

L’ultimo aumento, poi, è quello approvato qualche mese fa dai vari comuni del bacino Retiambiente, che aveva annunciato un incremento medio delle tariffe di circa il 5%. Il conto però non è uguale ovviamente per tutti. Per qualcuno, poi, è ancor più salato se si considera il periodo dal quale veniamo, dopo due anni di pandemia. Anni come il 2020 per il quale a tante aziende e non solo sta arrivando sempre la Tari, seppure in misura ridotta. “Io sto pagando la tassa sui rifiuti del 2020, quella che non avevamo pagato fino ad ora perché eravamo chiusi. Una tassa che pago per un periodo in cui siamo stati chiusi per decreto ministeriale. E mentre sono qui che pago tutti mesi le rate del 2020, adesso mi arriva questa botta. Mettici l’energia che è rincarata, le spese che aumentano, le materie prime sempre più care, quelli come me sono messi nella condizione di riflettere seriamente sul fatto se ne valga la pena. Ne vale la pena tutti i giorni sacrificare tempo, fatica, famiglia per arrivare a malapena alla fine del mese? Noi abbiamo 13 dipendenti, cosa dovremmo fare con loro? E’ mai possibile che il calcolo si debba ancora fare sulla base dei metri quadri e non si sia ancora passati a misure più puntuali? Così ci fate chiudere”.

Intanto, in Comune, mettono le mani avanti e ipotizzano qualche disguido. “Come Comune anche quest’anno abbiamo messo quasi 800mila euro nel conto per la calmierazione delle tariffe – spiega il sindaco Simone Giglioli –. Sul caso specifico so che ci sono degli accertamenti in corso che, forse, potrebbero dare altri responsi”.