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Cuoio in zona rossa, Ccn San Miniato Basso: “Non sono i negozi ad aumentare i contagi”

13 marzo 2021 | 16:04
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Cuoio in zona rossa, Ccn San Miniato Basso: “Non sono i negozi ad aumentare i contagi”

Il presidente Pierfranco Speranza: “Non ci stiamo, bastava inserire misure più stringenti. E i supermercati…”

L’ennesimo fulmine a ciel sereno di un anno tempestoso: così è stato accolto dai commercianti del Ccn San Miniato Basso il provvedimento di ingresso in zona rossa da lunedì (15 marzo) del comprensorio del Cuoio, compreso il comune di San Miniato.

A parlare a nome di tutti gli associati il presidente Pierfranco Speranza: “Questo è l’ennesimo sacrificio richiesto ai commercianti, non capiamo perché se parliamo di assembramenti non vengano chiusi i supermercati a posto dei negozi di vicinato”.

Sono sospese tutte le attività commerciali al dettaglio salvo quelle di generi alimentari e di prima necessità. Saranno chiusi anche i mercati con l’eccezione dei banchi con prodotti alimentari, agricoli e florovivaistici. Restano invece aperte edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie.

Dopo numerose iniziative intraprese dal Ccn per spingere il commercio di vicinato rispetto alla grande distribuzione, la chiusura delle zone rosse porta anche la sospensione di attività come parrucchieri, barbieri e centri estetici mentre potranno rimanere aperte lavanderie e tintorie.

“Nell’allegato 23 del decreto – spiega Speranza – si chiudono negozi di abbigliamento, centri estetici, gioiellerie. Tutti negozi dove potevano essere messe restrizioni più stringenti senza chiudere. Potevano invece essere chiusi i luoghi a maggiore assembramento come i supermercati. In più, in molti negozi sono rimaste scorte invendute di prodotti stagionali che se non li vendono ora non li vendono più. Un copione che si è ripetuto già successo l’anno scorso, dove i magazzini sono rimasti con la merce invenduta”.

Il messaggio lanciato da tutto il direttivo è chiaro: “I negozi non sono a maggiore rischio di contagio. Potevano essere messi ingressi limitati a una persona alla volta, nei supermercati invece gli ingressi sono a decine o centinaia e la merce è tutta disponibile. Noi non ci stiamo“.