Sindacato: bando liste d’attesa, no apertura a privati

13 aprile 2018 | 10:29
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Sindacato: bando liste d’attesa, no apertura a privati

Una notizia buona ed una cattiva. La Asl Toscana Centro apre un bando di 2,5 milioni di euro al netto dei ticket per tutti gli operatori, accreditati Profit e No Profit, allo scopo di ridurre le liste di attesa sulla diagnostica e sulle visite specialistiche ma Cgil Toscana lancia l’allarme, perché, secondo il sindacato, si tratterebbe di un’apertura ai privati. “La notizia buona è la volontà di intervenire a favore dei bisogni dei cittadini su una criticità fortemente avvertita, quella cattiva è di intervenire in ritardo prefigurando un modus operandi – sottolinea Mauro Fuso – che fa di un atto circoscritto e contingente un possibile metodo contrario a qualsiasi concetto di programmazione. Lo abbiamo denunciato da tempo e continueremo a farlo: se la strada è questa, al governo pubblico del servizio sanitario regionale si assesta un altro colpo, affidando sempre più le soluzioni al privato”.

“Dobbiamo lavorare invece – aggiunge ancora Fuso – per riportare le attività dentro l’alveo del sistema pubblico, mantenendo una corretta ed equilibrata integrazione attraverso le convenzioni nel territorio. Ciò che riteniamo indispensabile, a questo scopo, sono azioni strategiche e di programmazione più decise da parte delle Asl e della Regione Toscana, affinché il governo pubblico del sistema sanitario sia più efficiente. Altrimenti al prossimo allungarsi delle liste di attesa le decisioni saranno le stesse, con il sistema pubblico che progressivamente si ritrae dalla sua missione e affida le soluzioni al settore privato”.
Rincarano la dose anche il segretario regionale confederale Uil Toscana Annalisa Nocentini e il segretario regionale Uil Fpl Mario Renzi: “Il problema serio – osservano – è che il bilancio aziendale della Asl dovrebbe servire a produrle le prestazioni che servono e non a comprarle altrove con evidente inevitabile aggravio di spesa. Ma questo è l’effetto di un’assetto aziendale che volutamente è stato lasciato sostanzialmente acefalo per più di un anno e mezzo, proprio per aspettare la soluzione dei guai personali del dottor Morello e che ha prodotto guasti organizzativi interni assoluti”.
”Verrebbe da domandarsi – proseguono – cosa è stato fatto dalla Asl Toscana Centro negli oltre 2 anni di sua esistenza per riorganizzare la rete della diagnostica e quella della specialistica ambulatoriale in chiave integrata su un territorio così ampio? I risultati sono davanti agli occhi di tutti e fanno drammaticamente pena. Possibile che con i parametri di risorse umane, economiche e strumentali che la Regione garantisce alla Asl Toscana Centro che sono i migliori d’Italia, non si riescano a riorganizzare i servizi ai cittadini in maniera decente. Possibile che non si riesca a sconfiggere un fenomeno come quello dei tempi di attesa che in massima parte è determinato proprio dai conflitti di interesse che caratterizzano una parte degli attori del sistema? Forse è l’ora che anche in Regione qualcuno si svegli e chieda conto ai manager delle situazioni di vera e propria inefficienza conclamata ed autodichiarata. Farebbe molto bene a svegliarsi l’assessore Saccardi il cui atteggiamento in questi 2 anni è parso più aderente al ruolo di nume tutelare del dottor Morello che a quello di garante dei diritti alla salute dei cittadini di Firenze, Prato e Pistoia. Per nostro conto, come Uil stiamo esaminando gli atti che la direzione aziendale ha recentemente assunto sulle liste di attesa cedute ai privati e non mancheremo di segnalare alla Procura Regionale della Corte dei Conti ogni aspetto che possa rappresentare utilizzo indebito o distorto delle risorse pubbliche”.