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“La discussione deve tornare agli operai”, i sospesi Piaggio non saranno nella lista Fiom alle elezioni della Rsu

19 aprile 2022 | 20:55
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“La discussione deve tornare agli operai”, i sospesi Piaggio non saranno nella lista Fiom alle elezioni della Rsu

“Abbiamo sperimentato su di noi l’intolleranza nei confronti di chi crede che il coinvolgimento dei lavoratori sia la base per una vera attività sindacale”

“Abbiamo constatato che in questo momento, nella Fiom e nella Cgil non c’è spazio per un’attività sindacale così come noi la intendiamo e l’abbiamo effettivamente praticata da 30 anni a questa parte”. Per questo Massimo Cappellini, Giorgio Guezze, Adriana Tecce, Antonella Bellagamba, Davide Mei, Simone Di Sacco del Comitato operai Piaggio hanno “deciso di non presentarci nella lista Fiom alle prossime elezioni della Rsu”.

Lo hanno spiegato ai compagni di lavoro, con una lunga lettera. “Abbiamo sperimentato su di noi – spiegano – l’intolleranza dell’organizzazione nei confronti di chi crede che il coinvolgimento dei lavoratori sia la base per una vera attività sindacale. Siamo altresì convinti che la difesa degli interessi e dei diritti dei lavoratori non deve arrestarsi neanche di fronte all’arroganza di un gruppo dirigente sindacale, diventato, tra l’altro, sempre più autoreferenziale e che ha messo al primo posto gli interessi aziendali in ogni accordo e in ogni contratto firmato.

Non abbiamo dubbi: sono gli operai che stanno in fabbrica a lavorare e la discussione deve tornare nelle loro mani. Devono essere loro a decidere i tempi e la linea su cui si deve trattare con i padroni. Perciò abbiamo lottato con centinaia di lavoratori iscritti Fiom per il coinvolgimento degli iscritti e di tutti i lavoratori nelle decisioni sull’attività sindacale in fabbrica e cercato di realizzare a pieno la democrazia sui posti di lavoro, che a parole è previsto dallo Statuto della Fiom.

Abbiamo denunciato senza esitazione la svendita ripetuta degli interessi dei lavoratori da parte della Fiom territoriale e il rifiuto e il boicottaggio di ogni richiesta di confronto con gli operai, sul contratto integrativo come sull’attività lavorativa durante il periodo covid.
La risposta della Fiom è stata la sospensione di 6 dei 7 delegati e altri iscritti con accuse ridicole, in pratica per essersi posti come riferimento di tutti quei lavoratori che vogliono lottare per difendere i propri diritti e non voler sottomettere la propria dignità agli interessi aziendali.

Lavoratori coscienti che questi diritti non sono piovuti dal cielo, che la loro difesa è un dovere non solo verso se stessi ma nei confronti di tutti quei lavoratori che li hanno conquistati nel passato con lotte durissime, pagate spesso con un prezzo personale altissimo.
Abbiamo però deciso di continuare, con ancora più fermezza e determinazione, la nostra attività sindacale, di denunciare puntualmente le prepotenze aziendali, di dar vita ad iniziative di lotta ogni qualvolta se ne presenti l’occasione, per mantenere viva l’alternativa ad un modo di fare sindacato che ha permesso la svendita dei nostri diritti, per maturare insieme a tutti i lavoratori la coscienza della nostra forza e della nostra importanza sociale, la necessità di prendere direttamente in mano le nostre sorti”.