Slow Leather, la concia al cromo rallenta ma aumenta la tecnologia

Il processo produttivo consente un risparmio del 53% di acqua del 32% di solfuro di sodio
Se la moda prova ad abbandonare la stagionalità con il Fast Fashion, la conceria aumenta l’artigianalità, recupera la lentezza e lancia Slow Leather, il processo produttivo di concia al cromo che contraddistingue la divisione Il Veliero all’interno dell’azienda toscana Iniziative Conciarie Associate, da sempre all’avanguardia nel campo della qualità e della sostenibilità ambientale.
Il processo parte da lontano, recuperando la lentezza delle tradizioni conciarie contro il conformismo moderno della velocità, ma coniugandola con le più moderne tecniche industriali per ottenere un prodotto al top di gamma e a basso impatto ambientale.
Alla base di Slow Leather c’è il rispetto dei lunghi tempi di maturazione delle pelli, con effetti positivi sia sulla qualità del prodotto sia sulla riduzione dei reflui inquinanti, ai quali si aggiungono una serie di accorgimenti e innovazioni che garantiscono i migliori standard di sostenibilità. Già a partire dall’acquisizione dalle pelli grezzi, Iniziative Conciarie Associate si avvale di aziende certificate che garantiscono la tracciabilità del prodotto fin dal macello, ma è soprattutto nelle fasi di rinverdimento e calcinaio che si esplica uno degli elementi distintivi di Slow Leather: attraverso un sistema di vasche di contenimento e sedimentatori, è possibile recuperare oltre la metà del bagno di solfuro usato per la depilazione delle pelli, reimmettendolo nel bottale del calcinaio con una concentrazione di ammine che garantiscono alle pelli un effetto di pienezza e rotondità.
Il tutto con un risparmio del 53% di acqua del 32% di solfuro di sodio. Dopo la fase di concia, le pelli vengono lasciate riposare per almeno 90 giorni in un ambiente dedicato, in modo che i sali di cromo proseguano la loro azione sulla pelli, così da ottenere un prodotto finito pieno ed elastico. La lentezza di questo processo, denominato olazione, permette di ridurre la quantità di cromo non fissato che finisce nei reflui generati dalla successiva fase di pressatura.
Infine, anche nella fase di rifinizione, la recente adozione della tecnologia Hvlp (high volume low pressure) per tutte le linee di spruzzatura, consente una significativa riduzione dei prodotti impiegati e quindi delle emissioni in atmosfera, senza l’utilizzo di resine fluorurate, xylene e tetraclorotilene, già messi al bando da Iniziative Conciarie Associate ancor prima dell’entrata in vigore della normativa vigente.
È un’artigianalità assolutamente innovativa, dunque, quella proposta dall’azienda con sede a Castelfranco di Sotto attraverso la divisione Il Veliero. Una realtà aziendale che conta 22mila metri quadri di stabilimenti e quasi 200 addetti, che ne fanno la più grande tra le concerie del distretto toscano della pelle. L’unica conceria italiana, al momento, a poter vantare la certificazione “100% made in Italy” che garantisce l’esecuzione dell’intero ciclo produttivo nei propri stabilimenti, nonché la prima conceria in Italia ad aver ottenuto da Icec (l’Istituto di certificazione della qualità per l’industria conciaria) il riconoscimento di sostenibilità ambientale e la prima in Europa ad aver conseguito la registrazione Emas, con la quale l’azienda definisce obiettivi di continuo miglioramento (qui).