Come investire i propri risparmi per ottenere un’integrazione alla pensione
L’Italia sembra uscita dalla crisi o quanto meno da qualche mese si comincia ad intravedere la luce in fondo al tunnel. Sono trascorsi momenti pesanti, in cui i risparmi degli italiani sono stati messi a dura prova più volte, prima da aumenti delle tasse e inflazione, poi dai diversi crac degli istituti bancari. A rendere più complicato il quadro è la situazione delle pensioni. Così sono davvero tanti i risparmiatori che hanno a disposizione somme interessanti, che però vorrebbero investire in modo sicuro, senza incorrere in rischi e guardando al futuro con uno sguardo più ottimistico.
Nel recente passato erano diverse le soluzioni che consentivano ai risparmiatori di ottenere piccoli profitti, ma con il passare del tempo gli interessi di conti deposito e libretti postali sono stati praticamente annullati. In questo scenario una delle vie più sicure per accrescere le somme a disposizione in vista della pensione o di impegni futuri. È possibile salvaguardare il futuro attraverso la pensione integrativa, un’opzione per investire soldi in modo sicuro che fa leva sul mercato e su determinati benefici fiscali che il Governo ha studiato per alimentare il mercato finanziario. Se si comincia già da giovani e con un versamento minimo e considerando anche il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e il contributo aziendale potrà ottenere una pensione integrativa molto interessante, purché orientata ad un’idea di investimento che sia bilanciata e azionaria, ma soprattutto che punti ad un orizzonte di rischio basso.
Risulta evidente che i lavoratori che non possano prendere in considerazione il TFR dovranno puntare tutto sulle variabili del tempo, dei mercati e dei benefici fiscali. Per quel che concerne l’arco temporale, più lontano sarà l’orizzonte e maggiore sarà l’importo che il cliente riuscirà a versare, garantendosi una rendita importante da destinare alla pensione o ad altri progetti futuri. Al fine di ottenere tale rendita, però, il risparmiatore non dovrà attingere a quanto depositato fino all’età pensionabile, salvo cause di forza maggiore legate allo stato di salute o al rifacimento dell’abitazione.
Non è da sottovalutare l’importanza della scelta del mercato. Ogni linea di investimento deve essere fortemente legata all’anagrafica del cliente, alla sua propensione al rischio e all’orizzonte temporale predefinito. L’evoluzione continua del mercato finanziario impone anche una revisione periodica e una struttura azionaria, due suggerimenti che garantiscono un rendimento migliore sulla distanza, nonché la certezza di potersi districare al meglio tra le oscillazioni del mercato.
Ad avvicinare sempre più clienti i clienti al mercato finanziario sono state però le agevolazioni fiscali: le aliquote sulla prestazione complessiva ridotte ai minimi termini e la detassazione sugli investimenti hanno attirato le attenzioni di coloro che in passato avevano provato la strada degli interessi, ma al contempo coinvolgono anche prospect completamente nuovi allettati dall’idea di trasformare una parte dei risparmi in una rendita per il futuro.
A rimpinguare il fondo potrebbero essere sia la liquidazione che il contributo aziendale. Il secondo spetterebbe solo ai lavoratori che si iscrivono ai fondi pensione dell’azienda o di determinate categorie, nonché ai fondi aperti riservati alla collettività, il primo però spetta a tutti i lavoratori indipendenti. La rinuncia al TFR e il suo conseguente inserimento in un fondo pensione garantirebbe un miglioramento della rendita mensile che potrebbe oscillare tra i 240 e i 460 euro circa.