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Tesorino di nuovo a gara, la terza: l’unica proposta non convince

30 marzo 2022 | 17:03
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Tesorino di nuovo a gara, la terza: l’unica proposta non convince

L’aggiudicazione della gara avrà la durata massima di 25 anni. Domande fino a maggio

Niente di fatto sulla Tesorino: si torna a gara. Sono le carte del Comune a parlare di quanto sta ancora accadendo intorno al ‘tormentato’ capannone verde in via Costa al Bagno, alcuni giorni fa saltato nuovamente alle cronache per la messa all’asta di parte delle strutture di servizio all’emungimento e all’imbottigliamento dell’acqua dello storico marchio montopolese (qui).

Il Comune, da quanto emerge dalle determinazioni dirigenziali di diverse settimane fa, ha infatti rigettato l’unica proposta pervenuta per il secondo bando indetto nell’aprile scorso da Comune e Regione, nel tentativo di dare la concessione per i diritti di coltivazione delle acque. Non solo: sempre l’ente ha già predisposto un terzo bando di gara con scadenza al 31 maggio prossimo, già leggibile sull’albo pretorio del comune.

L’unico partecipante, che in questi mesi aveva atteso il responso dell’ente dopo la seconda gara, non deve aver convinto i tecnici deputati alla valutazione delle domande, dei requisiti minimi e del piano industriale per il rilancio del marcio, costringendo gli uffici ad un altro tentativo. Una “storia infinita” che va ormai avanti da alcuni anni, da quando cioè sorsero i primi problemi fra il Comune e l’allora gestore, dando inizio a un periodo di precarietà che progressivamente ha visto anche “smobilitare” l’organico in forze allo storico capannone Tesorino, sito nell’omonima località a metà fra i comuni di Montopoli Valdarno, San Miniato e Palaia.

Il bando scorso, infatti, si era chiuso il 12 aprile 2021. Un passaggio cercato a lungo dall’amministrazione comunale dopo le varie peripezie che avevano caratterizzato i rapporti fra l’ente e l’ultimo gestore. La decisione di revocare i diritti sulla sorgente era giunta fra il 2020 e l’anno scorso alla fine di un lungo braccio di ferro, in cui il Comune imputava all’azienda Mlc l’eccessiva morosità sui canoni di concessione per lo sfruttamento della sorgente: un debito che, al gennaio 2020, si aggirava intorno ai 50mila euro fra rate non pagate e spese della causa stabilite dal giudice del tribunale delle acque pubbliche. Somma poi versata, ma dopo un percorso accidentato che ha corroso inevitabilmente il rapporto di fiducia fra ente pubblico e azienda.

Alcuni giorni fa, poi, un’ulteriore tegola: la messa all’asta di parte delle strutture e del capannone. Il fabbricato compare ancora oggi su numerosi siti specializzati per la vendita all’asta con prezzo base 893mila euro e offerta minima fissata a 669mila euro: via alle offerte fino al 20 aprile. Proprio la combinazione di queste due cose, l’asta per le strutture ed il bando di gara per l’emungimento sorgente, potrebbero costituire un combinato disposto decisivo per la definitiva soluzione della magagna, che nel giro di poche settimane mette a disposizione ‘sul tavolo’ di potenziali investitori tutte le carte per giungere ad una vera, definitiva, gestione redditizia delle acque, un tempo vanto del comune per le loro proprietà.

Il nuovo bando

La concessione che si originerà dall’aggiudicazione della gara avrà la durata massima di 25 anni ed è subordinata all’acquisizione di parere favorevole di valutazione di impatto ambientale (VIA), alla redazione delle operazioni di delimitazione definitive e del relativo verbale, alla firma della convenzione e alla presentazione delle garanzie fidejussorie o deposito cauzionale, che sarà fissato in sede istruttoria ma non potrà essere inferiore a 75mila euro. L’area di concessione oggetto del bando consta di 325 ettari e si estende sul territorio dei tre comuni. La data ultima per le domande è per la fine di maggio 2022. I termini della concessione, compresi i canoni, normati per quanto riguarda l’attività estrattiva dal “Regolamento per la ricerca e la coltivazione di acque minerali, di sorgente e termali” approvato nel 2017, sono disponibili sul bando pubblicato in albo e sul sito istituzionale del comune.