San Pietro Igneo più forte dopo il covid: nuovi servizi entro il mese. Aspettando il robot e San Miniato

Per avviare questa fase di ripresa saranno necessarie sanificazione, manutenzione impiantistica e ripristino degli ambienti
Entro giugno saranno ripristinate le funzioni originarie di eccellente centro artroprotesico diretto da Roberto Virgili, con in più funzioni nel percorso ortopedico riabilitativo. Con la dimissione nei giorni scorsi dell’ultimo paziente covid (qui), l’ospedale San Pietro Igneo di Fucecchio è impegnato ad acquisire la conformazione organizzativa propria: è in corso la programmazione per la ripresa delle normali attività.
Sarà infatti ripresa l’attività chirurgica, sospesa durante i mesi di emergenza Covid, in funzione della temporanea rimodulazione dei suoi spazi a supporto degli altri presidi territoriali, garantendo inoltre parte dei posti letto dedicati all’attività riabilitativa e alle cure intermedie.
Questo modello è a tutti gli effetti un’evoluzione del precedente perché aggrega ulteriori funzioni di ricovero, integrate in modo da gestire i pazienti sotto diversi profili di assistenza. Per avviare questa fase di ripresa sarà necessario avviare le operazioni di sanificazione, manutenzione impiantistica e ripristino degli ambienti.
Ciò, in attesa del completamento, nel corso dei prossimi mesi, degli interventi di ristrutturazione (adeguamento sismico) e di riqualificazione previsti per l’ospedale degli Infermi di San Miniato. Una volta terminati, quest’ultimo ospedale potrà accogliere un numero più elevato di pazienti inseriti nel percorso di riabilitazione in modo da far fronte alla gradualità di cura e contribuendo a garantire valore aggiunto al presidio.
In una prima fase l’azienda sanitaria prevede di dedicare all’interno dell’ospedale di Fucecchio 18 posti letto all’attività assistenziale ortoprotesica, 12 assegnati all’attività riabilitativa e 6 alle cure intermedie fino alla ripresa dell’attività chirurgica a pieno regime.
Durante la fase di picco epidemico il presidio di Fucecchio è diventato ospedale low care con 30 posti letto, per il ricovero di pazienti positivi, che ancora necessitavano di assistenza. Questa sua funzione ha permesso un efficace e tempestivo supporto alle criticità emerse a supporto degli altri presidi della rete ospedaliera della zona Empolese Valdelsa, Valdarno inferiore, tra cui il trasferimento di pazienti dalla Rsa Gino Incontri di Gambassi Terme.
L’esperienza maturata in questi mesi ha portato a ripensare la funzionalità di un’assistenza ospedaliera integrata: la stretta collaborazione tra i presidi ospedalieri, ognuno nella loro rispettiva funzione, ha permesso infatti di gestire con grande professionalità degli operatori la fase epidemica e di garantire adeguata assistenza sanitaria a tutto il territorio di riferimento.
Concluse le procedure di gara per l’acquisto del robot ortopedico (qui), sarà in uso all’interno del centro entro il mese di novembre. Grazie a questo importante investimento innovativo e la presenza di un’equipe medica composta da specialisti di alto profilo professionale, l’ospedale di Fucecchio sarà il primo in azienda Ausl Toscana Centro ad essere dotato di una piattaforma robotica per gli interventi di protesi.
Nonostante lo stop dovuto alla pandemia Covid-19 l’Azienda sanitaria ha istituito l’unità complessa di ortopedia assegnata all’ospedale San Pietro Igneo di Fucecchio. Nei prossimi giorni si procederà ad assegnare la direzione facente funzione della stessa in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali che entro il 2020 porteranno alla nomina del direttore.
“Come sindaco di Fucecchio – ha detto Alessio Spinelli, presidente della Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa – voglio sottolineare che il nostro ospedale in questi mesi ha evidenziato una grande professionalità e una capacità di riorganizzarsi per far fronte a qualsiasi emergenza. Il fatto di esser stata una delle poche strutture utilizzate dall’Asl Toscana Centro per le cure del Covid e di aver lavorato in sinergia con l’ospedale San Giuseppe di Empoli, per noi è un punto di forza e un grande vanto sono fiero di aver partecipato alla discussione, con Asl e Regione, per riportare il San Pietro Igneo all’originaria destinazione e cioè a un centro di eccellenza dell’artroprotesi.
Adesso, insieme ai sindaci dei comuni e ai vertici dell’Asl, occorrerà lavorare sull’ospedale di San Miniato per allargare la rete dei servizi che vede l’ospedale di Empoli, affiancato dai nosocomi di Fucecchio, San Miniato e Castelfiorentino e dalle strutture territoriali come la case della salute e i distretti sanitari. Una rete che la Toscana in questi anni ha dimostrato di saper organizzare molto bene a differenza di altre regioni che passavano per eccellenze sanitarie ma che affidandosi molto ai privati si sono trovati in difficoltà ad affrontare le emergenze, proprio a causa di una rete territoriale carente”.