“Tante aziende sono sparite” Mainardi su dati Irpet



“Sono numero importanti, superiori a quanto ci si potesse aspettare”. Loris Mainardi, segretario della Filctem-Cgil Pisa, commenta così i dati illustrati da Irpet sullo stato di salute dell’occupazione nel distretto del Cuoio: “Dimostrano che tante piccole aziende sono sparite e stanno continuano a sparire”, afferma il sindacalista. È una situazione di difficoltà, infatti, quella fotografata dai numeri Irpet, che parlano di una perdita (per la filiera moda) di circa 800 posti in 7 anni, fra 2008 e 2015, nelle aziende dei 6 comuni del distretto. Di questi, 200 nel settore della calzatura e altri 600 nel conciario. Ed è soprattutto questo il dato che fa più scalpore (leggi qua Conciario, 600 posti di lavoro persi. L’analisi di Irpet).
“Perché del calzaturiero ormai è rimasto poco – dice Mainardi – e i numeri non possono che essere più piccoli, anche se le aziende rimaste sono in affanno, come dimostra la chiusura di imprese come Criloga e Marros nel 2015. Per il conciario, invece, i numeri sono importanti: dimostrano che diverse aziende sono sparite e continuano a sparire, probabilmente fra i terzisti, che rappresentano il vero ‘termometro’ del settore. Anche in questi primi mesi del 2016, del resto, abbiamo notizie di piccole aziende intenzionate a chiudere, mentre ogni giorno simo tempestati di persone che si rivolgono a noi perché hanno da riscuotere mesi arretrati e tredicesime”.
I buoni risultati di alcune tra le migliori concerie, quindi, sarebbero insufficienti a far respirare il resto del settore: “In qualche conceria qualcosa si muove – dice Mainardi – ma non si tratta di segnali generalizzati. Sarebbe interessante, però, capire che tipo di contratti avevano queste 600 persone che hanno perso il lavoro, per sapere se si trattava o meno di lavoratori interinali o somministrati, di cui c’è stato un abuso. Dobbiamo tenere conto, poi, che le concerie del distretto di Santa Croce rappresentano l’élite del mondo: si sono strutturate per lavorare prodotti di altissima qualità, e non riescono a stare sul mercato se sono costrette a scendere di un gradino e a lavorare a cifre più basse. Ad ogni modo, i dati di Irpet sono la conferma di quanto il conciario risenta di ciò che accade nel mondo: sono molto preoccupato da questi venti di guerra, come sono preoccupato dall’embargo sulla Russia e da ciò che sta accadendo in Cina. Ci aspettavamo, onestamente, che i numeri fossero non positivi, ma non pensavamo in modo così pesante”.