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Il consiglio dei ministri bandisce l’ecopelle per proteggere la filiera: il Decreto

29 maggio 2020 | 11:15
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Il consiglio dei ministri bandisce l’ecopelle per proteggere la filiera: il Decreto

Vieta l’uso delle parole pelle e cuoio, anche come prefissi o suffissi, per identificare materiali non derivati da spoglie di animali

“Un importantissimo risultato per il settore conciario italiano e per la filiera pelli in generale”. Così Unic Concerie Italiane commenta l’approvazione, ieri giovedì 28 maggio, da parte del consiglio dei ministri del decreto legislativo che sancisce le nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini cuoio, pelle e pelliccia.

Ora, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale sancirà la conclusione di un lungo e costante lavoro di sensibilizzazione svolto da Unic, “che ne ha promosso sin dall’origine l’iter legislativo”.

“La nuova legge – spiega l’associazione che rappresenta l’industria conciaria italiana – sostituirà finalmente la ormai vetusta legge del 1966. Tra le altre misure, oltre a una definizione dei termini pelle e cuoio più corretta e in linea con la normativa comunitaria e tecnica, sancirà, a coronamento della lunga battaglia dell’associazione sull’uso corretto della terminologia conciaria, l’espresso divieto dell’uso delle parole pelle e cuoio, anche come prefissi o suffissi, per identificare materiali non derivati da spoglie di animali, come oggi avviene con i non ortodossi termini ecopelle, vegan leather e simili utilizzati per materiali sintetici.

“Il decreto – spiega il consiglio dei ministri – contiene disposizioni che riguardano esclusivamente i requisiti essenziali di composizione che i prodotti e i manufatti con essi fabbricati devono soddisfare per poter essere immessi sul mercato. L’obiettivo è quello di avere una chiara e univoca indicazione dei materiali utilizzati e di eliminare potenziali ostacoli al buon funzionamento del mercato”.

Il nuovo decreto legislativo, approvato su proposta Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli stabilisce anche che “l’attività di accertamento delle eventuali violazioni sarà svolta dalle Camere di Commercio, dall’Agenzia delle Dogane, dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Giudiziaria, mentre il Ministero dello Sviluppo Economico curerà l’attività di monitoraggio e coordinamento delle disposizioni. Tra le condotte che saranno punite sono ricomprese la mancanza di etichetta o contrassegno e l’utilizzo di etichetta o contrassegno non conforme ai requisiti richiesti”.

“Questa legge – per la consigliera regionale del Pd Alessandra Nardini – rappresenta un traguardo tanto importante quanto atteso per il settore conciario e per la filiera della pelle del nostro distretto del cuoio. La normativa, di fatto pone una grande tutela al comparto conciario. Un settore storicamente radicato nel nostro territorio, che infatti accoglie positivamente la normativa che sostituisce l’ormai datata legge del 1966. Una conquista meritata che auspico possa tutelare e aiutare il settore a ripartire in questo momento certamente non facile”.