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Concia e pelletteria, “Il sistema industriale toscano rischia di perdere competitività”

6 aprile 2022 | 15:52
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Concia e pelletteria, “Il sistema industriale toscano rischia di perdere competitività”

A causa di costi dell’energia e materie prime. Il settore è in ripresa, ma la crisi in Ucraina rischia di far saltare il banco

Il sistema della pelletteria toscana prova a recuperare il terreno perso a causa della pandemia, ma la crisi in Ucraina rischia di far saltare il banco. Sono stati presentati questa mattina 6 aprile i dati 2021 relativi ai prodotti della pelletteria e della concia (raggruppati nella voce Ateco CB151), elaborati per Assopellettieri dal Centro Studi Confindustria Moda.

Nel 2021, con un incremento sul 2020 del 32,5%, la Toscana si è avvicinata ma non ha ancora recuperato i livelli del 2019, da cui la separa un gap del 7,1%, restando comunque la prima regione italiana per esportazioni del settore. In euro, nel 2021, la nostra regione ha esportato beni per 5 miliardi, contro i 3,8 del 2020 e i 5,4 del 2019. La parte del leone la fa Firenze che, con oltre 4,2 miliardidi beni esportati, segna un +42,3% sul 2020 e riduce al -4,8% il distacco con il 2019. Il capoluogo toscano fa, da solo, un terzo dell’export nazionale di settore: Firenze copre da sola oltre un terzo dell’export nazionale con oltre 4,2 miliardi di beni esportati (+42,3% sul 2020 e che ha ridotto al-4,8% sul 2019). Bene anche Pisa (+30%), in forte calo invece Arezzo (-48%). Per i mercati di riferimento, migliora la Francia con +30%, volano Corea del Sud (+120%), USA (+72,5%) e Giappone (+61%) che superano la Cina, ferma a un + 5%.

Forte ovunque è la preoccupazione per gli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. Due mercati verso i quali i settori della pelletteria e della concia italiani hanno esportato nel 2021 beni per 129,5 milioni di euro (di cui 110 in Russia). La Toscana, con 20,9 milioni di euro esportati nel 2021 (di cui 18,23 verso la Russia, in crescita del 26% sul 2020) è una delle quattro regioni più esposte verso l’area, insieme a Emilia Romagna (35,7 milioni), Lombardia (28,8 milioni di euro) e Veneto (24 milioni). Insieme detengono una quota vicina all’85% dell’export diretto ai due Paesi.

Il trend relativo al numero di aziende e addetti al 2021 sul 2020, a fronte di una stima del totale nazionale del -3,1% nel numero di imprese attive 2021 rispetto al 2020 (pari a -134 unità) e del -3,3% in quello della forza lavoro (pari a -1.128 addetti), la Toscana registra un -4,1% nelle imprese, con un +0,7% negli addetti. Nella regione ha sede quasi la metà delle aziende pellettiere italiane e vi lavora più della metà degli addetti. In particolare, nel 2021 in Italia erano attive 4.149 imprese, di cui il 48,2%(pari a 2.001) in Toscana. Su 32.982 addetti del settore il 54,4% (17.930) era toscano.

In tema di cassa integrazione, per il settore pelli, cuoio e calzature, dopo gli incrementi record del 2020, le ore di cassa integrazione guadagni per le aziende della Filiera Pelle autorizzate da Inps nel 2021 mostrano in Toscana una diminuzione del -27,6% sul 2020, con un -49,5% a Firenze e un -7% a Pisa mentre ad Arezzo cresce del 6%. I livelli attuali restano tuttavia considerevolmente al di sopra rispetto a due anni addietro (600mila ore nel 2019 a fronte degli oltre 17milioni nel 2021).

“Stiamo vivendo – ha detto Leonardo Marras, assessore all’economia della Regione Toscana – una situazione grave e instabile, che mette ulteriormente a dura prova l’economia dopo i due anni difficilissimi della pandemia. I dati sull’export ci dicono che i numeri stanno tornando a crescere, che nel mondo c’è tanta voglia dei prodotti italiani, simbolo di qualità e bellezza, ma di fronte all’attuale incertezza internazionale non possiamo abbassare la guardia. L’impegno della Regione sull’internazionalizzazione proseguirà, siamo e saremo al fianco delle imprese. Il quadro tracciato da Assopellettieri conferma la rilevanza della Toscana a livello mondiale, il settore della pelletteria è tra i fiori all’occhiello del nostro sistema economico, anche per la capacità di investire in ricerca e sviluppo: credo che questa sia la via maestra per rafforzarlo e farlo crescere sempre di più”.

“Se i numeri e i risultati – per Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri con delega al Distretto Toscano – che sono stati registrati alle fiere di Milano ci confortano, sebbene mancasse tutto l’Est, ovvero Russia, Cina, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud (che è stata la vera sorpresa del 2021 per la Toscana), dall’altra parte c’è il grande punto interrogativo rappresentato dagli effetti che il conflitto in Ucraina potrà avere sul settore. Gli aumenti vertiginosi dei costi energetici a cui stiamo assistendo non si sono ancora consolidati nelle materie prime ma lo faranno. Parlo di pelli, chimiche, metalli che inevitabilmente andranno a pesare sul costo del prodotto finito. Tutto il sistema industriale toscano della pelletteria rischia di perdere competitività sui colleghi europei ed extraeuropei.

Un rischio che dobbiamo arginare il più possibile, considerando il peso del settore della pelletteria sulla bilancia economica toscana. La Filiera Pelle copre il 16,3% dell’export manifatturiero toscano e rappresenta il primo macrosettore di attività regionale per export. È quindi uno dei motori trainanti dell’export della nostra regione che come associazione siamo impegnati a tutelare in qualità di ‘sistema’: un sistema fatto di piccole, medie e grandi realtà fondato sul saper fare artigiano che ha conquistato il mondo”.