
“La Coop non sono io”, ha detto don Francesco Ricciarelli riconsegnando la tessera di socio (leggi qui “Coop non sono io”, don Ricciarelli ridà tessera ). E all’articolo de Il Cuoio in Diretta qualcuno ha risposto: “Ottima idea. Chi potrebbe dargli torto?”. E’ nata da qui una comunità su Facebook, che ha raccolto 500 sostenitori in sole 4 ore e che ha appunto scelto di chiamarsi La Coop non siamo noi.
Dentro, c’è chi alla Coop non va già, ma ora con un motivo in più. E poi c’è invece chi non si è sentito considerato poiché la pensa diversamente e anche chi proprio non si spiega una scelta che segue la moda e lo scalpore, ma che un supermercato che si consideri davvero per tutti avrebbe potuto non fare. “La Coop si schiera apertamente pro unioni civili – scrive il fondatore della pagina sulle informazioni -. I soci Coop non la pensano tutti allo stesso modo e desiderano che sia rispettata la loro opinione”. Anche se lo spot, va detto, tiene conto delle coppie eterosessuali, che mette anzi al centro della scena, a dare fastidio è stata in sé la presa di posizione non richiesta. “All’indice”, nella pagina, ci sono altri marchi, “colpevoli” di aver realizzato spot a favore delle unioni omosessuali. (E.ven)